Paolo Borsellino – Adesso tocca a me, docufiction Rai1: conferenza stampa
Andrà in onda in prima visione su Rai1 mercoledì 19 luglio alle ore 21.30
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11.16
Siamo a Viale Mazzini. Proiezione terminata.
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11.17
Ora i saluti istituzionali.
Pietro Grasso – Presidente del Senato
Monica Maggioni – Presidente Rai
Mario Orfeo – Direttore Generale Rai -
11.30
Nella 25esima ricorrenza della strage di via D’Amelio, per ricordare il sacrificio di Borsellino e della sua scorta, la Rai offre una programmazione radio e tv speciale. Tra gli appuntamenti speciali il documentario di Rai Cultura Paolo Borsellino. L’ultima stagione per il ciclo Diario Civile con l’introduzione del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti in onda martedì 18 alle 21.10 su Rai Storia e in replica il giorno successivo alle 14.30 su Rai1.
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11.35
Ci saranno spazi dedicati alla ricorrenza a Unomattina Estate e La vita in diretta estate. Su Rai3 speciale Blob.
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11.39
Su Rai1 venerdì 21 alle 21.30 Speciale Cose nostre con una puntata speciale a Matteo Messina Denaro.
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11.46
Il direttore di Rai Fiction Andreatta: “Il racconto civile è uno dei perni fondamentali della linea editoriale del servizio pubblico. Questo film racconta i valori in cui tutti si possono riconoscere. Racconta figure non distanti da noi, ma di cui avvertiamo eredità e capacità di trarne un esempio per il nostro presente”.
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11.48
Andreatta: “La docufiction è un linguaggio forte e di impatto perché i linguaggi di fiction e documentario si moltiplicano tra di loro”.
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11.49
Andreatta: “Per lo spot abbiamo scelto il discorso che Borsellino fa agli scout perché in quel momento si saldano i due linguaggi, quello della fiction e quello del documentario”.
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11.50
Andreatta spiega che questa docufiction è importante soprattutto per i giovani e annuncia che sarà proiettata nelle scuole.
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11.50
Andreatta: “Il linguaggio della docufiction l’avevamo già usato per Libero Grassi (prodotto sempre insieme ad Aurora) e continueremo a farlo, in altri modi, su Rai3; è uno dei linguaggi più importanti per raccontare il nostro presente”.
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11.52
Il produttore Pecorelli: “Su questo lavoro c’è un grandissimo impegno culturale; comunichiamo il senso del dovere, ma cerchiamo anche di fare una operazione culturale di crescita”.
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11.55
Fabiano, direttore Rai1: “Abbiamo il dovere di continuare a cercare la verità e di rinnovare la conoscenza di quello che è successo. Il nostro compito è alzare la frequenza del nostro impegno anche per provare a dare risposte ai grandi temi del Paese”.
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11.57
Giovanni Filippetto, coordinatore editoriale: “La docufiction ha un valore aggiunto rispetto a un film o a una fiction; con la docufiction lo spettatore ha sempre la sensazione di vedere qualcosa che è realmente accaduta”.
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12.01
Antonio Vullo, agente della scorta Paolo Borsellino: “Questo documento è pieno di tante verità; mi ha toccato tantissimo. Chi vedrà questo docu-film sarà toccato. Ringrazio tutti, hanno fatto un lavoro col cuore. Hanno sentito la tragedia che noi abbiamo vissuto quel 19 luglio. Hanno saputo unire le immagini di repertorio, le interviste, le foto e la fiction”.
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12.04
Vullo: “Molti sono convinti che l’esplosione ci sia stata dopo aver premuto il campanello del citofono. Non è vero, si è appurato che chi ha premuto il telecomando dell’ordigno era nascosto dietro un muretto alla fine di via D’Amelio. In questo docufilm viene raccontato, finalmente”.
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12.06
Vullo: “Ci sono stati tanti processi, tante condanne, ma qualcosa ancora manca. Molto ruota, secondo me, intorno all’agenda rossa”.
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12.07
Vullo ringrazia Bocci: “In alcuni passaggi mi ricordava moltissimo Paolo Borsellino”.
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12.08
Vullo ricorda che Borsellino si sentì isolato dopo la morte di Falcone: “Se l’appoggio dello Stato fosse stato più forte, la storia sarebbe andata diversamente. Paolo era l’uomo giusto per cambiare la Sicilia. E, di conseguenza, tutta l’Italia”.
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12.09
Vullo: “Borsellino ci ha lasciato tantissimo. E questo non si può toccare”. Poi si giustifica per l’emozione amplificata dalla visione della docufiction.
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12.10
Il regista Francesco Miccichè: “Mi sento di ringraziare Antonio Vullo che ha fatto uno sforzo enorme, non è nel suo carattere, non gli piace apparire, non gli piace essere in prima fila. Questi 25 anni li ha vissuti nel ricordo e nel tentativo di raggiungere la verità; a noi si è concesso con grandissima generosità”.
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12.11
Il regista definisce “straordinaria” l’interpretazione di Bocci: “Si è preparato molto, nella scena degli scout è stato bravissimo, è la scena più difficile”.
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12.12
In sala presenti, tra gli altri, Anna Ammirati (Agnese Borsellino) e Giulio Corso (Antonio Vullo).
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12.13
Bocci: “Sono stati fatti film bellissimi su Borsellino e su questi temi, la nostra operazione è diversa, ha la potenza di mescolare la realtà con la finzione. Ho sbirciato i volti di chi ha assistito alla proiezione; mi hanno detto che erano emozionati ma che provavano anche rabbia; questo significa che abbiamo fatto un lavoro di ricostruzione adeguato”. Poi definisce “puntuale” la sceneggiatura.
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12.16
Bocci: “Borsellino era un uomo allegro, positivo, scherzoso. Mi è stato confermato dalle tante immagini della sua vita privata che ho visto sul set. Non siamo riusciti a inserire nel film un’immagine, quella di Borsellino sorridente sulla bici a petto nudo che fa con le mani il gesto di vittoria”.
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12.18
Bocci: “Quella mafia lì ha perso, perché c’è stato il risveglio delle coscienze di tanti giovani, non solo siciliani. La mafia forse non è stata vinta, esiste ancora, quella dei colletti bianchi, ma quella fu una sconfitta per la mafia”.
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12.20
Bocci: “Quando ci si confronta con personaggi reali si sente sempre una grossa responsabilità. Qui la mia faccia viene messa direttamente a confronto con la sua. Avevo un po’ di timore, ma le scelte del regista e del produttore sullo staff mi hanno rassicurato. Abbiamo cercato di cogliere gli aspetti del viso di Borsellino che ci avrebbero aiutato. Ma non è stata tanto la mia trasformazione fisica, ma l’interezza della ricostruzione, il mixare documenti reali e fiction in maniera puntuale e magistrale, ha fatto la differenza. Poi se anche gli assomigliassi un decimo per la sua moralità sarei l’uomo più felice al mondo…”.
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12.21
Vullo: “Serve un pentito di Stato per raggiungere la verità? Sì, non c’è solo la mafia in questa strage. Ci sono anche elementi dello Stato…. Ci sono indagini in corso, non vorrei parlarne. Ma il mio pensiero è che ci vorrebbe un pentito di Stato”.
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12.23
Andreatta: “Il linguaggio della docufiction è applicabile anche a tematiche meno di coscienza civile? È un linguaggio potentissimo, se fatta con rigore. Con Libero Grassi abbiamo iniziato il percorso, ora andremo avanti, con personaggi che potrebbero essere anche inerenti al mondo della cultura popolare, anche se per ora siamo concentrati su racconto civile o su storie di spaccato politico”.
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12.25
Andreatta cita la docufiction “Scacco al re” andata in onda su Rai3. Poi ricorda che è prevista una docufiction Rai su Mafia capitale.
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12.26
Finisce la conferenza.
Sta per iniziare nella sede Rai di Roma in viale Mazzini la conferenza stampa di presentazione di Paolo Borsellino – Adesso tocca a me. Si tratta della docufiction in onda in prima visione su Rai1 mercoledì 19 luglio alle ore 21.30.
Scritto da Sandrone Dazieri, Giovanni Filippetto, Francesco Miccichè, con il coordinamento editoriale Giovanni Filippetto, è una coproduzione Rai Fiction – Aurora TV. Nel cast Cesare Bocci (che interpreta Borsellino), Giulio Corso, Ninni Bruschetta e Anna Ammirati.
Nel corso della presentazione, che Blogo seguirà in liveblogging, sono previsti gli interventi di Eleonora Andreatta – Direttore Rai Fiction, Andrea Fabiano – Direttore Rai1, Giannandrea Pecorelli – Produttore Aurora TV, Antonio Vullo – agente della scorta Paolo Borsellino, Francesco Miccichè – regista, Giovanni Filippetto – coordinatore editoriale e Cesare Bocci.
Paolo Borsellino, Adesso tocca a me | Anticipazioni
Il 19 luglio 1992, 57 giorni dopo la strage di Capaci, la mafia uccide Paolo Borsellino.
A 25 anni dall’attentato di Via d’Amelio, attraverso le testimonianze della famiglia e di rappresentanti dello Stato, le ricostruzioni, ma anche il punto di vista inedito dell’agente Antonio Vullo, unico sopravvissuto alla strage, una docufiction ci restituisce un eroe della recente storia nazionale e la consapevolezza di come i valori civili che ha incarnato possano continuare ad essere tenuti vivi nella nostra memoria.