Mondiali 2018, Sandro Piccinini a Blogo: “Come una finale di Champions che dura un mese”
Parla ai microfoni di Blogo il telecronista che a 60 anni debutta al Mondiale di calcio: “Sento già l’adrenalina, racconterò 13 partite”
Tutto pronto per il suo debutto mondiale a 60 anni compiuti! Sandro Piccinini commenterà la partita inaugurale del Mondiale di calcio 2018. Appuntamento fissato per giovedì 14 giugno alle ore 17, quando la Russia, padrona di casa, ospiterà l’Arabia Saudita. Il match sarà trasmesso in diretta da Canale 5.
La storica seconda voce di Mediaset sarà in Russia per 38 giorni consecutivi curando la telecronaca di 13 partite (compresa la finale del 15 luglio), sempre affiancato da Antonio Gennaro. L’impegno mondiale per lui sarà anche in versione opinionista-ospite in collegamento nelle trasmissioni (anche quella di intrattenimento con Nicola Savino, Balalaika) e nei tg che copriranno l’evento calcistico per Nazionali per la prima volta trasmesso dal Biscione.
Quali emozioni provi alla vigilia del tuo primo Mondiale da telecronista?
È come fare una finale di Champions che dura un mese. Ho la stessa sensazione di prima delle finali di Champions. Russia-Arabia Saudita non sarà di altissimo livello tecnicamente, ma tutto il mondo la seguirà. Sento già l’adrenalina.
Qual è l’appeal televisivo di un Mondiale di calcio senza l’Italia?
Non cambia tanto e non lo dico perché devo valorizzare il prodotto. Negli ultimi due Mondiali l’Italia ha fatto tre partite, di cui l’ultima è stata un funerale. Quindi su 64 partite 61 sono state senza l’Italia. Lo abbiamo visto con gli ascolti della Champions: Messi, Ronaldo, Neymar sono ormai diventati familiari e quasi più popolari dei calciatori italiani. Quindi, viene meno la componente del tifo, ma la passione per il calcio rimane. La mia terza partita sarà Brasile-Svizzera: il debutto di Neymar se lo vedranno tutti.
Quale finale vorresti commentare?
Brasile-Argentina sarebbe il massimo. Anche se ho una simpatia per l’Inghilterra.
C’è una Nazionale che non conoscevi e che hai dovuto studiare per l’occasione?
Certo. Per esempio l’Arabia Saudita, è da due mesi che memorizzo i nomi dei calciatori e che cerco di colmare le lacune. Sto provando ad arrivare alla partita preparato.
Il Mondiale raccontato da Mediaset in cosa sarà diverso rispetto a quelli raccontati da Rai e Sky?
C’è una copertura bestiale, multimediale, tra reti in chiaro, canali di supporto, sito e radio. Il programma di intrattenimento con Savino, Gialappa’s, Mago Forest e Abatantuono sarà molto divertente. Così come quello di Pardo su Italia 1 con Pucci e Militello. Insomma, un’offerta un po’ per tutti i gusti. Per quanto riguarda le telecronache abbiamo un nostro stile che pensiamo sarà apprezzato: qualità, competenza, senza enfatizzare oltre il necessario.
Quale aspetto extra calcio della Russia ti incuriosisce di più alla vigilia dei Mondiali?
Il Mondiale è un biglietto da visita importante per un Paese, quindi credo che la Russia vorrà accreditarsi come affidabile dal punto di vista della sicurezza, mettendo anche in mostra i bellissimi stadi che ha. Vorrà sfruttare l’occasione anche dal punto di vista politico. Mi aspetto una buona organizzazione.
Chi vincerà il Mondiale?
Brasile.
Quale sarà la squadra rivelazione?
Il Belgio, che però è già una squadra affermata. Per il resto, direi che sarà un Mondiale in cui verranno fuori i reali valori dei calciatori, anche perché l’estate sarà fresca. Non vedo grande spazio oltre gli ottavi per le squadre minori.
Sarai in Russia per 38 giorni. Fatta la finale, che programmi hai?
Resto due giorni in Russia per rifiatare, poi rientro e vado a Londra secco, a riflettere. Il mio traguardo è la riva del Tamigi. Al sole fresco per meditare sul futuro.
A proposito della riflessione sul tuo futuro… come procede?
È tutto ancora in alto mare, devono essere assegnati ancora i diritti tv della Serie A. Hanno presentato il bando: faccio televisione da 40 anni, ma non c’ho capito niente. Non la vivo con preoccupazione, ma con tranquillità e curiosità, mi sembra un pasticcio pazzesco.
Intanto di recente hai debuttato come telecronista di Rai1 per la Partita del cuore con Alberto Rimedio e Fabio Caressa…
(ride, Ndr) Sì, è stato divertente e ho scoperto che anche Rimedio, come me e come Caressa che era mio allievo, viene da TeleRoma 56.
E continuo a leggere sui social che potresti essere il nuovo telecronista Rai per la Nazionale di Mancini anche se lo hai smentito poche settimane fa nell’intervista a Blogo…
Sai, la Rai non è un’azienda privata che può decidere di prendere questo o quello così, ci sono meccanismi diversi…
Ma comunque tu hai detto di non voler passare in Rai, giusto?
È una strada che non vedo praticabile.