Piroso polemizza con Mentana: “Mi prende per i fondelli, dopo che arrivò lui a La7 ci fu accanimento nei miei confronti”
“Quando arrivò lui a La7 mi tolsero Omnibus, chiusero Niente di personale e massacrarono AhiPiroso…”
Attraverso il sito Dagospia, Antonello Piroso ha replicato a quanto scritto stamattina da Enrico Mentana a proposito della chiusura di La Gabbia. Piroso, oggi accasato a Radio 2, ha rievocato quanto accaduto dopo essere stato sostituito proprio dal collega alla direzione del TgLa7 nell’estate del 2010:
In un post su Facebook da te (si riferisce a D’Agostino, Ndr) ripreso, Enrico Mentana mi pare infatti replichi a Gianluigi Paragone argomentando che se il suo programma La Gabbia chiude, non è certo per censura, e comunque potrà sempre fare altro a La7.
Mentana spiega che “dalla strada delle botteghe della 7 non si sfratta nessuno, né lo si lascia nella bottega chiusa. Magari si cambia un’insegna, si mette in mostra un lavoro nuovo, ma niente epurazioni”.Ecco, la simpatica presa per i fondelli che il direttore di cui sopra mi ha riservato è proprio a causa di questo passaggio.
Perché a La7 forse oggi non si sfratta e non si chiudono botteghe, ma nel mio caso c’è stato almeno un esproprio proletario, per dirla con il vetusto linguaggio degli anni Settanta (che Mentana ricorderà, perché in quegli anni era dirigente della Federazione dei giovani socialisti, con segretario del Psi Bettino Craxi).
Il caso vuole infatti che con il suo arrivo a La7 (al mio posto come direttore del Tg, luglio 2010), nell’ordine -post hoc, proter hoc?- avviene quanto segue:
-mi viene sottratto Omnibus, programma da me ideato e condotto (peraltro ancora oggi in palinsesto);
-mi viene chiuso il programma di prima serata Niente di personale (di certo nè per gli ascolti nè per i costi, era prodotto internamente a meno di 100 mila euro a puntata; contemporaneamente veniva acquistato “chiavi in mano” il programma Barbareschi Shock, che costava cinque volte tanto e faceva la metà della metà degli ascolti);
-viene massacrato da continui spostamenti d’orario, ultima collocazione: le 2 del mattino, il programma AhiPiroso (che la rete era obbligata a trasmettere in virtù dell’accordo raggiunto in sede di transazione; realizzato con Adriano Panatta e Fulvio Abbate, è stato definito da Renzo Arbore un prodotto tipicamente “arboriano”, cui assomigliano vistosamente successive, acclamate rassegne stampa in chiave satirica) (qui il riferimento sembra essere a Gazebo, che dalla prossima stagione approderà su La7, Ndr);
Insomma, c’era un certo qual “accanimento terapeutico”, confermatomi da tre persone che a La7 hanno lavorato (o lavorano ancora?) in posizioni cosiddette apicali.
Piroso ha continuato con il sarcasmo che lo contraddistingue:
Contento dunque di apprendere che ora, con Urbano Cairo, certi trattamenti a La7 sono venuti meno.
O forse non ci sono mai stati, e io sono stato solo una sfortunata eccezione, vittima di un’avversa congiuntura astrale.
Sia come sia, lungi da me l’idea di ergermi a martire della professione come “epurato”, ruolo che lascio volentieri ad altri colleghi: ho smesso di piangermi addosso a 10 anni quando mi sono rifiutato di mettermi i pantaloni corti per andare a scuola.
Ma tanto volevo dirti solo per il gusto della verità storica, per quello che vale.
Quindi ha concluso con un aneddoto (e con l’ennesima frecciatina al collega):
Tanto più che Mentana è sempre cortese nei miei confronti: l’ultima volta che mi ha incontrato, pochi mesi fa da Madeleine (locale a metà strada tra la redazione de La7 e gli studi di Radio Rai di via Asiago, l’altra sera erano allo stesso tavolo Alessandra Sardoni e Milena Gabanelli, per dire) mi ha chiesto se avrei accettato di tornare a La7 perché in tal caso si sarebbe attivato.
Proposta che ha spiazzato la persona che era in mia compagnia.
“Ma era serio?” mi ha poi domandato quando Mentana si è allontanato.
Le ho risposto citando il Giulio Cesare di William Shakespeare: “Mentana è uomo d’onore”.Era, giuro, un commento ironico, ma affettuoso (perché non dimentico che alla fine degli anni ’90 Mentana mi propose l’assunzione al Tg5, che io rifiutai).