Billy Ballo, il sesso con una minorenne, Facebook e le facili considerazioni
Alessio Saro, Billy Ballo, Nick Malanno, i tre nomi della stessa persona (il primo reale, gli altri d’arte, o meglio, nomi di personaggi) che circolano veloci per noti fatti di cronaca che bisogna riassumere scegliendo attentamente e in maniera misurata le parole. Ecco i fatti, dunque: l’attore conosce su Facebook una tredicenne. I due passano
Alessio Saro, Billy Ballo, Nick Malanno, i tre nomi della stessa persona (il primo reale, gli altri d’arte, o meglio, nomi di personaggi) che circolano veloci per noti fatti di cronaca che bisogna riassumere scegliendo attentamente e in maniera misurata le parole. Ecco i fatti, dunque: l’attore conosce su Facebook una tredicenne. I due passano insieme la notte fra il 6 e il 7 aprile. La madre della ragazza scopre la cosa in occasione di una seconda uscita e grazie a Facebook, si rivolge alla quarta sezione della squadra Mobile e sporge denuncia. Alessio Saro viene arrestato – nonostante la minorenne lo abbia difeso nel corso dell’audizione protetta – su ordine di custodia cautelare emesso dal gip Mariolina Panasiti (che scrive nell’ordine Saro è persona in preda a irrefrenabili impulsi sessuali che indirizza nei confronti di persone molto giovani e perciò indifese…) su richiesta del pm Ada Mazzarelli.
Le indagini svolte prima dell’arresto hanno portato all’acquisizione di scambi di messaggi sul popolarissimo social network, che conterrebbero inequivocabili accenni a rapporti intimi, e intercettazioni telefoniche nel corso delle quali l’attore invita la ragazza a dire, se interrogata, di essersi presentata come diciottenne.
La storia proseguirà nelle aule di un tribunale, ma nel frattempo ha dato materiale a iosa per mille, improvvisati editorialisti – fra cui, se volete, potete includere il sottoscritto – chiamati o invitati a dire la loro. Opinioni di vario genere che, naturalmente, hanno tutte diritto di esistere. Qui, a giudizio di chi scrive, c’è ben poco da dire. La faccenda ha a che fare con la legge e nient’altro. A voler citar paragoni letterari o cinematografici ci si perderebbe, come han fatto altri, in qualche rivisitazione di Lolita o, scendendo di livello, a citar la Romanoff sedotta e abbandonata da un Taricone senza scrupoli in Ricordati di me (film perdibilissimo). Potessi scegliere, io citerei anche Un amore di Buzzati; poi si potrebbe chiudere il cerchio con L’uomo spezzato. Nel frattempo, mentre si cerca la citazione giusta si forma, come di consueto, una sorta di opinione pubblica che si può visualizzare, materialmente, come una specie di aula del parlamento.
Ci saranno gli innocentisti – partito che si forma sempre, e sempre in maniera poco informata e inadeguata -: sosterranno tesi che dipingeranno la ragazzina come una specie di mangiatrice di uomini, magari con poco riguardo per il genere femminile tutto. Al loro fianco, si accomoderanno gli innocentisti moderati, che invece insinueranno il dubbio dell’amore vero, dello sviluppo precoce, del diritto alle libere scelte.
Dall’altra parte, avanzeranno a colpi di slogan i colpevolisti oltranzisti – altro partito che si forma sempre, ugualmente in maniera poco informata e inadeguata -, che utilizzeranno termini scomodi e violenti. E quelli moderati esprimeranno di fatto gli stessi concetti, ma in maniera più sobria.
Fra i due schieramenti, ecco avanzare tutti gli altri: quelli che si scaglieranno contro Facebook, i social network e internet; quelli che demonizzeranno il mondo dello spettacolo e della televisione; quelli che giustificheranno il mondo dello spettacolo e della televisione; quelli che giustificheranno internet, i social network e Facebook.
Si generalizzerà, si perderà di vista la vicenda che riguarda persone in carne e ossa per far diventare il tutto una specie di noumeno cui avvicinarsi con i ragionamenti più disparati, si rinuncerà alla necessaria empatia per le parti in causa e, comunque vada, si creeranno seri danni all’una e all’altro, senza porsi veramente gli interrogativi più profondi, come in una specie di Porta a Porta in cui nessuno abbia il coraggio di fare le domande giuste alle persone giuste.
Se proprio si volesse pescare in giro noumeni, personalmente, mi interrogherei, novello Catone, sui costumi e sulla società, sui modelli, sulle azioni e le reazioni, sulla pubblicità e sui talenti veri o presunti, sulla fame di fama e sul fascino della notorietà, insomma, forse mi porrei domande sulla vita tutta. E sarebbe troppo.
Volendo abbassare il tiro, non si può che affermare: sì alla nuda cronaca dei fatti, no ai voli pindarici. E per il resto, prima di parlar di lolite o di mostri, si attendano i giudizi del tribunale, giacché è lì, come detto, che la vicenda troverà la sua conclusione pubblica. Per quella privata delle parti in causa – che non andrebbero dimenticate – occorrerebbe mostrare più rispetto.