Genova, un Techetechetè speciale che dà il senso di comunità (e della perfezione)
Una puntata speciale, di 15′, dedicata ai cantautori e ai cantanti genovesi: così Techetechetè si ‘adatta’ al giorno di lutto, senza rinunciare a se stesso.
UPDATE -Strizza l’occhio a Blob la puntata di Techetechetè dedicata a Genova nel giorno del crollo del ponte Morandi, realizzata da Massimiliano Canè e disponibile su RaiPlay. Le immagini dai luoghi della tragedia sono accompagnate, in apertura, dalla voce di Paolo Conte che canta Genova per noi e intervallate dagli spezzoni originali della sua esibizione, prima di passare il microfono a De André e Gino Paoli. Qui torna dominante la forma-racconto di Techetechetè, che all’inizio aveva lasciato spazio a una introduzione contemporanea di contestualizzazione. E quando Mina canta in genovese Ma se ghe penso, si torna pienamente alla natura del programma: quella messa in scena asciutta, l’abito scuro di Mina, il coro, l’allineamento marziale sono già una celebrazione laica del lutto. Una scelta commovente, che scioglie anche il titolo.
L’omaggio di Mina viene seguito dall’audio originale delle riprese fatte durante le operazioni di salvataggio. L’asciuttezza. La dimostrazione di come si possono usare, senza sovrastrutture, i linguaggi della tv.
E ci si avvia alla conclusione ancora con immagini del disastro accompagnate da Cavallo Bianco dei Matia Bazar (“In silenzio muore il sole in cielo, un nuovo giorno se ne va, passa e va per la sua strada….”), Quella carezza della sera, dei New Trolls (“Quando tornava mio padre sentivo le voci, dimenticavo i miei giochi e correvo li…” che non richiede ulteriori spiegazioni), insieme a Che sarà cantata dai Ricchi e Poveri e Il nostro concerto, di Umberto Bindi, messo lì a mo’ di firma degli autori (“Ovunque sei se ascolterai, accanto a te, mi rivedrai, e troverai un po’ di me in un concerto dedicato a te “). E mi piace pensare che sia una dedica da parte di tutti i telespettatori.
Infine, la perla: il saluto è affidato a Paolo Villaggio, Genova in tutto. Riescono a inserirlo in una puntata tutta musica con una chiosa che sembra scritta apposta: un dialogo tra Villaggio e Fracchia, due anime dell’Italia che si rivolgono al pubblico.
“Fracchia, sveglia. Non puoi vivere solo di sogni… questa realtà non piace a nessuno, neanche a loro che ci stan guardando…”.
Perfetto. Tutto. Chapeau.
Il crollo del ponte Morandi a Genova, viadotto dell’A10 venuto giù per una 80 di metri uccidendo decine di persone, ha profondamente colpito gli italiani, e i telespettatori. La giornata, apertasi con gli aggiornamenti da Londra per un presunto attentato, si è trasformata in una lunga diretta no-stop da Genova, per molti versi in forma di staffetta tra i principali Tg generalisti oltre che nel flusso inarrestabile delle all-news.
Tante le variazioni dei palinsesti, cui abbiamo dedicato un approfondimento. Frequenti in questo caso le cancellazioni dei programmi di intrattenimento: Rai 1 provvede alla sospensione di Reazione a Catena, Rai 2 sostituisce la commedia Troppo napoletano con un film romantico made in USA, Canale 5 opta per Sacrificio d’amore, cassando il film Immaturi, che ha peraltro tra i suoi protagonisti due genovesi doc come Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Sarebbe stato davvero troppo.
Una forma di delicatezza mai scontata. Quel che mi ha colpito di più, però, è la scelta di Techetechetè: ogni sera coltiva, intrattenendo, la memoria pop, di costume, culturale di un paese che si rivede attraverso la tv e che ogni sera riscopre qualcosa di sé. E’ qualcosa che chi è ‘over’ ricorda con nostalgia, che gli adulti più attenti assorbono con curiosità, che i più scoprono grazie a una sceneggiatura che riesce a raccontare storie densissime con la cura della ricerca e la magia del montaggio, che i giovani magari si sorprendono a seguire. Il racconto dell’Italia che fa Techetechetè riesce a fare comunità ogni sera, a suo modo. E riesce a farlo anche in una serata difficile come questa, anche solo con l’annuncio di una puntata speciale dedicata a Genova.
Stasera, #14agosto, #techetechete non seguirà la programmazione ordinaria, ma ci sarà una puntata adeguata al momento che stiamo vivendo dopo la tragedia di #Genova.
— Techetechetè (@_Techetechete) 14 agosto 2018
Si intitola “Se solo ci fermassimo a pensare…” ed è incentrata sui cantanti e i cantautori di Genova, alla sua ricchezza culturale, al suo patrimonio umano e artistico. Un quarto d’ora che traghetta il pubblico dall’edizione del Tg1 delle 20.00 allo Speciale in programma alle 20.50 e che fa da cuscinetto alle dirette incessanti dal luogo della tragedia.
Techetecheté omaggia così la città frustata dal crollo e lo fa senza dover rinunciare a se stessa. Lo fa con quegli stessi materiali che fanno parte della nostra cultura televisiva, che filtrano a proprio modo la cultura popolare e facendolo riesce a fare comunità anche in un momento straniante, e per chi ne è coinvolto, straziante.
In fondo questo quarto d’ora ritagliato tra l’orrore dei live no-stop ha il sapore della delicata attenzione che una persona cara sa farti in un momento difficile. E’ un programma tv, di montaggio, è vero, ‘nulla di più’, ma dimostra il valore di quel che vien fatto con un pizzico di cervello e di apertura al mondo. Anche nell’intrattenimento tv.