Home Alessio Sakara a Blogo: “Torno su DMAX con Il più forte (che non è quello che mena), ma la tv non è mia priorità”

Alessio Sakara a Blogo: “Torno su DMAX con Il più forte (che non è quello che mena), ma la tv non è mia priorità”

Il campione di Arti Marziali Miste affianca il rugbista nel nuovo programma di DMAX, in onda da martedì 25 ottobre alle ore 21.10

pubblicato 23 Ottobre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 18:28

Poco più di un mese e mezzo di riprese alla ricerca de Il più forte, inteso non soltanto dal punto di vista fisico e ‘muscolare’. Infatti, tra le qualità analizzate nei concorrenti attraverso le prove di cui sono all’oscuro, anche il coraggio, la disciplina, la lealtà, l’umiltà e la perseveranza. Martedì 25 ottobre alle ore 21.10 parte su DMAX (canale 52) Il più forte (produzione Pesci Combattenti per Discovery Italia 2016, sei puntate da 60 minuti).

Alla conduzione Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni, il gigante di origine argentina che ha fatto volare il rugby azzurro nel ruolo di pilone.

Blogo ha intervistato il campione di MMA (Arti Marziali Miste), già protagonista di diversi programmi targati Dmax (Il Legionario, Back To Brazil, The Fighter), oltre che concorrente di Pechino Express nel 2013.

È corretto se dico che dopo aver dimostrato su DMax che le arti marziali non sono uno sport violento, oggi vuoi dimostrare che per essere il più forte non basta saper usare solo i muscoli?

Sì, il senso è questo. Qui mi appoggio sulla spalla di Castrogiovanni. Lui viene da uno sport che è molto più conosciuto in Italia. Nel rugby tutti sanno che ci sono uomini forti, forti a 360 gradi. Per la prima volta forse vedranno me fuori dal contesto di combattente e si capirà quello che da anni cerco di inculcare: il più forte non è quello coi muscoli, non è quello che mena.

Ok. Però per far passare questo messaggio non sarebbe stato meglio che a condurre non ci fossero due uomini entrambi con fisico imponente?

Secondo me no, hanno fatto bene a fare questa scelta. Noi non andiamo nelle palestre, ma andiamo a prendere gente normale. Proprio perché noi siamo grandi, muscolosi, barbuti veniamo delle volte male interpretati. Proprio noi, che potremmo usare i muscoli come la gente pensa, cerchiamo di trasmettere il fatto che è l’ultima cosa che ci interessa.

Tra gli otto concorrenti ci sono anche donne?

Sì, ci sono. Non a caso è ‘Il più forte’, non ‘L’uomo più forte’. Le donne in molte situazione hanno dimostrato di avere molte più “palle” degli uomini. E dico palle non a caso, visto che il punteggio sarà indicato dalle palle di ferro.

Nella sfida finale tu e Castrogiovanni vi trasformate nei coach dei due concorrenti. Partecipate attivamente al duello?

Partecipiamo da esterni. Tramite le nostre esperienze di vita cerchiamo di insegnare come approcciare la sfida. A livello fisico, ma anche mentale. Ci affidiamo ai concorrenti, in gioco ci sarà il nostro onore. Dovete rimanere incollati alla televisione… anche perché io e Martin ci sfideremo in prove bizzarre.

Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni più “statuari” che mai: troveranno #IlPiùForte? Scopritelo martedì 25 ottobre alle 21.10.

Pubblicato da DMAX Italia su Giovedì 20 ottobre 2016

Il vostro stile di conduzione è ironico, almeno a giudicare dai promo.

Siamo stati fortunati: la produzione ci ha messo a nostro agio, ci ha fatto essere noi stessi. E noi siamo persone a cui piace divertirsi, anche nel sacrificio e nell’allenamento. Ci hanno lasciato carta bianca. Ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire.

Castrogiovanni lo conoscevi già?

Sì. Ci eravamo conosciuti nel 2012. Sono sempre stato un amante del rugby, che considero il mio secondo sport. Chiesi ad un suo amico argentino se me lo potesse presentare. L’ho sempre ammirato. L’ho conosciuto ad Acqua Acetosa, quando lui era in ritiro con la Nazionale. Siamo diventati amici, sono andato a trovarlo anche quando giocava in Francia.

Conosci Chef Rubio? Qualcuno ti ha mai associato a lui?

Lo conosco, ma non siamo amici, nel senso che non ci frequentiamo; l’ho conosciuto – anche lui – tramite il mondo del rugby. E no, mai nessuno mi ha mai associato a lui.

Nel 2014 a TvBlog anticipasti l’idea di raccontare in tv, in una sorta di talent, il circuito di palestre ispirate alla filosofia Sakara (nel 2008 ha creato l’associazione sportiva Legio’s Team, “in cui divulgo una metodica corretta per gli sport da combattimento, soprattutto il mio sport, MMA. Non solo a livello tecnico, ma come stile di vita“). Ci sono novità a riguardo?

Questo progetto verrà fatto, sicuro al 100%. Ma non so dirti quando. Ho molti progetti, procedo per priorità. E in questo momento ho altre priorità… non televisive, ma legate alla carriera agonistica. Non riesco a fare televisione tutto l’anno perché sono ancora un atleta di alto livello. Il tempo libero che ho cerco di occuparlo con cose che diano visibilità al mio movimento. Il fatto di affiancare un personaggio come Castrogiovanni contribuirà appunto a dare molta visibilità. Sono sempre del parere che l’unione fa la forza.

Nel futuro ti vedi come personaggio televisivo sganciato dal mondo sportivo e in particolare dalle MMA?

Tutti i miei amici dicono che dovrei chiudere la carriera e fare il comico. Io però non do retta loro. È impossibile. Lavorare in televisione al di fuori dello sport, sì, potrei farlo, ma non è uno dei miei sogni; magari può essere uno dei miei obiettivi…

Hai fatto Pechino Express, mentre dichiarasti che non accetteresti il Grande Fratello….

Mi sono state fatte proposte di altri reality, ma io rifarei soltanto Pechino Express.

Hai rifiutato anche ruoli da ‘cattivi’ nelle fiction.

Sì. Il giorno in cui mi proporranno un altro ruolo… Non dico che io non debba menare, però vorrei una cosa normale. E invece mi propongono sempre il cattivo. Non mi interessa proprio.

Per fare tv saresti disposto a studiare da conduttore? Dizione, look più sobrio, atteggiamenti da conduttore tradizionale… oppure Sakara resta il Sakara che abbiamo conosciuto su DMAX?

Nella vita, in base agli obiettivi, ci si deve adattare. Io sono così, questo è il mio stile di vita. Se farò una scuola di dizione sicuramente non sarà per fare il presentatore, ma perché mi interessa recitare come attore. Ma attualmente non vedo questa necessità. Quindi io l’accento romano me lo terrei, anche perché non è per niente volgare. Anzi, è comico. Il mio personaggio è pulito, non è costruito.

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