Salvo Riina a Porta a porta: sit in di protesta contro Bruno Vespa di Sabina Guzzanti, Carlo Freccero lo difende
Ancora polemiche per l’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss mafioso.
L’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss di Cosa Nostra Totò Riina, ha fatto abbattere sul talk show e sulla RAI una vera e propria bufera. Sono tante le critiche e le polemiche che si sono sollevate intorno all’opportunità di ospitare ed intervistare sulla rete ammiraglia del servizio pubblico il figlio di un mafioso che, peraltro, presentava anche il suo libro fresco di pubblicazione.
Le contestazioni sono arrivate sia prima che dopo la messa in onda dell’intervista che, effettivamente – e a parere di chi scrive -, nulla ci ha detto in più sul fenomeno mafioso, ma è stata perlopiù incentrata sul rapporto padre -figlio. “Un figlio può giudicare suo padre, ma se lo deve tenere per sé, non può andare in giro a dirlo in pubblico” è quanto ha dichiarato Riina junior a Vespa che gli chiedeva se avesse un giudizio sull’operato del padre. Oltre ai figli delle vittime di mafia, ha protestato anche il Presidente del Senato Pietro Grasso. Ancora, contro la scelta del conduttore di Porta a Porta, si sono schierati sia colleghi, come Enrico Mentana, sia il nuovo Presidente Rai Monica Maggioni e la questione è finita in Commissione parlamentare antimafia:
E ancora oggi, che è passato qualche giorno dalla puntata di mercoledì, le polemiche sono tutt’altro che sopite. Davanti alla sede RAI di Viale Mazzini a Roma è in corso un sit-in di protesta organizzato da Sabina Guzzanti per chiedere le dimissioni di Bruno Vespa. Dura è la presa di posizione dell’attrice e regista contro il conduttore, il programma e l’azienda del servizio radiotelevisivo nonché nei confronti del premier Renzi, e ai microfoni del Fatto Quotidiano ha dichiarato:
Porta a Porta deve chiudere e Vespa se ne deve andare. La Rai non può fare promozione a Cosa Nostra, questo è troppo”. L’intervista di Vespa non aveva valore giornalistico, è stata una pubblicità a valori mafiosi. Io quando ho fatto un film sulla Trattativa Stato-Mafia non mi è stato permesso di partecipare a nessun programma Rai, gli italiani non hanno dovuto sapere niente su fatti acclarati, mentre devono sapere, attraverso la Rai, che il figlio di Riina ha scritto un libro in cui si dice che ha un padre amoroso. Occorre reagire ad una schifezza di questo tipo. Penso che Bruno Vespa, dopo una mossa del genere, abbia perso ogni credibilità.
La Guzzanti si è fatta portavoce anche di una petizione online che ha superato le 115 mila firme e ha creato una vera e propria mobilitazione (che pare ci sarà anche davanti alle sedi Rai di Milano e Torino).
#VespaVattene
Pubblicato da Sabina Guzzanti su Venerdì 8 aprile 2016
Una parziale difesa di Vespa è arrivata, invece, dal consigliere di amministrazione Rai Carlo Freccero che al Corriere ha dichiarato:
Vespa è a fine carriera. Al capolinea. Mi ha confidato: “Carlo, io ho una carriera alle spalle”. Se fosse stato giovane quella puntata l’avrebbe cancellata, ora invece va a sbattere contro il muro a tutta velocità. Quelli come noi, arrivati ad un certo punto, provano una pulsione distruttiva, un ‘cupio dissolvi’. Chi è vittima del proprio narcisismo, pur di marcare il territorio è pronto a morire. Perlomeno chiude da eroe e non da servitore. Bruno non ha sbagliato, l’ha fatto per la sua carriera, che vale più di tutto. E io lo capisco, avrei fatto lo stesso e l’ho fatto. Quell’intervista con Travaglio la tenni nascosta, quando scoppiò il casino io gongolavo. Noi siamo malati, la tv per noi è come l’eroina, è una droga che ti dà tanto, ma ti porta via l’anima, ti ruba tutto..