Riuscirà Max Giusti? Si fa rubare la scena da Brignano e dare lezioni da Castellitto e Malgioglio. Chiatti e Finocchiaro eroine pretenziose di un varietà villico
Brignano meglio del padrone di casa. E le due attrici del cinema italiano se la tirano di brutto.
Il punto è che i nostri Eroi appena appena ci riescono sì, Max Giusti non è mica detto. Perché stiamo parlando del primo one man show di Max Giusti che è meglio quando Max Giusti non c’è.
Al punto che il vero mattatore della prima puntata di Resteranno i nostri eroi, accolto dagli applausi più scroscianti del pubblico, Enrico Brignano, sul finire del suo bellissimo monologo gli dice: “Se ti serve chiama”. Lo sa anche lui, dopo l’effetto Amici, che domani la curva si alzerà durante la sua ospitata e Giusti sarà costretto a chiedergli aiuto.
Il punto è che il re dei pacchi voleva farlo lui il monologhista, ma è costretto a farsi rubare la scena da altri. Perché Brignano parla sagacemente di candidati al tempo romano e di incompatibilità col regime carcerario in Italia, mentre Giusti sciorina luoghi comuni tipo quanto so’ belli le mamme d’Italia e gli italiani medi, imita Don Matteo e vuole ridare credibilità a Malgioglio.
Dovete sapere che il membro fisso a sorpresa del cast era Cristiano, ma per la prima volta senza ciuffo biondo. La mission di Max è di rivalorizzare il suo curriculum. Peccato che Malgioglio inizi a sciorinare una serie di aneddoti che conosce solo Paolo Limiti, Giusti rivela le sue pecche in materia di spettacolo e Malgioglio lo imbecca:“Io capisco che tu fai i pacchi, ma devi internazionalizzarti. Ho lavorato con tanti, ma tu non eri neanche nato”.
In fondo, Malgioglio che chiama Mara Venier anziché Mina è meno trash di Giusti che vuole fare Fiorello, ma ogni tanto ci infila la retorica da uomo della strada.
L’effetto “umiliamo Max Giusti” continua con l’ospitata di gran classe di Sergio Castellitto, che gli insegna invano pose fighe da cinema italiano. A questo punto Giusti si presta a fare la parodia di se stesso, a incarnare fino in fondo il ruolo del ragazzo di campagna che non sa stare in video con il nodo della cravatta a posto.
Sinanche le primedonne del botteghino lo schiaffeggiano, gli rinfacciano la cilecca e si trincerano dietro l’etichetta di Marilyn Monroe e Audrey Hepburn prestate alla tv, mostrando ambedue una certa pretenziosità.
Alla fine Laura Chiatti è la reincarnazione di Valeria Marini al tempo di Moccia e Donatella Finocchiaro, a parte fare la stalker di Verdone in Manuale d’amore (du Veronesi), è stranicchia che si atteggia a nuova Veronica Pivetti.
Quale sarà stato, appunto, l’illuminante apporto autorale di Giovanni Veronesi a uno show dai testi sciocchi, dall’impalcatura sconclusionata e dalla scenografia fatta in cartoleria in uno studio angusto da seconda serata? Per non parlare del corpo di ballo, per lo più adoperato in coreografie volgari e kitsch.
Resteranno i nostri Eroi è uno show brutto che ha avuto begli ospiti e un’idea genuina di fondo: ripartire dallo spettacolo.
Togliete Max Giusti per sostituire all’effetto trattoria un bel lavaggio delicati della tintoria. Io, venerdì prossimo, mi aspetto di nuovo Brignano.