Settimana decisiva per la Rai: in ballo nomine e contratto con Sky. Ma incombe la beffa: Mediaset Plus sul canale 101?
La settimana che va ad incominciare sarà – si spera – cruciale per le sorti aziendali, economiche e finanziarie della Rai. Slittate ancora le nomine, come abbiamo già visto, fa scalpore, tra gli addetti ai lavori, il tentennamento da parte della tv di Stato di chiudere positivamente la trattativa con Sky per il rinnovo del
La settimana che va ad incominciare sarà – si spera – cruciale per le sorti aziendali, economiche e finanziarie della Rai. Slittate ancora le nomine, come abbiamo già visto, fa scalpore, tra gli addetti ai lavori, il tentennamento da parte della tv di Stato di chiudere positivamente la trattativa con Sky per il rinnovo del pacchetto satellitare. Oltre all’ammanco economico, di cui abbiamo già reso edotti più volte i nostri lettori, esiste anche una questione, per così dire, morale e deontologica: lo stesso presidente Garimberti, durante l’ultimo cda aziendale, ha posto la questione in termini seri: la Rai è vincolata dal . Tradotto: nella sua natura di televisione pubblica, il colosso di Viale Mazzini ha l’obbligo di essere visualizzabile e fruibile su ogni piattaforma, dunque anche su Sky, esattamente com’è sempre accaduto finora. L’escamotage eventuale di trasferirsi sul digitale terrestre o, addirittura, di rendere necessario l’acquisto di un ulteriore decoder (Tivùsat) – ipotesi pure ventilata – non reggerebbero. A mediare su questo punto il viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani:
“E’ vero che la Rai ha un obbligo di presenza su ogni piattaforma ma non su tutte: per quel che riguarda il satellite spetta all’azienda scegliere quale sia la più indicata”.
Fatta la legge trovato l’inganno, per così dire: staremo a vedere quali margini di manovra avrà la Rai per smuoversi da questa apparente sabbia mobile.
Al momento – ricordiamo che il contratto con Murdoch scade a fine luglio, ma il termine per avanzare una nuova proposta economica è fissato per il 21 maggio – il punto nodale appare essere un altro: Mediaset. C’è infatti la possibilità che possa essere proprio un canale di Berlusconi a prendere il posto di RaiUno nella posizione più ambita, la fatidica 101, e questo canale dovrebbe essere Mediaset Plus (attualmente nella posizione 123) sulla piattaforma satellitare australiana da dicembre, forte di un mega contratto che non vede neppure in lontananza la scadenza. Generalista per generalista, Mediaset Plus è il non plus ultra, tra quelle possibili, anche più di SkyUno. Certo, lo smacco, per la Rai, sarebbe tragico, visto che perderebbe in un sol colpo una barca di quattrini, visibilità e coerenza.
E’ stato stimato, si legge oggi in un articolo in taglio basso su la Repubblica, versione cartecea, che fuoriuscendo da Sky e ritirando dal satellite anche i programmi in chiaro, la tv pubblica arriverebbe a un totale di perdite di 100 milioni annui. Qualcosa di inconcepibile per un’azienda statale. Sperabilmente dopo la conclusione delle nomine (in ballo RaiUno, Tg1 e vice di Masi) se ne capirà di più.
Ricordiamo, infine, per completezza d’informazione, le dichiarazioni del consigliere d’amministrazione Rai Giorgio Van Straten:
“Sull’attuale proposta di Sky, nel Cda siamo tutti convinti che la cifra che ci viene offerta sia irricevibile. I giornali parlano di una cifra superiore a 400 milioni, ma in realtà si tratta di 50 milioni l’anno, per canali che comunque hanno un costo. Sky ha offerto la stessa cifra che ci dà ora, anzi anche un po’ meno perché a un canale, il Gambero Rosso, non sono più interessati. Il vero punto di discussione è che ora abbiamo due competitor, Sky e Mediaset. Mediaset lo e’ sempre stato, e ora oggettivamente lo e’ diventato anche Sky. Questo non vuol dire che non si possano fare accordi, ma vanno fatti sapendo che abbiamo a che fare con dei concorrenti, come dimostra anche tutta l’ingresso di Sky nella tv generalista dal punto di vista dei contenuti”.