Victor Victoria (Cabello): piccole vj crescono. In fretta
Una volta nella vita si può voler fare il radical-chic. Nella sera della Grande Guerra a colpi di talent chi scrive ha optato per qualcosa di cui vantarsi il giorno dopo. Perché, diciamo la verità, nella scala del politicamente “ostentabile” al baretto dell’università sarebbe preferibile dire di aver letto un buon libro o aver visto
Una volta nella vita si può voler fare il radical-chic. Nella sera della Grande Guerra a colpi di talent chi scrive ha optato per qualcosa di cui vantarsi il giorno dopo. Perché, diciamo la verità, nella scala del politicamente “ostentabile” al baretto dell’università sarebbe preferibile dire di aver letto un buon libro o aver visto Arancia Meccanica per la decima volta. Però, se proprio non si amano le linee ortodosse, basterà seguire qualche regola fondamentale di insincerità televisiva. Il nome della De Filippi non va mai nominato invano anche se si fosse solo peccato con uno zapping più prolungato del previsto. X Factor va già meglio, a meno che il tuo interlocutore non sia totalmente prevenuto verso il genere.
E allora giocarsi la carta Victoria Cabello, di questi tempi, fa risalire le tue quotazioni più di una puntata di Porta a Porta. Indipendentemente da ciò che farà e dal titolo della trasmissione che è cambiato lei è una “giusta”: ti consentirà di bearti per aver visto Travaglio che fa Battiato in Centro di gravità permanente. Ed è solo l’aperitivo, in attesa che ci vada ospite sul serio mandando in orgasmo tutti i fan di Anno Zero. La ciliegina della serata è, appunto, il remake del video con il giornalista e la conduttrice entrambi coinvolti, roba da far rosicare Morgan tutta la vita per non averci pensato prima.
Da queste doverose premesse capirete che la Cabello, prima di entrare nella maggiore età catodica, ha bisogno di alzarsi sulle punte dei piedi per farsi notare. Dopo le ragazzate degne di “Very Mtv” ora aspira alle cose da grandi: satira e jet set, in una La7 orfana di Daria Bignardi. Peccato che quest’ultima si documenti a dovere, faccia domande interessanti, non si vergogni di rubare il mestiere ai giornalisti con quel pizzico di humour inglese tanto raro sui nostri schermi. Come, invece, la butta in vacca Vicky non la butta nessuno.
La fotogallery della prima puntata di Victor Victoria
Anche qui va sul sicuro con quel consueto tono da pescivendola che era perfetto con John Travolta, ma all’arrivo di Antonio Di Pietro evoca quasi il Bagaglino. In tempi in cui la politica è magistrale nel prendersi in giro da sola, il “patron” di Italia dei Valori non ha bisogno di presentazioni né di spalle: va a braccio come ha sempre fatto, ammiccando al pubblico della televisione come della politica. Di un’intervista della Cabello, insomma, non avevamo bisogno, visti i temi banalissimi di cui si è dibattuto con la pretesa di far ridere, dalla scarsa prestanza fisica del bell’Antonio alla sua presunta conoscenza del tedesco, infarcita delle solite cialtronerie tipiche dell’italiano all’estero.
Dispiace dirlo, ma le provocazioni più riuscite arrivano dai “valletti” della Cabello, su cui occorre soffermarsi. La padrona di casa si è firmata la sua condanna a morte catodica da sola, visto che messi insieme le fanno totalmente le scarpe. Ognuno di loro, infatti, ha dei testi che lo rendono brillante e convincente, così da levare Victoria dall’impaccio di non sapere come proseguire.
Fabio Canino, apparentemente retrocesso al ruolo di macchietta queer, mette in imbarazzo il politico sulle sue attestate defaillances sessuali da “giovane”, definendolo un diesel che tardava a carburare. E poi tira fuori al momento giusto una battuta totalmente calzante:
“Niente, non c’è niente da dire con lei. Quello con la bandana ci avrebbe regalato storie meravigliose, e molte più soddisfazioni con lui attaccato al lampadario”.
Poi c’è l’altra mattatrice, Geppi Cucciari, che nel suo Geppi Hour su Sky era già godibilissima e qui continua ad essere azzeccata, con quella comicità da sfigata che non ha pretese di sbarcare il lunario. Le hanno affidato l’angolo dei sondaggi, quello in cui prendere spunto da domande paradossali per far sorridere. Geppi ci riesce soprattutto rispondendo alla domanda che si fanno milioni di italiani: Afef un lavoro ce l’ha o no?
Geppi perora la causa della signora Tronchetti Povera, sottolineando che deve occuparsi di milioni di ricariche della Tim Tribù. La Cabello, invece, si limita ad accarezzarle i capelli meritandosi come risposta un ‘fai, avanti, tanto non sei mica la prima’. E poi, il massimo dei luoghi comuni, una bella danza del ventre lesbo-chic (perché la Cabello sa come farsi amare dai ‘tanti amici gay’).
Per fortuna c’è Marisa Passera, ormai storica compagna di merende della Cabello, a risollevare gli animi con il suo Truciverbone (anche qui complimenti agli autori in primis per i testi). Ci mette sempre quella verve da portinaia ideale per gli intermezzi, ma non di più. Anche lei, però, ha un senso in questo programma.
Mentre un senso non ce l’ha la Cabello, che potrebbe quasi lasciare le chiavi dello studio – piuttosto dimesso a dir la verità – a questi tre deuteragonisti onesti, andando a lezione di one woman show da chi se lo può permettere. Perché in Very Victoria era la regina delle cialtrone, ma a voler alzare il tiro buttandola comunque sul ridere finisce che non ti prenderanno mai sul serio.