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Editoriale – La fine dei reality

Uno potrebbe sedersi in poltrona, a partire da domani, e gustarsi la televisione senza reality e senza talent. Scoprirebbe, probabilmente, una televisione con poca realtà e con pochi talenti, e non sarebbe certo una novità.Non che talenti e realtà ce ne fossero prima, eh. Anche se qualcuno, da qualche parte, potrebbe anche essere uscito fuori,

20 Aprile 2009 10:21


Uno potrebbe sedersi in poltrona, a partire da domani, e gustarsi la televisione senza reality e senza talent. Scoprirebbe, probabilmente, una televisione con poca realtà e con pochi talenti, e non sarebbe certo una novità.

Non che talenti e realtà ce ne fossero prima, eh. Anche se qualcuno, da qualche parte, potrebbe anche essere uscito fuori, sebbene non al livello di quella meravigliosa creatura che risponde al nome di Susan Boyle. Ammetto, per esempio, che non mi dispiace il buon Matteo Becucci vincitore di X Factor, e che ho una grande stima per il personaggio Marco Baldini, trionfatore annunciatissimo de La Fattoria. Detto ciò, attendo con ansia la finale del Grande Fratello di questa sera – naturalmente la seguiremo in liveblogging -. Non perché mi importi particolarmente dell’esito finale (il mio pronostico è per Cristina: punto sull’outsider dopo aver azzeccato i vincitori tutti i giochi già chiusi in presenza di testimoni che potrebbero giurare sulla mia performance). No. Solamente perché per un po’ la tv si libera dal reality nella sua accezione tradizional-deteriore.

Perché, come dicevo ieri in collegamento con Laura Antonini su Radio Deejay, così la televisione avrà l’occasione di sperimentare. Non lo farà, sia chiaro, non si trasformerà in quel laboratorio in fermento che potrebbe essere. O almeno, non lo farà come potrebbe veramente. Ma almeno noi, dalle nostre comode poltrone, potremo ancora sperare. Una delle speranze, per esempio, è la concorrenza: ieri RaiUno e Canale5 hanno scelto di farsi del male. Ma per chi sperava che la finale di ieri sera fosse il segno di un passaggio di X Factor sull’ammiraglia RAI, è arrivata una doccia fredda: il talent resterà su RaiDue anche per la prossima edizione. Il che, forse, è anche un bene per il programma, da un certo punto di vista. Non lo è dal punto di vista della concorrenza, che, se pluralista e libera – condizioni necessarie e non sufficienti, ma spesso poco rispettate -, non può che essere un bene per la nostra amata televisione.