Sciopero degli sceneggiatori scongiurato, firmato il nuovo accordo. Ecco i dettagli
Da The Walking Dead a Jessica Jones, un nuovo sciopero degli sceneggiatori complicherebbe lo sviluppo di diverse serie tv
Update 2 maggio ore 20:10: arrivano ulteriori dettagli sull’accordo firmato da WGA (sindacato degli sceneggiatori) e l’associazione dei produttori che ha portato a scongiurare un nuovo sciopero dopo quello del 2007. Nella dichiarazione della WGA si afferma come gli sceneggiatori abbiano ottenuto per un aumento della copertura legata all’assistenza sanitaria, oltre ad uno storico accordo sull’ammontare di lavoro per singolo episodio per evitare che stagioni brevi da 10-13 episodi possano bloccare per tutto l’anno un autore: con questo nuovo accordo l’impegno sarà conteggiato in 2,4 settimane per episodio. Ogni lavoro oltre questo periodo dovrà essere pagato separatamente. Inoltre hanno ottenuto circa 15 milioni di dollari di aumento dai guadagni legati all’on demand ma anche una protezione per i neo-genitori.
Update 2 maggio ore 10:08 (ora italiana): l’accordo è stato firmato tra WGA (sindacato degli sceneggiatori) e AMPTP (associazione dei produttori), scongiurato lo sciopero degli sceneggiatori che in caso di mancata firma sarebbe scattato a partire da oggi. “E’ stata una notte dura, ma sapevamo ce l’avremmo fatta” ha detto a deadline una fonte interna ai produttori. L’accordo dovrà ora essere ratificato dalla sezione Ovest e Est della WGA, intanto noi spettatori di serie tv possiamo tirare un sospiro di sollievo, l’era della peek tv non subirà uno stop inaspettato.
Tutte le tappe dell’accordo tra sceneggiatori e produttori
Update 2 maggio ore 09:44 (ora italiana): la scadenza della mezzanotte (ora USA) è passata senza alcun accordo ma secondo deadline.com le trattative starebbero proseguendo e le parti sarebbero molto vicine ad un accordo triennale.
Update 2 maggio ore 07:00 (ora italiana): secondo diverse fonti un accordo tra WGA (sindacato degli sceneggiatori) e AMPTP (associazione dei produttori) è sempre più vicino con in arrivo un possibile patto su uno dei temi più controversi, ovvero l’assicurazione sanitaria. Non è detto che tutto si chiuda subito ma è anche possibile un’estensione delle trattative senza uno sciopero direttamente proclamato. Nel frattempo gli sceneggiatori trovano il supporto di diversi politici come la senatrice Elizabeth Warren o il consigliere di Los Angeles David Ryu, che hanno deciso di schierarsi pubblicamente dalla loro parte.
Anche Moody’s, il servizio di ricerche finanziarie, sostiene che il costo di un accordo per i produttori sarebbe tra i 100 e i 125 milioni, cifra leggermente inferiore rispetto a quella prevista dalla WGA. Al tempo stesso l’agenzia di rating ha sottolineato come uno sciopero rischierebbe di mettere in ginocchio le società con meno flessibilità e disponibilità finanziaria: gli studi cinematografici sarebbero più a rischio seguiti dai network broadcaster e dalle pay tv.
Update 29 aprile: mentre le trattative proseguono in vista del primo maggio, giorno della scadenza del contratto degli sceneggiatori, con un ulteriore giornata di trattative prevista per il 2 maggio, la WGA (sindacato degli sceneggiatori), tramite il proprio sito, prova a minimizzare l’impatto sui produttori di un eventuale accordo.
Una mossa utile da un lato a sgomberare il campo da illazioni sulle pretese troppo elevate degli sceneggiatori, dall’altro usata per gettare la palla nel campo dei produttori e scaricare su di loro le eventuali colpe di uno sciopero. La WGA sostiene infatti che il costo totale legato ad un eventuale accordo sarebbe solamente di 156 milioni di dollari, di cui solo 103 milioni graverebbero sulle spalle delle sei principali gruppi produttivi. Gli stessi sei che secondo la WGA nel 2016 avrebbero generato profitti per 51 miliardi di dollari, profitti ottenuti grazie anche all’operato degli sceneggiatori. Entrando nello specifico il sindacato degli sceneggiatori stima in 14 milioni di dollari l’aumento dei costi per CBS, 18,57 per Disney, 22,3 per FOX, 15,68 per NBC, 11,21 per Sony e 24,01 per Time Warner; il restanti 41,83 milioni di dollari sarebbero divisi tra le altre società con 8,58 sulle spalle di Viacom e il resto diviso tra Netflix, Amazon, AMC, Lionsgate e centinaia di altre società.
WGA prova così a far pressione sui produttori e da semplici spettatori, non coinvolti nella vicenda, guardando questi numeri viene da pensare come il costo di uno sciopero degli sceneggiatori potrebbe essere più elevato di un eventuale accordo.
Update 26 aprile: il sindacato degli sceneggiatori, WGA, ha iniziato ad aprire un fondo per supportare quei colleghi che potrebbero andare incontro a difficoltà economiche a causa di uno sciopero prolungato, sul modello di quanto fatto nel 2007 (e molti sceneggiatori hanno da poco finito di ripagare il prestito ottenuto dieci anni fa).
Poche settimane e potrebbe essere di nuovo il 2007 (almeno da un punto di vista televisivo).
Nessun vortice temporale, tranquilli, ma un nuovo sciopero degli sceneggiatori americani sul modello di quanto successo nel 2007, rischia di essere alle porte. La data in cui scatterebbe il nuovo sciopero degli sceneggiatori è il 1° maggio, giorno in cui scade il precedente contratto. Ma non siamo più nel 2007. Il numero delle serie tv è cresciuto esponenzialmente arrivando a quota 500 produzioni realizzate e lo sciopero toccherebbe tutti i canali, premium, cable o streaming che siano senza fare discriminazioni.
Il WGA (Writers Guild of America), il sindacato degli sceneggiatori, con una votazione interna ha approvato con il 96,3% la decisione di indire uno sciopero nel caso in cui le trattative con i produttori (Alliance of Motion Picture & Television Producers – AMPTP) non andassero a buon fine. Secondo la WGA 6310 sceneggiatori hanno preso parte alle votazioni toccando la percentuale record di partecipanti del 67,5%. Giusto per fare un confronto lo sciopero del 2007, durato 100 giorni con conseguenze sulle sceneggiature di svariate serie tv e sulla programmazione di tutto il mondo, era stato approvato dal 90% dei votanti.
“Siamo determinati nel raggiungere un contratto equo” hanno dichiarato dalla WGA, ma anche dalla AMPTP che ha sottolineato come lo sciopero del 2007 abbia comportato una perdita di 287 milioni di dollari per gli sceneggiatori tra i guadagni derivanti da film e serie tv. Forti del consenso interno, i rappresentanti della WGA sono ritornati al tavolo delle trattative intenzionati a portare a casa due obiettivi fondamentali: da un lato salvaguardare il piano per l’assistenza sanitaria dei membri che dovrebbe subire 145 milioni di dollari di tagli nei prossimi tre anni e dall’altro lato preservare gli sceneggiatori dal cambio di modello produttivo della serialità televisiva passata dal formato da 22-24 episodi a quello da 10-12 a stagione.
Secondo i sindacati, gli sceneggiatori con questo nuovo modello vengono pagati mento in quanto guadagnano una cifra stabilita per episodio, ma si ritrovano impegnati in produzioni lunghe e spesso con contratti vincolanti e di esclusiva che non permettono loro di seguire altri progetti. Quindi il modello da 10-12 episodi a stagione ha portato ad una diminuzione degli introiti degli sceneggiatori. Ad essere maggiormente coinvolti sono soprattutto gli sceneggiatori di medio-basso livello, quelli per intenderci che lavorano quotidianamente alla produzione di una serie tv o di uno show tv ma non sono famosi e non hanno accordi anche produttivi. Gli sceneggiatori vorrebbero che gli accordi per produzioni più piccole fossero meno vincolanti e permettessero così a questi sceneggiatori di seguire più produzioni per guadagnare di più.
Sciopero degli sceneggiatori 2017 – Le serie tv a rischio
Il 7 maggio MTV dovrebbe trasmettere gli MTV Movie & Tv Awards, la rinnovata edizione dei premi di MTV che da quest’anno introduce anche le categorie dedicate alle serie tv. Se il 1° maggio gli sceneggiatori dovessero annunciare lo sciopero, i premi sarebbero fortemente a rischio, sia per l’impossibilità di scrivere lo show, che per la solidarietà degli attori che non parteciperebbero alla serata di premiazione. Nel 2007 a causa dello sciopero degli sceneggiatori i Golden Globe furono annunciati con una conferenza stampa e senza cerimonie.
Uno sciopero il 1° maggio bloccherebbe molte produzioni di serie tv e entrerebbe a gamba tesa nella settimane degli upfronts in cui i broadcaster annunciano i programmi per la prossima stagione. Se i pilot sono già stati girati e i network possono prendere una decisione, uno sciopero che arrivasse fino a giugno-luglio rischia di compromettere l’avvio della stagione di settembre, con un ritardo nei debutti di nuove e vecchie stagioni.
E sarebbero diverse le produzioni bloccate. Ew.com ci aiuta a far luce sugli show che potrebbero essere a rischio a partire dall’ottava stagione di The Walking Dead la cui produzione dovrebbe iniziare proprio il 1°maggio. In caso di sciopero sarebbe impossibile (o quasi) il classico debutto di ottobre di The Walking Dead e AMC potrebbe decidere di far slittare il ritorno di Fear the Walking Dead (atteso per il 4 giugno) per compensarne l’assenza.
A soffrirne sarà anche il mondo di Ryan Murphy e le sue produzioni dalla settima stagione di American Horror Story, fino alla seconda stagione di Feud su Carlo e Diana e passando per la seconda e terza di American Crime Story rispettivamente su Katrina e Versace. Tutte e quattro le produzioni sono attualmente in fase di scrittura e/o pre-produzione e uno sciopero degli sceneggiatori potrebbe stravolgere i piani di FX.
Attesa prima per febbraio, poi per marzo infine per la tarda estate o autunno, la prima stagione di Star Trek: Discovery di CBS All Access (e Netflix nel resto del mondo) potrebbe slittare ulteriormente in caso di uno sciopero degli sceneggiatori. Ad essere colpita rischia di essere l’attesa serie evento di ABC The Inhumans i cui primi due episodi dovrebbero essere rilasciati nei cinema IMAX il 1° settembre per poi arrivare in tv il 26 dello stesso mese. Nonostante siano solo 8 episodi la serie è entrata da poco in produzione e un blocco dalla prossima settimana non ne favorirebbe lo sviluppo.
A maggio dovrebbero iniziare le riprese di Jessica Jones 2, mentre a giugno Netflix-Marvel-ABC Studios inizieranno a lavorare a Luke Cage 2, ovvio che uno sciopero degli sceneggiatori rischia di fermare entrambi. Così come a rischio è la terza stagione di Zoo attesa su CBS per il 29 giugno e che attualmente è ancora in produzione; in difficoltà anche Hulu che vedrebbe rallentata la produzione dell’ultima stagione di The Mindy Project ma anche di The Handmaids Tale che debutterà mercoledì negli USA ma che non sarebbe ancora a riparo da eventuali blocchi legati allo sciopero degli sceneggiatori.
Quelli elencati sono solo alcune delle produzioni che rischiano di essere bloccate dallo sciopero, ma più sarà lungo e più aumenteranno gli show costretti fermare la produzione e considerando il periodo a non tornare in onda a settembre-ottobre. In questo scenario fosco, ci sono anche alcune produzioni già pronte e non a rischio come i prossimi American Gods (30 aprile su Starz, 1° maggio su Amazon Prime Video), Twin Peaks (21 maggio su Showtime e Sky Atlantic), Game of Thrones (16 luglio su HBO e Sky Atlantic), Orange is the New Black (9 giugno su Netflix e Infinity), Orphan Black (10 giugno su BBC), Preacher (25 giugno su AMC), Outlander (settembre su Starz) ma anche Stranger Things attesa per il 31 ottobre su Netflix.
La speranza è che le trattative possano andare a buon fine e che lo sciopero del 1° maggio venga scongiurato. C’è però un rovescio (parzialmente) positivo della medaglia: con 500 produzioni all’anno uno sciopero degli sceneggiatori potrebbe essere una buona occasione per recuperare qualche serie tv tralasciata, dimenticata, parzialmente abbandonata. E il 2007 sarà solo un lontano ricordo.