Di Martedì, applausi per tutti: 265 in una sola puntata!
Nell’ultima puntata di Di Martedì abbiamo contato 265 applausi, pari a un’interruzione ogni 43 secondi. Nei talk politici il gesto è diventato un atto dovuto, democratico quanto molesto
Se tutto è un applauso, nulla è da applauso. Applausi a destra, applausi a sinistra, applausi al centro. Applausi per chi esprime pensieri intelligenti, applausi per chi esprime pensieri banali o retorici. E così, anziché rafforzare e sottolineare un preciso momento, nei talk politici il gesto diventa un atto dovuto, imposto, quasi fosse compreso in scaletta.
Già perché l’applauso occupa spazio e rosicchia tempo. Prendiamo Di Martedì (qui la lettera scritta a Giovanni Floris qualche tempo fa), programma che ne abusa più di tutti. Nell’ultima puntata Tvblog li ha contati, trovandosi di fronte ad un numero impressionante: 265 ovazioni in centonovantadue minuti di trasmissione. Dal computo abbiamo escluso i lanci iniziali compresi tra i due neri pubblicitari che vanno subito dopo Otto e mezzo.
Calcolatrice alla mano, si parla nientemeno che di un’interruzione ogni 43 secondi. Dato che diventa ancor più sconcertante se si considera che dalla mezzanotte Di Martedì si riempie di servizi che riducono il confronto in studio.
Molto, se non tutto, si concentra pertanto nella prima parte. Pronti via e la copertina numero uno di Gene Gnocchi conquista 32 battiti di mani in soli undici minuti (uno ogni venti secondi). Il comico di Fidenza si ripete nella seconda uscita con 29 applausi, stavolta in nove minuti, pari ad uno a distanza di diciotto secondi.
Cambia il tenore ma non l’andazzo con l’arrivo di Milena Gabanelli. L’ex volto di Report, in collegamento video, si aggiudica 11 applausi in sei minuti, mentre Piercamillo Davigo ne porta a casa 20 in meno di un quarto d’ora. Ed ancora, Maurizio Martina registra 19 acclamazioni in diciassette minuti, seppur in tandem con il direttore de La Verità Maurizo Belpietro. Il record appartiene comunque al blocco centrale da cinquanta minuti (tra gli interventi quelli di Elsa Fornero e Carlo Cottarelli) che subisce ben 55 interruzioni.
L’applauso è diventato tanto democratico quanto molesto. Oltre a provocare fastidio all’udito, interrompe il flusso. Un po’ come percorrere la strada statale in automobile e non riuscire mai ad ingranare la terza. Per decenni ha raccontato un mondo, è stato attore protagonista all’interno di una narrazione. C’era il conduttore, c’era l’ospite e poi c’era il pubblico, che poteva far perdere le staffe a chi, sentendosi accerchiato, si innervosiva e gridava al complotto: “Vi siete portati la claque…”.
Ma la claque, seppur a comando, tifa per qualcuno, parteggia, prende una posizione. Nei talk di oggi vige invece il consenso indistinto, che tu sia renziano o anti-renziano, grillino o berlusconiano, fan di Mattarella o promotore dell’impeachment.