Clemente J. Mimun a Blogo: Si è più liberi a Mediaset. Quella volta che mi offrirono una intervista a Priebke per 50 milioni
Il botta e risposta con il direttore del Tg5
Prosegue la nostra rubrica “5 domande a…” con le interviste ai direttori di rete e di testata delle reti generaliste e non del panorama televisivo nostrano. Oggi è la volta del direttore della testata giornalista della rete ammiraglia del gruppo Mediaset: il Tg5. Spazio dunque al botta e risposta con il suo direttore Clemente J. Mimun.
1) Qual è la formula del suo Tg5 ?
Dare tutte le notizie importanti, quando è il caso con commenti qualificati, con un linguaggio alla portata di tutti e un buon utilizzo delle immagini.
2) Ha in mente cambiamenti prossimamente sia nel parco conduttori che nei contenuti ?
Sì, ma profittando del fatto che tutto va bene. Io penso che le novità vadano apportate quando la situazione è tranquilla e non quando si è sotto pressione. Insomma, squadra che vince va integrata, per far crescere nuovi talenti e andare sempre di più in direzione degli interessi del pubblico.
3) Ha diretto sia testate Rai che Mediaset, quali differenze e dove si è sentito più libero ?
Il Tg che ho innovato di più è il Tg2, è stato una continua e grande sollecitazione. Ma il Tg5 l’abbiamo fondato con Mentana, Sposini, Carelli ed è stato, ed è un’avventura straordinaria. Si è molto più liberi a Mediaset. Qui ci si chiedono correttezza, ascolti e rispetto del budget. In Rai, talvolta, questi sono dettagli superflui. Ma anche il personale, i lavoratori, della Rai sono di ottima qualità. Spesso non possono dimostrarlo perchè soffocati dai format, che uccidono la creatività.
4) C’è un episodio curioso della sua carriera che le piacerebbe svelare ai nostri lettori ?
Il più incredibile accadde quando fu individuato il boia delle Ardeatine a Bariloche. Mi proposero di acquistare l’esclusiva di Priebke per 50 milioni. Replicai che ne offrivo 100 personali, se me lo portavano… ma non per una intervista. Altrove, in Rai, diedero i soldi a Priebke , un criminale che aveva massacrato cittadini italiani, di religione ebraica e non. (l’episodio è del 1995, fu il Tg3 diretto allora da Daniela Brancati ad intervistarlo e l’intervista fu fatta da Sandro Ruotolo. Furono chiesti 50 milioni per quella intervista, ma a seguito dello scandalo scoppiato dopo che si seppe che il Tg3 avrebbe dovuto pagare quella cifra ad un criminale nazista, la Rai di Letizia Moratti decise di non pagare, facendo arrabbiare e molto Priebke e il suo avvocato, ndr).
5) Chiuderà la sua carriera al Tg5 o ha ancora un sogno professionale nel cassetto ?
La parola chiudere non fa parte del mio vocabolario. Mi darò da fare almeno fino a 80 anni, magari valorizzando giovani e offrendo un po’ del mio know how a chi me lo chiederà. Non è importante se da Direttore o meno. Come Totti, mi sento bene, in forma, pratico un gioco che mi piace, è il mio lavoro, ma anche il mio hobby.