C’era una volta Studio Uno, una favola “alla Velvet” per ricordare alla Rai com’era e com’è
Il liveblogging della puntata del 13 febbraio 2017 di C’era una volta Studio Uno, la fiction che racconta la nascita del celebre varietà Rai tramite il racconto di tre giovani donne
C’era una volta… una Rai che credeva nel futuro e nell’audacia. C’è ora, invece, una Rai che rischia un autogol: mandando in onda C’era una volta Studio Uno ed i sogni di un passato che guardava al futuro ed alle nuove generazioni con speranza ed ottimismo, è inevitabile il paragone con la televisione di oggi e la sua impossibilità di cambiare. Ma sarebbe riduttivo considerare il film-tv di Raiuno solo da questo punto di vista.
L’idea è quella, scontata, di raccontare l’Italia di allora per dare uno slancio di ottimismo all’Italia di oggi: gli ostacoli, i sogni, lo scontro con il passato conservatore, tutto ciò che la tv di Stato dovette affrontare allora per portare in tv il varietà che ha fatto la Storia del piccolo schermo dovrebbe servire, nell’idea della fiction, a ricordare il talento con cui il nostro Paese ha fatto tanto in passato.
Il risultato è insomma quello di una favola, con tre Cenerentole invece che uno (la Mastronardi, la Del Bufalo e la Buscemi, ben assortite ed ognuna ben calata nel proprio ruolo) e due dirigenti vecchio stampo invece che due sorellastre. Un racconto di due mondi che si scontrano ma di cui, come nelle favole, sappiamo già come sarà il finale. Un lieto fine in cui a vincere sarà la buona televisione.
Con C’era una volta Studio Uno la Rai vuole ricordare e ricordarsi i tempi in cui sapeva essere moderna e sfacciata, cosa che fa fatica a fare oggi. Un messaggio metatelevisivo neanche troppo nascosto, così come non è celata l’atmosfera pseudovintage con cui viene raccontata la storia, che fa di questo film-tv una sorta di Velvet all’italiana, con tanto di citazioni musicali, immagini di repertorio e tre storyline che s’intrecciano tra di loro.
L’omaggio a Studio Uno fa da contesto in cui calare personaggi e storie ben adattabili ai giorni nostri: C’era una volta, sì, ma c’è ancora quell’Italia che vuole sognare e sperare. Ma senza Studio Uno e, soprattutto, gli uomini e le donne che quei sogni li hanno concretizzati, ci limiteremo sempre a pensare solo al passato.
C’era una volta Studio Uno, puntata 13 febbraio 2017: anticipazioni
Il varietà per antonomasia della Rai diventa protagonista di un film-tv, che ne racconta la nascita e soprattutto le difficoltà di andare in onda, oltre che voler mostrare ai più giovani una pagina della Storia della televisione che forse non conoscono: C’era una volta Studio Uno, in onda questa sera e domani alle 21:25 su Raiuno, apre le porte del dietro le quinte del celebre spettacolo degli anni Sessanta, raccontando la storia di tre giovani i cui sogni sono legati alla realizzazione del varietà.
Nel 1961, alla Rai si ritrovano tre ragazze: Giulia (Alessandra Mastronardi), 25enne insicura che sta per sposare l’ingegnere Andrea; Rita (Diana Del Bufalo), 23enne vivace figlia di una sarta che sogna di diventare una cantante ed Elena (Giusy Buscemi), 25 anni, ballerina che sogna di diventare famosa. I loro destini s’intrecciano con quelli di un nuovo spettacolo, Studio Uno appunto, che Antonello Falqui (Edoardo Pesce) e Giulio Sacerdote (Simone Gandolfo) stanno preparando per la Rai, la cui linea più conservatrice, rappresentata dai dirigenti Mariotti (Antonello Fassari) e Bocci (Giampaolo Morelli) tenta in tutti i modi di ostacolare.
Il film-tv, oltre alle difficoltà di realizzare il programma, che rischia più volte di non andare in onda, sia per motivi di budget sia perchè la sua conduttrice, Mina, resta incinta di un uomo sposato -situazione imperdonabile ai tempi-, segue anche le vicende personali delle tre protagoniste, che nei corridoi della Rai crescono e capiscono chi vogliono diventare.
Giulia viene assunta come segretaria e fa la conoscenza di Lorenzo (Domenico Diele), che entra in Rai come aiuto programmista ed inizia a farle la corte, mettendo in dubbio i suoi sentimenti per Andrea. Rita, invece, nasconde un segreto, ovvero il fatto di avere un figlio, Luigino, senza essersi sposata. La ragazza, che accetta di lavorare come sarta anche se non abbandona il suo sogno, viene avvicinata dal macchinista Renato (Gianmarco Saurino), a cui però non rivela il suo passato. Elena, invece, riesce ad entrare nel corpo di ballo grazie all’aiuto di Bocci, scontrandosi con l’assistente coreografo Stefano (Andrea Bosca). Il tutto, sotto lo sguardo di Bergamini (Enrico Iannello), portavoce di Ettore Bernabei e, soprattutto, sullo sfondo di un programma che cambierà la tv italiana.
C’era una volta Studio Uno, prodotto da Rai Fiction e da Lux Vide, scritto da Lea Tafuri e da Lucia Zei, per la regia di Riccardo Donna, vuole quindi presentare un ritratto dell’Italia degli anni Sessanta, del boom economico e del cambiamento attraverso il programma che meglio ha saputo rappresentare la voglia del nostro Paese di voltare pagina e di affidarsi al talento. Un progetto, ha detto la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta durante la conferenza stampa, che s’inserisce in un filone preciso:
“La Rai sta facendo un percorso per raccontare la storia d’Italia. Lo abbiamo già fatto con Olivetti e Luisa Spagnoli. Il cuore di questa fiction è il racconto della televisione che in modo prepotente entra nelle case di tutti gli italiani. Li coinvolge, li commuove, li fa sognare. Studio Uno è un mito incarnato nel corpo di Mina”.
C’era una volta Studio Uno, puntata 13 febbraio 2017: come vederlo in streaming
E’ possibile vedere C’era una volta Studio Uno in streaming sul sito ufficiale della Rai, mentre da domani sarà possibile vederlo su Rai Replay.
C’era una volta Studio Uno, puntata 13 febbraio 2017: Second screen
Si può commentare C’era una volta Studio Uno su Twitter, usando l’hashtag #CeraUnaVoltaStudioUno.