Tredici, secondo uno studio USA la serie ha fatto aumentare i suicidi tra gli adolescenti
I suicidi tra i ragazzi sono aumentati nei mesi successivi al rilascio 13 Reasons Why secondo uno studio americano
Solo finzione.
Quando guardiamo una serie tv dobbiamo sempre ricordarci che è solo finzione, che siano draghi volanti, troni da conquistare o storie vere, pur sempre si tratta di finzione. Soprattutto ai più giovani, a chi oggi si ritrova davanti a infinite possibilità su una piattaforma di streaming, bisogna ricordarlo. Perchè chi era piccolo negli anni ’80-’90 guardava la tv con la famiglia e le storie venivano filtrate nel contatto sociale primario delle mura casalinghe. Oggi le serie sono ovunque e si possono vedere in ogni modo, anche in piena notte con le cuffie, sotto le coperte, nel chiuso di una camera e nessuno magari sa cosa si sta guardando.
Questo non significa demonizzare una visione. Anzi, tutt’altro. Ogni strumento messo a disposizione deve però essere accompagnato da una rete di supporto capace di spiegarne l’uso. Altrimenti si arriva a quello che emerge da un recente studio americano, un picco di suicidi tra gli adolescenti dopo il rilascio della prima stagione di Tredici – 13 Reasons Why.
La serie Netflix tratta il tema del suicidio di una ragazza affrontando in modo giustamente diretto ed esplicito argomenti come il bullismo, l’alcolismo, la violenza, la depressione, i rapporti sessuali, legati al mondo degli adolescenti.
I ricercatori della fondazione Nationwide Chidlren’s Hospital hanno registrato un picco di suicidi dopo il 31 marzo 2017 data del debutto di 13 Reasons Why – Tredici, con una crescita del 28.9% tra gli adolescenti. Nei nove mesi successivi negli Stati Uniti ci sarebbero stati 195 suicidi in più tra gli adolescenti rispetto al dato medio di questa tremenda statistica. Nonostante la serie ponesse al centro il suicidio di una ragazza, la variazione statistica ha riguardato i ragazzi e non le ragazze.
Naturalmente lo studio non ha evidenziato un legame tra la serie e l’aumento dei suicidi, sostenendo che diversi fattori ulteriori possono aver causato questo aumento. Ma hanno in ogni caso voluto mettere in guardia sull’influenza che questo tipologia di serie, senza filtri ulteriori, possano avere sui più giovani.
Il dottor Victor Hong psichiatra dell’Università del Michigan, ha sottolineato come “praticamente nessuno pensi che l’esposizione a questi temi possa portare al suicidio chi non sia depresso. La preoccupazione è sull’impatto negativo che possano avere su adolescenti già in pericolo“.
13 Reasons Why – Tredici aveva già suscitato l’attenzione dell’associazione degli psicologi al momento del suo rilascio per il rischio che potesse rendere questa decisione “una scelta romanticamente sostenibile o capace di scatenare desideri di vendetta” per chi fosse più vulnerabile.
Netflix ha risposto sottolineando come si tratti di un tema “importante e abbiamo lavorato per fare in modo che questi temi così sensibili siano trattati in modo responsabile“. Inoltre ha evidenziato come ci sia un altro studio dell’Università della Pennsylvania secondo cui chi ha visto l’intera seconda stagione è meno propenso a ferirsi o a pensare al suicidio anche in confronto a chi non ha visto lo show.
Inoltre ha ricordato come la serie sia preceduta da un messaggio del cast delle stagioni e anche con un testo in alcune determinate puntate per sensibilizzare sulla delicatezza dei temi trattati e rimandare a un sito 13ReasonsWhy.info che elenca i centri d’ascolto per adolescenti in ogni paese. Inoltre i genitori possono inserire un codice Pin per bloccare l’accesso a determinati film e serie tv considerati non adatti ai più giovani.
Lisa Horowitz co-autrice dello studio ha spiegato un po’ il senso di tutta la ricerca, evidenziando come non ci sia l’intento di demonizzare un determinato show ma semplicemente di mettere in guardia sul fatto che “i più giovani sono particolarmente vulnerabili nel rapporto con i media“.
Tredici – 13 Reasons Why non fa suicidare i ragazzi, così come Gomorra o le serie violente non creano la criminalità o i reality show generano tronisti, ma la sensibilità di ciascuno e soprattutto dei più piccoli davanti a una serie tv è sempre da prendere in considerazione e per questo sarebbe utile accompagnare la visione con il confronto. Quello che oggi, con questo consumo seriale forse si è un po’ perso.