Sanremo 2013, Luciana Littizzetto: “Ok par condicio, ma di che parlo?”
La comica torinese commenta anche le polemiche sorte qualche settimana fa in Rai dopo il suo pezzo satirico su Berlusconi e sui politici che hanno rotto.
Tecnicamente la campagna elettorale non è ancora iniziata. E siamo già alle sportellate, come noto. Berlusconi in tv contro Monti, Monti in tv contro Berlusconi e Bersani, Bersani non in tv (per ora) contro tutti, Grillo non in tv contro la tv e contro tutti.
Facciamo uno sforzo di immaginazione. Febbraio 2013. Teatro Ariston di Sanremo, Festival della Canzone Italiana. Luciana Littizzetto, compagna di avventura di Fabio Fazio, deve fare il suo pezzo satirico. Su quale tema?
Se qualcuno avesse degli argomenti da propormi… No, perché la politica no, le canzoni no, cose di Chiesa non è il luogo, il sesso a Sanremo fa brutto. Non so, faccio dei corsi di bricolage? Di cucina ligure? Volete mandarmi la ricetta del coniglio alle olive?
L’attrice torinese scherza dalle pagine di Oggi per evidenziare come in campagna elettorale tutti i temi siano strumentalizzati politicamente. Ed in effetti prevedere che le parole della comica possano provocare ulteriori tensioni che segnino le ultime giornate di campagna elettorale è facile. Lucianina – che assicura di non essersi mai sentita imbavagliata nella vita – qualche settimana fa in effetti aveva già scatenato le reazioni scomposte della politica, dopo aver pronunciato la famosa frase rivolta ai politici e a Berlusconi: “Non dico un pudore, che è un sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di aver rotto il caz*o”:
Certo, a Sanremo, farò i conti con la par condicio, ma ho trovato le polemiche sulla mia battuta a Che tempo che fa francamente un po’ eccessive. E’ stata associata a Berlusconi, ma io parlavo dei politici in generale.
E visto che al Festival in fin dei conti centrali devono essere le canzoni, la Littizzetto prova a immaginare le intepretazioni musicali dei principali protagonisti delle prossime elezioni politiche:
Per Mario Monti ci vuole Salirò, di Daniele Silvestri; per Maroni Montagne verdi di Marcella Bella. A Bersani affiderei Guantanamera che il segretario del Pd dovrà cantare rigorosamente col sigaro in bocca. Grillo? Mmmh… Mi viene solo quel coro da stadio, quello che fa ‘la senti questa voce?….’ E per Berlusconi il capolavoro di Gigliola Cinquetti, quella che fa: ‘E qui comando io e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi va’
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