Il clan dei camorristi – Francesca Beggio a TvBlog: “Anna Esposito presto dovrà fare i conti con la realtà in cui ha scelto di vivere”
TvBlog intervista l’attrice Francesca Beggio, protagonista femminile accanto a Stefano Accorsi della fiction Taodue Il clan dei camorristi.
È partita lo scorso venerdì sera la nuova avventura targata Taodue, con le otto puntata de Il clan dei camorristi (trama prima puntata e recensione), fiction che racconta un ventennio di lotta alla camorra in Campania, ad opera di un coraggioso magistrato, Andrea Espositio, interpretato da Stefano Accorsi. Al suo fianco, nel ruolo di protagonista femminile, troviamo una bella e brava Francesca Beggio, attrice trentatreenne che arriva a interpretare Anna, la moglie del giudice Esposito, dopo diverse esperienze televisive Rai e Mediaset (ricordiamo ad esempio, Agrodolce, Il commissario Rex, Ris, il film tv Troppo amore) che le hanno dato visibilità e tanto teatro.
Francesca ci ha raccontato il suo personaggio e quali saranno i suoi sviluppi, come si è preparata a questo ruolo e più in generale alla professione di attrice, che ha scoperto all’improvviso solo intorno ai 20 anni, dopo aver fatto mille lavori, dalla segretaria alla centralinista, dalla baby sitter all’assistente di un dentista, fino a quando ha capito che voleva solamente recitare e ha iniziato a studiare per questo, all’Accademia Internazionale dello Spettacolo di Milano. Oggi non solo è un’attrice apprezzata, ma anche promotrice, insieme a due colleghe, di iniziative a favore dell’arte e dell’universo femminile, dopo aver fondato una compagnia teatrale che porta il nome di Compagnia di Diana, la dea della caccia e che rappresenta anche l’archetipo femminile, come lei stessa ci ha raccontato al termine di questa intervista.
Siamo appena all’inizio dell’avventura de Il clan dei camorristi e abbiamo ancora tante cose da scoprire del tuo personaggio. Ci puoi raccontare, dal tuo punto di vista, chi è Anna Esposito?
“Anna è una donna coraggiosa e piena di sani principi. Nella prima puntata l’abbiamo conosciuta giovane e ancora ingenua, ma ben presto dovrà fare i conti con la realtà quotidiana in cui ha scelto di vivere insieme a suo marito”.
TvBlog intervista Francesca Beggio, Anna Esposito in Il clan dei camorristi
Dalla prima puntata, ciò che emerge di Anna è di essere una donna innamorata di suo marito, degli ideali che condivide con lui e del suo lavoro di medico. Che evoluzione avrà nella storia il tuo personaggio?
“La vedremo crescere, diventare forte e combattiva, supportare Andrea nelle sue lotte, stargli accanto ad ogni costo, lottare contro lo sconforto e le paure per difendere la sua famiglia. Parallelamente porterà avanti la sua battaglia personale come medico, scontrandosi con una società corrotta e con il disagio sociale provocato dalla potenza della criminalità organizzata”.
La storia del Clan dei camorristi è ambientata nei primi anni ’80. Tu allora eri appena nata. Come ti sei preparata quindi per questo ruolo, non avendo vissuto in maniera attiva quegli anni? Ti sei documentata, hai chiesto consigli?
“Si, certamente. E poi ci sono gli anni 90. Nelle 8 puntate percorriamo quasi vent’anni di storia italiana. Quelli ce li ho bene impressi anche se ero ancora una ragazzina. L’attentato a Falcone, l’esplosione dell’inchiesta Mani pulite. È un decennio che ha cambiato il modo di mettere a fuoco gli eventi, non solo per quanto riguarda i fenomeni mafiosi”.
Come è stato affiancare, da protagonista femminile, un grande attore come Accorsi? Ti sei subito trovata a tuo agio o eri in soggezione?
“L’argomento trattato e la responsabilità dei ruoli non ci hanno concesso molto tempo per la soggezione. Quando devi creare una forte intimità c’è sempre un momento di grande studio, di osservazione. Poi entri nella storia e non esiste più nessun pudore, ci si crede e basta. Con Stefano è andata così, abbiamo cercato da subito il modo per restituire questa sensazione di famiglia unita”.
Quale è il ricordo principale di questa esperienza che porterai con te?
“Il pomeriggio in cui ho letto la sceneggiatura per la prima volta, tutta d’un fiato. Mi sono emozionata per la profondità della ricerca che c’era dietro. E poi tanti momenti intensi sul set con i colleghi, un cast straordinario, e il rapporto con i registi”.
Ti sei rivista in tv nella prima puntata della fiction? Se sì, cosa hai pensato?
“Sì, e ho pensato troppe cose! Sono una perfezionista e tendo molto all’autocritica, ma finora mi ritengo soddisfatta. Siamo solo all’inizio della messa in onda, è presto per dirlo. Sarebbe come commentare un film dopo averne visto il primo quarto d’ora!”
Quali sono le difficoltà maggiori che si riscontrano oggi a lavorare nel mondo della recitazione, soprattutto per un giovane attore?
“La televisione ha imposto una serie di regole moderne ad un mestiere antico. L’attore è un essere umano in continua evoluzione, in continuo studio di se stesso e osservazione del mondo. È una professione che oggi subisce molto i tempi veloci dell’epoca moderna e soprattutto l’ossessione per un certo tipo di immagine”.
Cosa credi dovrebbe cambiare per migliorare questa situazione?
“Bisogna tornare a fidarsi dell’arte. Il nostro paese ha attraversato un momento oscuro in cui le qualità umane ed artistiche hanno perso di importanza. Il rispetto e la meritocrazia devono tornare al primo posto”.
Sei una donna molto bella. Per come la vedi tu, l’aspetto fisico, nel tuo lavoro, è fondamentale o è solo una marcia in più?
“Dipende dal personaggio che devo interpretare. Può essere un valore aggiunto ma anche un ostacolo. Sembra assurdo ma è così: sullo schermo è l’intensità che conta, il concetto di bellezza è relativo, specialmente al cinema”.
C’è un ruolo in particolare che ti piacerebbe ricoprire al cinema o in tv?
“Una donna d’epoca. Mi affascina il processo di ricostruzione. Lo studio dei costumi, del portamento. L’Ottocento è tra i miei secoli preferiti”.
Per concludere e salutarci, quali sono a breve i tuoi progetti lavorativi?
“Mi sto occupando di teatro. Sono tra le socie fondatrici di una piccola Compagnia per la quale mi metto a disposizione come attrice nei progetti interni, ma anche come organizzatrice per gli spettacoli altrui. Il teatro è un luogo in cui ho bisogno di stare”.
Le due foto di apertura sono di Azzurra Primavera.