Home Napoli Sound, polemiche su Real Time: “Offensivo e qualunquista, basta con Sputtanapoli Time”

Napoli Sound, polemiche su Real Time: “Offensivo e qualunquista, basta con Sputtanapoli Time”

Il talent dei neomelodici scatena polemiche ancor prima della messa in onda.

pubblicato 18 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 17:09

Real Time annuncia un programma sui neomelodici e scattano le polemiche. E’ bastato il promo di Napoli Sound, annunciato come il primo talent per neomelodici, perché ci fosse la reazione di qualche spettatore e di qualche esponente politico dell’area partenopea.

Il primo spot di Napoli Sound è andato in onda venerdì scorso, al termine dell’ultima puntata della quarta stagione de Il Boss delle Cerimonie: a distanza di una settimana da allora – e ancor prima della messa in onda – si registrano bordate, sui social e sulla stampa.

Partiamo dalle voci raccolte sulla pagina ufficiale di Real Time, sulla quale non manca chi accusa il canale di “avere un serio problema con Napoli e l’area vesuviana“.

“Quando guardo i vostri programmi mi sembra di scalare la montagna degli stereotipi. Milano da bere tutta moda pasticcini e bon bon e Napoli una indistinta accozzaglia di sovrappeso swaroski e usanze oscure – scrive Nicoletta Valanzano – . Cerchiamo di metterci una idea o quanto meno fate un distinguo. Di tutta l’erba un fascio… che per voi sarebbe sicuramente un fascio di friarielli che noi barbari vesuviani usiamo soffriggere insieme alle salsicce per poi mangiare tutto con le mani mentre urliamo uè uè”.

C’è anche chi accusa i neomelodici di scegliere questa carriera perché è “sempre meglio che lavorare“, chiosando “Napoli è civile, mica come voi!“. Una critica alla quale ha risposto, sempre su FB, uno dei protagonisti del programma, Luciano Caldore:

“Sono 30 anni, cara mia, che questo lavoro mi dà da vivere. Ne ho visti anch’io tanti iniziare e finire il giorno dopo. Se continuo a restarci dentro significa che qualcosina mi è riuscita bene. Stai un po’ confondendo! Informati, prima di emettere sentenze”.

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Tra le voci del dissenso non manca quella del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ai microfoni di Radio Marte, nel programma di Gianni Simioli, La Radiazza, ha definito il programma di Real Time

“un’altra ondata di qualunquismo e vere e proprie offese verso Napoli […]  già guardando i trailer di Napoli Sound pare chiaro quale sia l’obiettivo della trasmissione di Real Tv che andrà a sostituire Il boss delle cerimonie”.

Per la precisione, però, di Napoli Sound è prevista una sola puntata. Ma la critica parte dal titolo scelto, reo – secondo Borrelli e lo stesso Simioli – di

“dimostrare la voglia di far passare i neomelodici come gli unici portatori della musica napoletana che, invece, pur lasciando da parte la storia e la tradizione, anche nei nostri giorni offre un panorama quanto mai vario e multiforme che va dal rap alla rivisitazione della musica classica”.

L’invettiva di Borrelli e Simioli – promotori qualche giorno fa di un grande evento in memoria di Mario Merola, nel decimo anniversario della sua scomparsa, che li ha visti entusiasti protagonisti e ferventi sostenitori dell’hashtag #figlidimario – investe anche il critico televisivo Aldo Grasso che qualche giorno fa, al termine della quarta edizione, ha elogiato Il Boss delle Cerimonie definendolo un “capolavoro, forse involontario“, ma  indispensabile “per capire oggi una città ventrale come Napoli, un luogo dalle mille contraddizioni“:

“Purtroppo trasmissioni del genere fanno talmente tanti danni che inducono anche critici televisivi di fama nazionale come Aldo Grasso a pensare che Il boss delle cerimonie racconta benissimo Napoli, una vera offesa per la cultura e l’eleganza napoletane che nulla hanno a che fare con quella trasmissione e con quello che racconta”.

Strano, dunque, che la struttura lavori da 40 anni e che ci vada tanta gente a sposarsi o a celebrare le proprie feste. Evidentemente quelli non sono napoletani.

“Voler restringere la musica napoletana ai neomelodici ripropone lo stesso stereotipo dei matrimoni de Il boss delle cerimonie in cui si faceva pensare che a Napoli e dintorni le cerimonie si festeggino nel modo cafone descritto nella trasmissione”

hanno aggiunto Borrelli e Simioli, convinti che Real Time sembri “destinata a cambiare nome in SputtaNapoli Time“, come si legge sul sito SalernoToday.

Un ‘endorsement’ alle posizioni di Borrelli e Simioli arriva anche dal critico musicale de Il Mattino:

“Televisivamente, c’è da scommettere, il kitsch trionferà e, come nello show di don Antonio Polese, e anche come in «Il boss dei prediciottesimi», ne uscirà un’immagine della città folkloristica, macchiettistica, lontana dal fervore creativo e sociale e culturale che pure la contraddistingue oggi più che mai”

si legge sull’edizione online del quotidiano partenopeo. Peccato che Il Boss dei Prediciottesimi sia catanese e il programma sia realizzato in Sicilia. Ma sono dettagli. Intanto Napoli Sound deve ancora andare in onda: se ne riparla magari questa sera, dalle 22.40.

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