In Treatment 3, Sergio Castellitto a Blogo: “Giovanni Mari mi mancherà” (VIDEO)
La video intervista all’attore protagonista della serie Sky giunta all’ultima stagione
Debutta sabato 25 marzo su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno HD la stagione finale di In Treatment, la produzione originale Sky realizzata da Wildside.
A margine della conferenza stampa di presentazione, Blogo ha incontrato Sergio Castellitto, l’attore che interpreta il terapeuta Giovanni Mari. Protagonisti di una puntata a settimana i nuovi personaggi interpretati da Margherita Buy (Rita), Domenico Diele (Padre Riccardo), Giulia Michelini (Bianca), Giovanna Mezzogiorno (Adele, la nuova psicoanalista da cui lo stesso Mari va in terapia) e Brenno Placido (Luca).
In apertura di post il video integrale dell’intervista.
In Treatment 3 | Sergio Castellitto è Giovanni Mari
Giovanni Mari è tornato a Roma e ha ripreso a esercitare la professione di psicoterapeuta dopo una lunga pausa trascorsa viaggiando in mare. I mesi di lontananza, però, non sono stati sufficienti a fargli superare i nodi irrisolti della sua vita. Il divorzio è ormai alle spalle, la sua ex moglie sta per risposarsi con un nuovo compagno, un architetto affermato, mentre Giovanni non riesce a trovare alcuna stabilità sentimentale e vive con disagio la sua relazione con Greta, una giovane donna di cui non è davvero innamorato. Nello stesso tempo la nuova relazione della ex moglie lo mette in discussione rispetto al proprio ruolo di padre. Suo figlio Michele gli chiede di vivere con lui, sentendo il bisogno di stargli più vicino in quel momento.
Giovanni del resto è di nuovo inseguito dai fantasmi del passato. Prima di tutto quello del padre che si materializza nel timore di essere – come lui – ammalato di Parkinson. Questo male immaginario, sintomo del riacutizzarsi del suo disagio psicologico, lo porta a incontrare Adele Rasch, una psicoterapeuta che da una parte lo guida a rivedere i lunghi anni di lavoro con il suo precedente supervisore e dall’altra cerca di accompagnarlo a una nuova consapevolezza dei suoi bisogni di essere umano. Per comprenderli, però, deve accettare la posizione del paziente e riconsiderare le convinzioni che i lunghi anni di pratica psicoterapeutica hanno sedimentato in lui. Il loro rapporto è difficile, Giovanni passa dall’insofferenza all’innamoramento, nel più classico degli schemi di transfert. Ma Adele non perde mai il controllo del proprio ruolo e non confonde vita privata e vita professionale.
Tutto questo mentre i pazienti lo sfidano a un confronto che mette in discussione lo statuto e le pratiche della sua attività terapeutica, rilanciando il conflitto tra i limiti imposti dalla teoria e la libertà necessaria per offrire a ognuno di loro la cura di cui ha bisogno.