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Che Dio Ci Aiuti 4 e gli hashtag in diretta: i social media entrano nella fiction italiana

Che Dio Ci Aiuti 4 utilizza gli hashtag all’interno degli episodi: è la prima serie tv italiana ad usare in modo costante i social media anche all’interno degli episodi

pubblicato 23 Gennaio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 14:23

Tutto è iniziato quando Valentina (Arianna Montefiori), da poco arrivata -e costretta a rimanerci- nel convento di Suor Angela (Elena Sofia Ricci) ha iniziato a commentare gli eventi ed i comportamenti delle persone a lei intorno sui social network, utilizzando gli ormai noti hashtag. Che Dio Ci Aiuti 4 ha così introdotto un inedito (per l’Italia) uso dei social network all’interno della fiction: un modo per avvicinarsi al pubblico giovane e, soprattutto, per renderlo più attivo in quello che è detto live tweeting.

Il pubblico meno avvezzo a questo tipo di pratiche non avrà subito colto il riferimento ai social network, quando, soprattutto sul finire degli episodi, sullo schermo sono iniziate a comparire parole ed espressioni in formato hashtag, appunto: #AmoreInfinito, #Vendetta, #AccettaLaRealtà, #SperiamoCheFunzioni e tanti altri hashtag sono iniziati a comparire nel corso della quarta stagione, facendo diventare Che Dio Ci Aiuti la prima fiction italiana ad usare in modo costante e preciso i social network anche durante la messa in onda.

Il coinvolgimento dei social media per promuovere una serie tv, ovviamente, non è una novità. Le pagine ufficiali Facebook e Twitter dedicate alle varie produzioni in onda sono la prassi (ed ormai fa strano il contrario, quando una serie tv non ha degli account social), ma mai si era tentato il passo di rendere partecipe il pubblico di ciò che accade nell’episodio suggerendogli l’hashtag relativo a quella scena.

Una procedura, in realtà, poco utilizzata anche nella serialità americana, che si “limita” a mettere in sovrimpressione l’hashtag ufficiale dello show ad inizio di ogni blocco. Ha provato una strada alternativa Freeform, canale via cavo dedicato ad un pubblico giovane, che in alcune sue produzioni (come Pretty Little Liars e The Fosters) ha inserito hashtag dedicato a determinate scene da mandare in onda in precisi momenti dell’episodio.

L’obiettivo è chiaro, ovvero quello di spingere il pubblico a far entrare gli hashtag tra i trending topic di Twitter e, di conseguenza, rendere la serie tv tra le più commentate online. L’effetto collaterale, però, è che facendo salire l’hashtag relativo ad una singola scena invece che quello più generale con il titolo della serie, si rischia di non dare al titolo stesso la pubblicità che si gli vuole attribuire.

Come già sappiamo i social network possono essere un’arma a doppio taglio, e provocare vantaggi e svantaggi: nel caso di Che Dio Ci Aiuti 4, però, non sembra che il ragionamento fatto sia quello puramente di mercato e di promozione di un prodotto. La serie -che più di altre in onda su Raiuno ben riesce ad essere seguita ed apprezzata da un pubblico giovane e vicino ai social network- ha infatti deciso di permettere ai telespettatori di far sapere di aver recepito i messaggi propositivi veicolati tramite le storyline dei personaggi.

Un paio di hashtag a serata rispecchiano la natura della fiction, che vuole unire la commedia al drama, far ridere e riflettere. E Twitter s’inserisce nella fiction italiana, cercando un proprio spazio che supera il confine del marketing e che, in puro stile LuxVide (una delle case di produzione italiane più attente alla promozione delle proprie serie online), sfrutta le nuove forme di comunicazione per “educare” il proprio pubblico anche fuori dal convento di Suor Angela, passando dal cortile dell’Angolo Divino alla piazza virtuale.

Che Dio ci aiuti