Diciamolo con una canzone: Ogni Volta
Elena Santarelli e la sua storia in una bella intervista a Candida Morvillo
Capita che un giorno ti trovi per molto tempo a bordo di un treno. Capita che quel treno sia semi deserto e che passi un signore a vendere dei giornali. Ne compri uno, come se fosse un riflesso automatico ed inizi a sfogliarlo. Risenti fra i polpastrelli quella carta, che tanto tempo fa era l’unico o quasi l’unico mezzo per informarti. Senti lo strofinio di quei fogli fra le mani, che rilasciano quella polvere d’inchiostro che profuma di un passato che ora ti torna tutto d’un tratto in mente.
Mentre la carrozza sembra vivere in uno stato di dormi veglia comune ed il silenzio dei suoi -pochi- occupanti si mischia al gracchiare delle rotaie sui binari, arrivi ad un pagina che raccoglie la testimonianza di un volto televisivo, che ora vediamo spesso in alcuni spot pubblicitari. Si tratta di Elena Santarelli, ma ancor prima si tratta di una mamma.
Racconta a Candida Morvillo sul Corriere della Sera la sua storia, la storia di una mamma che deve fare i conti con un tumore che ha colpito il cervello del figlio di 9 anni. Un’intervista a cuore aperto che ci consegna una donna coraggiosa, ma fragile allo stesso tempo, che combatte per il figlio, insieme al figlio e al marito, una battaglia difficile, molto difficile.
Tanti i passaggi che colpiscono di questa intervista, ma è nel finale, anzi nei tempi supplementari di questa chiacchierata, che arriva una frase dolcissima e allo stesso tempo terribile. Una frase sferzante che passa impetuosa come una folata di vento che precede un fortissimo temporale estivo:
“Il momento più brutto è stato quando, di notte, con la torcia, andavo a raccogliere i capelli di Giacomo dal cuscino, per non farglieli trovare il mattino. Quei momenti erano una pugnalata. Metti al mondo un figlio e vuoi proteggerlo, ma non sai che puoi sentirti così tanto impotente”.
Le situazioni della vita, queste situazioni, ti cambiano profondamente. Elena certamente è molto diversa. Ora è più matura, più grande e forse la televisione di oggi avrebbe bisogno di una come lei. Una mamma coraggiosa come ce ne sono tante in Italia e nel mondo e che grazie al suo racconto, grazie alla decisione di renderlo noto, sopratutto in quanto personaggio pubblico (ovviamente massimo rispetto anche per chi decide di vivere queste situazioni nel privato) può far arrivare queste storie in primo piano e non farle rimanere in quel cono d’ombra che le rende dannatamente anonime, facendole diventare così -ogni volta- un esempio da ammirare per tutti.
Ogni volta che viene giorno
Ogni volta che ritorno
Ogni volta che cammino e
Mi sembra di averti vicino
Ogni volta che mi guardo intorno
Ogni volta che non me ne accorgo
Ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
Ogni volta che mi sbaglio
Ogni volta che sono sicuro e
Ogni volta che mi sento solo
Ogni volta che mi viene in mente
Qualche cosa che non c’entra niente
Ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
E ogni volta che non è importante
Ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
Ogni volta che non c’è
Proprio quanto la stavo cercando
Ogni volta
Ogni volta quando
E ogni volta torna sera
E la paura
E ogni volta torna sera
E la paura
E ogni volta che non c’entro
Ogni volta che non sono stato
Ogni volta che non guardo in faccia a niente
E ogni volta che dopo piango
Ogni volta che rimango
Con la testa tra le mani
E rimando tutto a domani