Rimbocchiamoci le maniche, la pasionaria Ferilli portavoce (inconsapevole) di un’indignazione da talk Mediaset
Rimbocchiamoci le maniche racconta la politica sottolineando le esigenze della gente, ma finendo con il descrivere situazioni che orientano verso una rappresentazione forzata delle istituzioni
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Secondo Mediaset, non c’è bisogno di andare a pescare Frank Underwood per capire le dinamiche della politica di oggi: basta una donna del popolo, per il popolo, con il popolo. La protagonista di Rimbocchiamoci le maniche è quanto di più lontano si possa immaginare dai politici esperti che dominano i talk show italiani: un’operaia, costretta a candidarsi sindaco per evitare che il terreno su cui è costruita la fabbrica in cui lavora diventi edificabile, perdendo così il loro insieme alle sue colleghe.
Chiariamo subito che paragonare la fiction di Canale 5 non può essere paragonata a Questo è il mio paese, serie tv di Raiuno andata in onda l’anno scorso e con protagonista Violante Placido nei panni di una donna ritrovatasi per caso primo cittadino. In quel caso, infatti, scopo del racconto era mostrare come i piccoli centri del Sud devono affrontare la criminalità organizzata radicata anche nei luoghi istituzionali. In Rimbocchiamoci le maniche, invece, è la denigrazione della vecchia politica a prendere possesso della trama: tutto ciò che è politica istituzionale viene bollato come “cattivo”, “bugiardo”, “ingannevole”: basta vedere come sono ritratti i personaggi antagonisti della serie, ed anche l’uso delle musiche a seconda della loro presenza in scena.
Più che “anti-politica”, però, Rimbocchiamoci le maniche sembra voler seguire quel filone popolare che i programmi giornalistici Mediaset stanno approfondendo da tempo: bisogna aiutare la gente (o “laggente”, come dice Angela), parlare con loro, comprendere i loro problemi. Anche l’idea di sfruttare i social network, emblematico di una certa parte politica italiana, sembra essere vista come un mezzo per evitare il confronto con il popolo.
Per certi versi, Rimbocchiamoci le maniche sembra scritto dalla redazione di Dalla vostra parte: l’indignazione verso la politica delle promesse è la stessa, e la Ferilli si fa così involontaria portavoce di un modo di fare informazione che ormai è di casa a Mediaset. Basta osservare il logo del partito del suo avversario, Mario Delfino: Un “Partito Degli Italiani” il cui acronimo non lascia molto spazio all’immaginazione. A Rimbocchiamoci le maniche va, certo, il merito di aver portato nella fiction un tema, quello delle candidature di liste civiche in Italia, attuale a dir poco. Non basta questo, però, per scansare il dubbio che si voglia indirizzare la gente verso un’opinione decisa. Tutta la rabbia emersa dalle situazioni in cui si trova la protagonista è un assist verso una corrente di pensiero che non può non essere schierata: un tranello in cui è cascata anche la pasionaria Sabrina.
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21:47
Angela, la cui giornata sembra abbastanza tranquilla, fa anche in tempo ad andare a parlare con i professori di Ercole. A scuola incontra Paolo, che è un suo ex fidanzato. I due si aggiornano. Quando Angela le racconta della fabbrica, Paolo le consiglia di applicare il “Worker’s buyout”, una pratica per cui i lavoratori investono il Tfr e comprano la loro fabbrica.
Rimbocchiamoci le maniche, puntata 07 settembre 2016: anticipazioni
E’ un progetto interamente voluto da Sabrina Ferilli, Rimbocchiamoci le maniche, in onda da questa sera alle 21:10 su Canale 5. L’attrice, infatti, ha portato il progetto a Mediaset, riuscendo a convincere l’azienda a produrlo. La stessa determinazione della protagonista, Angela Tusco, operaia di un’azienda tessile di un piccolo paese laziale, Offidella, nel cercare di difendere gli abitanti più deboli.
La protagonista guida una serie di proteste e mobilitazioni di un gruppo di operaie della “Charmant”, l’azienda tessile in cui lavora fin da ragazzina: il nuovo piano regolatore del Comune, infatti, prevede che la fabbrica sia liquidata per vendere i terreni in cui si trova. Il sindaco uscente Piero Pacetti (Andrea Giordana), che conosce Angela da tempo, le lancia una proposta: se vuole salvare l’azienda, dovrebbe candidarsi come sindaco.
Angela coglie la provocazione ed accetta: diventa il candidato alle prossime elezioni, sfidando il vicesindaco Mario Delfino (Alberto Molinari), che da anni punta a diventare primo cittadino. La campagna elettorale rivela tutta la forza della protagonista, che riesce ad essere eletta ed a diventare sindaco.
Iniziano, però, le prime difficoltà, legate alla gestione della Cosa Pubblica ed agli avversari, Delfino in primis, che non gradiscono il fatto che a guidare l’Amministrazione ci sia una donna senza titoli di studio e senza carriera politica. Ma Angela si fa circondare da persone che possono aiutarla in ogni situazione: Paolo Sciacca (David Coco), ex di Angela, ora rientrato in paese dopo la separazione dalla moglie ed insegnante di matematica, che diventerà Assessore al Bilancio; Maurizio (Maurizio Mattioli), impiegato da anni in Comune, disponibile ad aiutare la nuova Giunta; Dario Goenitz (David Palyla), giovane blogger e tecnico informatico che, dopo aver aiutato Angela durante la campagna elettorale, diventa Assessore alla Comunicazione; la restauratrice Daniela (Monica Dugo), Assessore alla Cultura e Luisa (Gabriella Silvestri), amica da sempre della protagonista, nominata Assessore all’Ambiente.
A loro si aggiunge il Capitano dei Carabinieri Massimo De Francisci (Marco Falaguasta) che, dopo un’iniziale scontro con la donna, ne sostiene le idee, attratto anche dal suo fascino. In effetti, Angela si ritrova anche ad essere contesa da tre uomini: il suo marito Fabio Ranzi (Sergio Assisi), che si trova fuori casa, colpevole di aver tradito la moglie con la collega di quest’ultima, Gina (Michela Andreozzi); lo stesso Capitano dei Carabinieri e Paolo. Ma Angela non ha tempo per pensare ai sentimenti: deve occuparsi del suo paese, così come dei suoi tre figli, la diciottenne Caty (Benedetta Gargari), il sedicenne e timido Ercole (Samuel Garofalo) e Ferdinando (Ilario Bellazzini), di otto anni. Solo dandosi da fare e non piegandosi mai di fronte alle ingiustizie, Angela può dimostrare di saper aiutare il suo paese a far valere i propri diritti.
Prodotto da Rti e da Endemol Shine Italy, Rimbocchimaoci le maniche è scritto da Alberto Amoretti, Elena Gamba, Mariella Colombo, Mariangela Barbanente e Stefano Reali, quest’ultimo anche alla regia. Proprio lui ha voluto spiegare che uno dei punti di forza della fiction è la passione della Ferilli, che si è spesa molto affinchè questo progetto fosse realizzato. Non a caso, secondo lui la fiction rispecchia proprio il suo carattere:
“[Rimbocchiamoci le maniche è] l’espressione più cristallina di quello che Sabrina Ferilli è, e sente di essere, e di rappresentare per il pubblico, quel pubblico che tanto la ama. Secondo me la ama perché al di là della sua bellezza, della sua bravura come attrice, della sua autenticità di personaggio, al di là di tutto questo, Sabrina ‘ci mette la faccia’. Del resto, quello che sta accadendo in Italia è sotto gli occhi di tutti: una intera generazione politica sta per essere fatta fuori a colpi di voti. Soprattutto per quanto riguarda le amministrazioni comunali, la gente non vota più i Partiti, ma le persone. E a volte preferisce votare, ed eleggere, persone senza una storia politica dietro, perché si aspetta dalle persone comuni una trasparenza, una serietà, un rigore, che evidentemente i partiti tradizionali non rappresentano più. La verità è con questo progetto, fortemente pensato, voluto, ed istigato da Sabrina, ci siamo ritrovati ad immaginare, ed a girare, con due anni di anticipo, quello che è successo oggi, a giugno 2016, un po’ in tutta Italia”.
Rimbocchiamoci le maniche, puntata 7 settembre 2016: come vederlo in streaming
Si può vedere Rimbocchiamoci le maniche in streaming sul sito ufficiale di Mediaset, mentre da domani sarà possibile rivederlo su Video Mediaset.
Rimbocchiamoci le maniche, puntata 7 settembre 2016: Second screen
E’ possibile commentare la puntata di Rimbocchiamoci le maniche sulla pagina ufficiale di Facebook, o su Twitter, usando l’hashtag #RimbocchiamociLemaniche.