Home Chi si ricorda di Luttazzi? Il Times lo incorona in un lungo articolo: “Dopo di lui niente più satira nella tv italiana”

Chi si ricorda di Luttazzi? Il Times lo incorona in un lungo articolo: “Dopo di lui niente più satira nella tv italiana”

Ciò che la televisione italiana mastica e sputa, i media esteri rilanciano. Un certo signor Daniele Luttazzi, fino a otto anni fa, rappresentava uno dei volti giovani più interessanti del tubo catodico nostrano: uno stile satirico di stampo americano da noi completamente inesistente, fino al suo approdo tramite la geniale intuizione della Gialappa’s Band e

19 Maggio 2009 13:40

Daniele LuttazziCiò che la televisione italiana mastica e sputa, i media esteri rilanciano. Un certo signor Daniele Luttazzi, fino a otto anni fa, rappresentava uno dei volti giovani più interessanti del tubo catodico nostrano: uno stile satirico di stampo americano da noi completamente inesistente, fino al suo approdo tramite la geniale intuizione della Gialappa’s Band e poi per meriti esclusivamente propri, quando decise di importare in Italia il format del talk show notturno. La sua trasmissione “Satyricon”, trasmessa da RaiDue fino al 2001, nonostante punte d’ascolto mostruose per un prodotto simile – parliamo di 7 milioni e mezzo di spettatori – venne comunque soppressa per decisione del Cda l’anno successivo. Ricordiamo il disclaimer che anticipava ogni puntata:

Il programma che sta per andare in onda contiene fellatio, cunnilingus, masturbazione, feci, urina, sadomasochismo, Bruno Vespa e qualsiasi altra cosa la fetida mente di Daniele Luttazzi abbia fermentato in quest’ultimo periodo. Il suo linguaggio esplicito è fatto apposta per turbare gli imbecilli. A tutti gli altri, buon divertimento.

Di fatto è dal 2002 che Luttazzi non può più fare programmi in Rai per volere dell’allora neo Premier Silvio Berlusconi, il quale, dopo le polemiche per un’intervista dello stesso autore satirico a Marco Travaglio, lo mise in cima a una sorta di lista di proscrizione insieme ad Enzo Biagi e Michele Santoro. E’ storia: ognuno può farsi la propria idea.

Intervistato al tempo da Curzio Maltese, Luttazzi parlò così a proposito della puntata incriminata:

“Ma che cosa ho fatto in fondo? Ho fatto qualche domanda. In una democrazia le domande sui personaggi pubblici sono lecite. Siamo in democrazia, no? Lo ripeto soprattutto per quelli che da giovedì mi controllano il telefono”.

Oggi Luttazzi non esiste più in Italia, almeno televisivamente parlando. Chi vuole godere del suo genio deve sborsare fior di quattrini e correre in teatro; il britannico Times lo ha intervistato, dandogli grande spazio in un articolo intitolato “Comedian Daniele Luttazzi accuses Silvio Berlusconi of media censorship” (“Il comico Daniele Luttazzi accusa Silvio Berlusconi di censura mediatica”). Vale la pena ripercorrere alcuni stralci di tale contributo, soprattutto quelli che riguardano la televisione:

Nella sua prima intervista ad un giornale britannico, Luttazzi ha accusato il miliardario 72enne di aver orchestrato una campagna di tacitazione per evitare che giornalisti e comici esprimano anche il minimo accenno di dissenso in televisione. “Io lo chiamo fascismo ‘Lite’” ha detto al Times Luttazzi, 48 anni. […]
In un paese con molti talkshow politici in onda in prima serata, Luttazzi era insolito per il suo stile deliberatamente provocatorio. Si è guadagnato una solida reputazione per le sue battute di cattivo gusto e la sua propensione a sfidare tabù religiosi, sessuali e politici che i suoi rivali tradizionali non avrebbero osato toccare.

L’articolo continua ripercorrendo i momenti topici dell’epurazione dell’attore. A tal proposito risponde lo stesso Luttazzi:

“Si immagini Gordon Brown che cita in giudizio Paul Merton perchè non gli piaceva quello che aveva detto in Have I Got News for You! [Celebre programma televisivo britannico – ndr]. Il problema è il sistema politico. Infrange due diritti: la mia libertà di espressione personale e la libertà del pubblico di ascoltarmi. Questa è censura ed è inaccettabile”.

Quindi l’articolo prosegue:

Luttazzi, che ora lavora in teatri d’avanguardia, dice: “E’ stato difficile per me”. Non esiste più alcun programma satirico nella televisione Italiana. Equipara il livello della libertà di stampa in Italia con quella del periodo fascista: “Oggigiorno ti non uccidono più, ma ti costringono all’esilio mediatico”.

L’impressione è che dovranno passare ancora molti anni perché la televisione italiana possa tornare a godere di un personaggio simile. Qualche speranza di libertà d’espressione democratica potremmo riporla su Sky ma, dopo le recenti querelle legate alla trattativa con “RaiSet”, anche lì sembrano convogliare lampi di conflitto d’interessi. Noi, come sempre, speriamo per il meglio.

Rai 1