Gabriele Romagnoli a TvBlog: “Lascio il sassolino e la scarpa, vado via scalzo”
L’intervista al direttore dimissionario di Rai Sport
Domani è l’ultimo giorno da direttore di Rai Sport per Gabriele Romagnoli, che ha deciso di lasciare il suo incarico 7 mesi prima della sua naturale scadenza.
TvBlog lo ha contattato per sapere i motivi di questa sua decisione e anche per fare un bilancio di questi suoi due anni e mezzo alla guida della Testata giornalistica sportiva della televisione pubblica.
Come mai ha deciso di lasciare la direzione di Rai Sport prima della scadenza del suo contratto che era prevista per il Febbraio del prossimo anno ?
Si è interrotto il rapporto fiduciario. Se ne sono andati prima Carlo Verdelli che mi ha indicato, poi Antonio Campo Dall’Orto che mi ha nominato, ora tutto il CdA. Quando è arrivato Orfeo mi ha confermato con un accordo tra gentiluomini: ce ne andremo insieme (salvo ovviamente lui fosse stato ancora dg a febbraio 2019).
Due anni e mezzo, pochi per qualcuno, tanti per qualcun’altro. Come li ha vissuti Gabriele Romagnoli in Rai ?
Sono onorato di aver lavorato per il servizio pubblico. Il rovescio della medaglia è l’eccesso di visibilità, di polemiche spesso pretestuose e di faziosità che genera tutto ciò che con la Rai ha a che fare e rende difficile svolgere l’incarico affidato.
In cosa sente di aver centrato i suoi obbiettivi e in cosa pensa di aver fallito ?
In questo tempo Raisport ha fatto servizio pubblico (ad esempio puntando sullo sport paralimpico e femminile o dando alle trasmissioni un taglio più tecnico e meno polemico), ha mostrato studi con un’immagine più moderna e conduttori nuovi al posto di volti del passato. Dove non sono riuscito è stato nel cambiare il linguaggio della narrazione sportiva, ma non basta un direttore per questo: occorre un ricambio generazionale.
Un progetto a cui teneva moltissimo e che non è riuscito a realizzare durante la sua direzione di Rai Sport ?
Non uno, ma due. E realizzati, anche. Due trasmissioni di racconto (“Nazionali”) e inchiesta (“Antidoping”) che potevano rappresentare una svolta, ma non hanno avuto gli spazi necessari e sono scivolate sotto traccia.
Capitolo Mondiale di calcio, è stato giusto non prenderne i diritti per la Rai ?
Non sono aziendalista, ma sono leale. Rispetto le scelte di chi sta sopra di me e mi allineo. Quel che immagino è che se la Rai avesse speso 80 milioni per trasmettere 64 partite, gli stessi che hanno criticato la mancata aggiudicazione avrebbero detto che si buttavano i soldi del canone per drogare di calcio gli italiani.
Se dovesse raccontare al suo successore Rai Sport in poche parole, cosa direbbe ?
Credo che il mio successore la conosca già, perché sarà sicuramente un interno. La conoscerà nel bene e nel male. E saprà regolarsi. Auguri a lui.
Lei è stato sfiduciato dalla sua redazione, si è chiesto il perchè e si è dato una risposta ?
Il piano editoriale ebbe la fiducia a maggio. Appena cinque mesi dopo fu presentata una mozione di sfiducia, come non fosse stato attuato. Cinque mesi in cui che cosa era successo? Alcuni erano stati rimossi da incarichi dirigenziali, altri dal video, si erano ridotte le spese superflue. Tutte cose che non alimentano il consenso, ma che sono scelte legittime o, le ultime, necessarie.
Lei che lo ha visto da vicino ci può raccontare cos’è il Partito Rai ?
Non lo definirei un partito, piuttosto un nocciolo, piuttosto grosso, che è sopravvissuto e sopravvivrà a tutto. C’era con la Dc, con Berlusconi, col Pd e ora guarda sornione i nuovi pensando: e vabbè, mo’ ce tocca er sovranista….
Lo sport in televisione, anzi lo sport nella televisione pubblica, come lo vede nel futuro ?
In tutta Europa la tv pubblica fa pochissimo sport perchè non se lo può permettere, con i costi attuali e che aumenteranno sempre più in futuro. Non è bello ma è inevitabile: Cristiano Ronaldo si paga anche così.
C’è qualche sassolino che si vuole togliere dalla scarpa ?
Grazie, ma non ho reagito alle polemiche quando ero in Rai, non lo faccio ora. Lascio il sassolino e la scarpa: vado via scalzo.
Ha mai detto o pensato in questi due anni e mezzo: ah se l’avessi saputo, ed eventualmente in che occasione ?
Chi entra in Rai e resta stupito o viene da Papalla o fa l’ingenuo.
Cosa ci sarà nel futuro di Gabriele Romagnoli ora ?
Vacanza e libri: dieci da leggere e uno da finir di scrivere.
In bocca al lupo a Gabriele Romagnoli.