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20.58
Pochi minuti prima della prima puntata di Matrimonio a prima vista Italia. Non so cosa aspettarmi.
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21.07
Ci siamo. Avverto una certa ansia. E non sono io a sposarmi al buio.
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21.15
Gli espertoni e la voce over spiegano il meccanismo, mentre il montaggio mostra i confessionali di alcuni candidati, che non sapevano a quale programma stavano per partecipare.
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21.19
Incredibilmente restano 56 uomini e 41 donne: più uomini che donne, con oltre 2000 possibili combinazioni di coppia.
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21.39
Il momento dell’invito al matrimonio è da aritmia, come dice Fabrizio.
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21.40
Ovviamente sono tutti molto carini. Cioè, partecipare a un casting ed essere rimbalzati anche da un casting di un dating è ancora più tosta, eh.
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21.42
C’è anche lo spiegone del sociologo su cos’è un matrimonio: “Prima di è qualcuno, durante e dopo qualcos’altro”.
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La faccia della mamma e della sorella di Fabrizio alla notizia che sta per sposarsi con una sconosciuta… ma le telecamere però invadono. Tutti concilianti, tutti ben disposti: non mi torna. Non c’è pathos, non c’è racconto. Mi sa di falso. Di provetta. E il continuo ricorso agli esperti è respingente. Si racconta ma non si mostra.
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22.12
Oddio, si riparte con i commenti degli esperti.
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23.01
“Se io devo scegliere un uomo per la vita devo essere follemente attratta da lui”: Annalisa non ha capito dove si trova, che programma è e a cosa ha detto sì. Forse è l’età. L’ha presa troppo alla leggera, mi sa. Ma il resto lo vedremo nelle prossime puntate.
Premessa: non ho mai visto nessuna edizione di Married at the First Sight. E penso sia stato un bene non avere paragoni narrativi e non essere condizionati dallo sguardo laico sulle nozze che altrove caratterizza la vita di coppia.
Altra premessa: non mi aspettavo un racconto ‘davvero’ seriale. Solitamente questi programmi sono composti da episodi, come tali autoconclusivi. In questo caso, invece, siamo di fronte a delle puntate ‘propriamente dette’, che raccontano – pezzo dopo pezzo – le storie delle tre coppie protagoniste. Una vera e propria miniserie, quindi, al via col primo incontro – ovvero il matrimonio – e comprensivo delle cinque settimane da sposi. Questo aspetto docufictional in un certo senso mi ha spiazzato, e sorpreso. In positivo. Ciò, però, rende questo primo commento al programma puramente indicativo: per poter apprezzare una storia bisogna seguirla tutta.
Ciò non toglie che non si possano fare alcune considerazioni. In primis che tra le prime due puntate c’è un (comprensibile) abisso, che le puntualizzazioni degli esperti rompono il racconto (e risultano, a prescindere, narrativamente superflue e a tratti persino ‘morelliane’), che il programma ‘gira’, ma che non so quanto sia onesto. E mi spiego subito: la scelta delle tre coppie sembra seguire un’idea di climax narrativo più che di effettiva affinità. La ‘triplice’ segue criteri di età, caratteri e alchimie che si incastrano perfettamente in una struttura narrativa in stile ‘soap’, con tre storylines diverse per tono e coinvolgimento, utili a portare avanti un racconto sempre avvincente ed equilibrato tra gioia, tensione e tragedia. Dalla coppia giovane ed entusiasta (Andrea ed Alessandra) a quella più matura e consapevole (Marco e Lisa) per arrivare a quella mal assortita e deludente (Fabrizio e Annalisa). Non a caso presentate in quest’ordine nella costruzione delle prime due puntate, con un cliffhanger ottimo (le lacrime della sposa che si sente agnello sacrificale) per dare appuntamento alla prossima settimana.
Da qui la mia osservazione sull”onestà‘: sono state davvero le scelte le coppie che avevano più chance di un lieto fine? Essendo un programma tv direi di no. Non mi scandalizzo. I casting a questo servono. Ma se in premessa si punta tutto sulla scientificità, una punta di fastidio per la selezione ‘narrativa’ delle coppie la provo. Vedremo, però, come evolveranno le storie.
Ma a proposito di scientificità, dico subito che la prima puntata mi ha decisamente respinto, caratterizzata com’era dalla preoccupazione di costruire una cornice attendibile al programma, presentato come la quintessenza dell’esperimento socio-psico-emotivo del matrimonio al buio. Nella mia visione (forse troppo) laica della tv e del matrimonio, ho trovato tutto i ripetuti commenti dei tre esperti non tanto un modo per raccontare al pubblico il meccanismo del dating, quanto per mettere metri di ‘mani avanti’ e attutire l’impatto di eventuali critiche. Mi ha ricordato la vigilia del primo Grande Fratello, quando Daria Bignardi fu chiamata a dare legittimità scientifica a un semplice reality. Sedici anni dopo mi sembra che le precauzioni siano state le stesse. Ma con 16 anni di tv nel mezzo mi son sembrate anche troppe. Capisco, però, che nel titolo c’è una parola, ‘matrimonio’, che fa paura a tanti (e che per legge non si può usare in Italia per le coppie gay). Le precauzioni, quindi, si moltiplicano, anche a scapito del racconto. Ma per la prossima edizione mi aspetto anche la registrazione delle Unioni Civili.
Quello che mi ha perplesso nella prima puntata è stato il distacco e la velocità con cui sono stati presentati i protagonisti (nonostante le videoschede anche quelle molto GF) e soprattutto con cui è stata liquidata una delle fasi a mio avviso più interessanti, ovvero la comunicazione alle famiglie di un imminente matrimonio con uno/a sconosciuto. Tutto accolto con tale britannico aplomb da aver fatto calare una coltre di non credibilità. L’aspetto ‘provetta’ ha soffocato il resto, facendomi temere una sorta di documentario-parodia sui riti dell’accoppiamento italico. Il fatto che il racconto della formazione delle coppie partisse sempre dall’uomo (“Per Andrea vedrei bene… Il carattere di Fabrizio può legare con…”) mi ha dato fastidio, così come alcuni commenti che trasudavano organizzazioni familiari da anni ’50.
La situazione è cambiata con i confetti: diciamo che dal terzo atto della prima puntata in poi (quindi dal matrimonio della prima coppia e per tutta la seconda puntata), le emozioni hanno preso il sopravvento sull’esperimento. Si son ritrovate le ansie e le speranze di ogni coppia di sposi: la paura di non essere all’altezza, la speranza di durare per sempre. Le stesse di chi arriva alle nozze con decenni di amore e rapporti alle spalle. Anzi, qui ci si arriva con un po’ di leggerezza in più, almeno per le spose: senza i preparativi delle nozze sulle spalle, senza il bisogno di investire tutto sul momento, il giorno del matrimonio può essere un’occasione per ‘giocare’ a essere chi non si è, o chi si credeva di non essere mai. Gli sposi, invece, appaiono terrorizzati esattamente come i colleghi ‘consapevoli’, quelli che arrivano all’altare dopo anni di pranzi di famiglia e mesi trascorsi a decidere il servizio ‘buono’ per la lista di nozze.
Il primo incontro davanti all’officiante, le nozze e la presentazione ad amici e famiglie è il momento più sincero di tutti, e per questo anche il più emozionante: è l’inizio per i protagonisti di questa esperienza televisiva – e di vita – e in questo non ci sono differenze con i matrimoni ‘consapevoli’, celebrati dopo anni di fidanzamento. Ci si sposa, in molti casi, degli sconosciuti. I problemi, alla fine, sono gli stessi. Le delusioni, le parole di troppo, le abitudini che non coincidono. Lo vedremo nel dettaglio dalla prossima settimana in poi, ma già in questa prima puntata si è potuta apprezzare la differenza di approccio al programma da parte dei protagonisti. C’è chi ha giocato consapevolmente – penso soprattutto a Lara e Marco – e chi invece non ha proprio capito le regole del gioco, come la giovanissima Annalisa. Così, come nei ‘veri’ matrimoni, c’è chi pensa che sia tutto rose e fiori e si ferma alla prima difficoltà perché voleva vivere nel ‘film’ del suo matrimonio, e chi invece investe sull’esperienza di coppia. In questo senso un matrimonio al buio può essere la ‘radiografia’ di un matrimonio consapevole.
Fuori da ogni ipocrisia, il programma è un gioco delle coppie portato alle estreme conseguenze, un ‘Extreme Dating Wedding Edition‘ che riesce però a mettere in luce alcune delle vere – e inesorabili – dinamiche delle coppie. Penso sia questo il suo punto forte. Sempre che il racconto proceda come sembra voler fare. Le prime due puntate hanno oscillato tra un massimo di asetticità a un massimo di emotività; vedremo se il programma troverà un proprio equilibrio, come vuole un buon matrimonio.
A proposito di racconti che procedono, faccio un passo indietro: ho detto che mi ha disturbato la fretta con cui si sono presentati i protagonisti nella prima puntata. Aggiungo, però, che al termine della seconda ho poi apprezzato la scelta. Quella fretta iniziale ci permette poi di scoprire i protagonisti a poco a poco, esattamente come accade a loro. Anche il pubblico, quindi, fa esperienza del progressivo svelamento delle parti. Ed è un modo per procedere con loro in queste lunghe cinque settimane di convivenza.
Tutta questa densità ‘narrativa’, sociologica, culturale, emotiva (etc etc) tende a mettere in secondo piano gli aspetti della confezione. Devo dire che non ci sono elementi particolarmente significativi: certo, organizzare tre matrimoni al buio non dev’essere produttivamente semplice, ma sul fronte della ‘messa in scena’ non c’è niente che mi abbia colpito a eccezione di due cose, una ‘buona’ e una ‘cattiva’. La cattiva è che gli inserti degli esperti, soprattutto nella seconda puntata, erano talmente fuori ‘tono’ da sembrare quasi parodistici; quella buona è che la colonna sonora si è fatta notare, e per almeno due motivi: l’uso di uno dei temi de Il Commissario Montalbano (ma possono?) e la scelta di Chasing Cars sul matrimonio della prima coppia. Per chi ha amato Grey’s Anatomy è un colpo basso, ma rivela una certa attenzione nelle scelte di montaggio.
Per ora si continua. Di certo Matrimonio a prima vista Italia può contare su un ingrediente sostanziale: il divorzio breve. E può essere un’ottima chance per sposarsi, almeno una volta nella vita.
Matrimonio a prima vista Italia | Diretta prima puntata
Matrimonio a prima vista Italia | 19 maggio 2016 | Anticipazioni prima puntata
Matrimonio a prima vista arriva in Italia: il tanto discusso format debutta da noi questa sera, giovedì 19 maggio, su SkyUno con un primo doppio appuntamento in onda dalle 21.10. Come periodo per il lancio non c’è male, visto che maggio è periodo di matrimoni. Va detto anche che mai come in questa stagione si sono moltiplicati di dating show, da Take me out ad Undressed, passando per questo format, ‘venduto’ come un esperimento scientifico sull’amore. Ma vediamo cosa prevede il programma.
Matrimonio a prima vista Italia | Come funziona
Per la prima volta nella storia della tv italiana, tre coppie (a puntata) si sposeranno al buio e proveranno a convivere per cinque settimane. Si sono candidati uomini e donne di ogni età e ogni provenienza, decisi a tutto pur di trovare l’anima gemella, recita il promo, o anche solo per cercare una possibilità dopo mesi o anni di solitudine.
Le coppie sono state formate da un team di esperti composto da Mario Abis, sociologo docente allo IULM di Milano, Nada Loffredi, sessuologa, psicoterapeuta e docente di psicologia all’Università La Sapienza di Roma, e Gerry Grassi, psicologo, psicoterapeuta e direttore Clinico del Centro TIB (Terapie Innovative Brevi). A loro il compito di vagliare le oltre 700 candidature arrivate e comporre delle coppie che si conosceranno solo all’altare. Nel dettaglio, sono stati in tutto 724 i candidati presentatisi ai casting, di cui 404 uomini e 320 donne; al successivo workshop sono stati 185 i presenti (106 uomini e 79 donne) e sono stati isolati 50 reali candidati (25 uomini e 25 donne); da questi sono stati poi scelte le coppie protagoniste.
Il programma segue la selezione dei partecipanti, con tanto di interviste e analisi del loro passato e presente sentimentali: da qui “grazie a dei sofisticati metodi scientifici”, si legge nella nota stampa, la squadra di esperti forma le 3 coppie che saranno invitate al proprio matrimonio. E’ la produzione, infatti, a invitare gli sposi, gli amici e i parenti per un matrimonio al buio, di cui neanche le persone più vicine ai concorrenti sono a conoscenza. Uno dei momenti clou del programma è proprio ‘lo svelamento’, ovvero il momento in cui i partecipanti annunciano ad amici e parenti che stanno per sposarsi.
Una volta superato lo scoglio più duro della reazione dei parenti, si passa ai preparativi: ovviamente si tratta di matrimoni rigorosamente civili.
Dopo le nozze, la coppia vola in luna di miele per conoscersi; quindi si passa alla convivenza, lì dove anche gli amori più stabili e consolidati arrivano a sbriciolarsi.
Dopo cinque settimane di convivenza, le coppie decideranno se divorziare o restare unite im matrimonio: certo è che a rendere possibile la realizzazione di questo programma è stato l’arrivo in Italia del divorzio breve…
Matrimonio a prima vista Italia | Il format
Matrimonio a Prima Vista Italia è tratto dal format Married at the First Sight: in tutto sono state realizzate 8 puntate da 50′, più un extra, sempre di 50′, dedicato al dietro le quinte della convivenza. Ogni puntata segue un pezzo della storia delle tre coppie protagoniste.
La versione italiana è prodotta da NonPanic, realizzata da Novella Tei, Giona Peduzzi e Francesco Foppoli, con la regia di Alessandro Tresa.
Matrimonio a prima vista Italia | Come seguirlo in tv e in streaming
Il programma va in onda ogni giovedì alle 21.10 su SkyUno HD, con due puntate in successione. E’ possibile seguire il programma in live streaming su SkyGo o SkyOnLine per gli abbonati al servizio.
Matrimonio a prima vista Italia | Second Screen
Per seguire il programma vi consigliamo il nostro liveblogging, al via su TvBlog dalle 21.10. Il programma ha un proprio hashtag, #matrimonioaprimavista, ma per il resto ‘si appoggia’ ai social di SkyUno, dalla pagina Facebook ufficiale al profilo Twitter.
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