E poi c’è Cattelan, lo sketch con Roberto Burioni finisce all’Università
La gag andata in onda il 14 marzo scorso riproposta durante una lezione all’Università di Cagliari. Nello sketch Cattelan e Burioni prendevano di mira i tuttologi dei social
E poi c’è Cattelan finisce all’Università. E’ successo martedì mattina e la puntata in questione è quella del 14 marzo scorso, quando il late-show di Sky Uno ha ospitato Roberto Burioni. Il virologo, divenuto celebre nell’ultimo anno per il suo impegno a favore delle vaccinazioni, aveva partecipato ad una gag con Alessandro Cattelan nella quale si prendevano di mira i tuttologi della rete.
Una sorta di “pubblicità progresso” all’inverso rivolta a chi parla di un tema specifico senza averlo approfondito e, soprattutto, senza avere le competenze per farlo.
Il video è stato proiettato a Cagliari agli studenti del corso di Scienze Biologiche. Un modo per alleggerire la lezione, dedicata proprio ai vaccini, e stigmatizzare l’atteggiamento di chi sui social pensa di saperne di più di chi studia e fa ricerca.
A retwittare la curiosità è stato lo stesso Cattelan. L’episodio si ricollega perfettamente alla missione originaria dello sketch, con il conduttore e Burioni chiamati a interpretare rispettivamente l’esempio negativo e positivo.
E poi la professoressa utilizza uno spezzone di #epcc durante la lezione sui vaccini pic.twitter.com/LTvYdJy5BI
— its A (@tznf111) 27 marzo 2018
“Per diventare medico ho dovuto studiare più di trent’anni passando notti insonni sui libri e facendo tantissimi sacrifici, non fare come me“, esordiva uno sconsolato Burioni. “Non ho mai fatto un lavoro vero nella vita e me la passo alla grande”, era invece la reazione di un entusiasta Cattelan. “Non sprecate tempo e denaro con quella cosa chiamata istruzione. Da oggi potete anche voi laurearvi con poche semplici mosse direttamente da casa con la laurea su Facebook”.
Nel corso dell’ospitata a Epcc il medico aveva inoltre ricordato come cominciò la sua avventura sui social nel ruolo del cosiddetto ‘blastatore seriale’:
“Era il 2015. Un’amica bolognese mi chiese di spiegare vaccini nel gruppo di mamme. Cominciai a spiegarli e mi accorsi che c’erano queste mamme che li spiegavano a me. Rimasi stupito e capii che c’era un bisogno di illustrare queste cose in maniera semplice e convincente”.