Home Notizie Fiorello abbraccia Sky. Dal 2 aprile uno show che può cambiare la tv: “Che bello non pensare all’auditel…”

Fiorello abbraccia Sky. Dal 2 aprile uno show che può cambiare la tv: “Che bello non pensare all’auditel…”

“L’ansia da auditel? Tutti ce l’hanno e si fanno paranoie per qualcosa che potrebbe anche non corrispondere alla realtà. Lavorare qui a Sky, invece, in assoluta libertà, senza quella croce, è più bello. Anche in Rai, per carità, ero libero di fare ciò che più credevo, ma sempre dovendo riferire a un editore, dovendo fare

12 Marzo 2009 15:27

Fiorello Show

“L’ansia da auditel? Tutti ce l’hanno e si fanno paranoie per qualcosa che potrebbe anche non corrispondere alla realtà. Lavorare qui a Sky, invece, in assoluta libertà, senza quella croce, è più bello. Anche in Rai, per carità, ero libero di fare ciò che più credevo, ma sempre dovendo riferire a un editore, dovendo fare i conti con una scaletta, con la pubblicità: adesso c’è la possibilità di poter proporre qualcosa al pubblico, indipendentemente da questi meccanismi. A me piace vivere, piace sperimentare: questo sarà uno show aperto a qualsiasi cosa”.

La conferenza stampa, la prima e l’ultima, di Fiorello, in occasione dell’imminente “Fiorello Show”, in onda su SkyUno a partire dal 2 aprile dal giovedì al sabato alle 21.15 e la domenica alle 22.30, comincia con le luci abbassate e un gigantesco maxischermo su cui, d’improvviso, viene proiettata a tutto volume la sigla, ormai celeberrima, di Romanzo Criminale – la Serie.

Ti domandi: che sarà? Il trailer, il teaser o vattelapesca della stagione numero due? In fondo ci speri, hai visto mai: qualche pettegolezzo in più da raccontare ai colleghi. Compaiono Libano e Freddo che giocano a biliardo, nella solita sala, nel solito bar, nella solita atmosfera. Riconosci perfettamente la cifra stilistica della serie andata in onda su SkyCinema fino a poco tempo fa. Il Freddo, d’improvviso, smette di giocare e si rivolge al Libano: “Dice che a Roma nun semo più da soli”, gli fa. “Che stai a di’, Freddo?”, dice il Libano. “Dice che sta arriva’ un pezzo grosso, un siciliano“. E lì capisci. Alzi un sopracciglio perché capisci. Segue un battibecco molto tipico in cui i due, tra qualche parolaccia e un paio di congiunzioni, si danno l’uno contro l’altro. Poi arriva Scrocchiazeppi, con la sua camminata un po’ così che si para innanzi ai due e conferma tutto. “Chi lo manda?”, chiede Libano, il leader della Banda, il boss. “Lo manda forse il Terribile?”. No, no, risponde Scrocchia: “Più in alto…”. “E chi lo manda? Il Sardo?”. Macché, replica quell’altro. Ancora più in alto. Allora il Libano si avvicina al naso di Scrocchia, come volesse baciarlo, stringe gli occhi fino a ridurli a due fessure e dice: “A scrocchia, ma che -bip- stai a di’. Più in alto der Sardo ce sto solo io. E poi la Morte”. “Lo manda l’Australiano…”, svela Scrocchia. L’Australiano? Ma allora è tutto a posto, fanno in coro Freddo e il Libano: l’Australiano è uno di noi, uno “de famiglia”. Quello nuovo, quello che sta per arrivare a Roma, continua ancora Scrocchia, che c’ha l’aria di uno che s’è andato in giro ad informare bene, dice che si chiama Fiore. “Che -bip- de nome”, fa il Libano che poi vuole sapere: “Embè? Che tipo è?”. Uno in gamba, assicura l’altro. Sa fare un sacco di cose, perfino le “vocette”. Così dice: le vocette. Pensa, fa Scrocchia a Libano, che sa fare da paura Califano”.

E’ più o meno a questo punto che Fiorello entra in sala, una fantascientifica sala, all’auditorium dell’Ara Pacis, in pieno centro a Roma, e prende il via la conferenza stampa dell’evento televisivo più evento televisivo di questo inizio anno.

In sala tre quarti dell’intellighenzia mediatica del Bel Paese, tutti i giornali e le radio, passando per Vincenzo Mollica e Massimo Giletti. Fiorello è, al solito, scatenato e prende, come d’abitudine, a pretesto qualsiasi cosa per fare spettacolo, che è poi la cosa che gli riesce meglio in vita: “Certo che c’è unl’altra mano”, dice guardando intorno la severa tecnologia di cui è corredata la stanza. “Solo per i plasma avranno speso una cifra…”. Il paragone con la Rai è scherzosamente dovuto. Quando si siede al tavolo, un tavolo pazzesco, di cristallo, con monitor incastonati nel vetro e microfoni ultra tecnologici, non ce la fa a trattenersi: “Alle conferenze stampa della Rai ci davano i tavoli di legno antico, il tavolo di Camillo Benso, avevamo in Rai…”. Il resto è un lungo percorso utile a spiegare il meccanismo di questo prossimo “Fiorello Show”, un evento-manifesto che, in realtà, con Sky ha ben poco a che spartire, a parte il colossale scambio di brand, di marchi.

“Abbiamo fatto una grande propmozione, è vero. Ma è come se io fossi un attore che debba promuovere il suo film. “Fiorello show” è il mio film. Siccome il mio lavoro è fare spettacolo, ho cercato di spettacolarizzare il più possibile questa promozione. Sono partito con l’idea di Blob e poi con tutto il resto. D’altra parte è questo l’unico modo di procedere su una piattaforma a pagamento come Sky. Sulla Rai è diverso: sulla Rai vai a Domenica In, in un programma da 7 milioni di persone, ti metti lì a parlare e hai fatto la promozione. Qui è diverso. In più proprio in questo periodo corrono i 20 anni della mia carriera pubblica: “Fiorello Show” è un modo di festeggiare con qualcosa di speciale”.

L’idea che ci si fa è che dietro la grande ombra del “Fiorello Show” ci sia tutta la voglia di Sky (4 milioni e 700mila abbonati) di crescere ulteriormente in un momento strategicamente decisivo per la televisione italiana; oltre al tentativo creativo, finora molto ben riuscito, di tentare strade diverse per l’intrattenimento di massa. Quello che andrà in onda su SkyUno (la vecchia Sky Vivo) sarà un montaggio, un collage del meglio di ciascuna serata che Fiorello terrà dal vivo nella grande struttura allestita per l’occasione a Piazzale Clodio a Roma. Ogni “puntata” durerà circa 20, 25 minuti (“Un po’ pochi…”, ha commentato lo showman); la domenica, invece, alle 22.30, come detto, verrà proposto un “Best of” della settimana trascorsa. Quello che, invece, avverrà davanti al pubblico (di circa 2500 persone è la capienza del teatro) sarà diverso di volta in volta e non avrà una scaletta rigida. Sarà intrattenimento allo stato puro. Spiega Giampiero Solari, respondabile del progetto:

“Qui non si tratta di ripetere show già visti in televisione, ma di creare un evento unico. L’idea che abbiamo in mente è di proporre un’esibizione molto romana, ben assestata sul territorio dove si svolge, così da poter, in futuro, proporre altre cose in altre città”.

Solari ha anche spiegato che sarà l’interattività un altro elemento di novità e molto peculiarmente à la Sky. Durante la trasmissione sarà possibile aprire una finestra a mosaico, un po’ come accade per SkyTg24, e scegliere la funziona preferita: un dietro le quinte, per esempio, le prove, oppure immagini dello stesso show ripreso da angolazioni diverse. Nel parcheggio di Piazzale Clodio sarà allestito un maxi schermo (di 60 metri quadrati) che servirà a rendere lo spettacolo ancora più verticale, con esibizioni di Fiorello anche precedenti l’inizio canonico dello show. “Intratterremo le persone mentre cercano parcheggio”, ha scherzato lui stesso.

Presente alla conferenza stampa anche , vice presidente corporate and market communications di Sky. A tal proposito, racconta Fiorello:

“Lo show è nato proprio da un incontro con Andrea. Eravamo sulla stessa spiaggia e gli confessai di avere voglia di uno show tutto mio, dove potessi fare quello che volevo. E lui mi rispose: ‘Che ne diresti se le telecamere di Sky lo riprendessero?’. E così è nato il programma. Non mi sono reso conto della grandezza e dell’importanza della cosa fino a quando non mi ha telefonato Silvio… D’altra parte non penso che il mio andarmene dalla Rai abbia chissà quale significato: faccio un programma ogni quattro anni come i Mondiali. Non sono mai stato un volto fisso. Sarebbe diverso se andassero via da una rete personaggi come Gerry Scotti, Maria De Filippi o Carlo Conti…”.

Infine la ricetta di Fiore per una televisione migliore:

“Credo che se si mollasse, ogni tanto, un programma di successo radicato, per proporre altro, sarebbe meglio per tutti. Purtroppo mi rendo conto che questo non è facile: roba come il Grande Fratello ha ancora molto senso perché la gente lo guarda: se 9 milioni di persone si mettono a vedere il Grande Fratello, significa che c’è ancora motivo per mandarlo in onda. Ma con Sky si può scegliere: c’è la possibilità di variare tra tanti canali e offerte. Il mio futuro qui? Non è ancora chiaro: ho firmato un contratto per tutto il 2009, ma questa è solo la ‘prima puntata’ di quello che abbiamo in mente di fare”.