Un pallottola nel cuore 2 | Conferenza Stampa | In diretta

Inizio conferenza. Andreatta: “Gigi Proietti è un ambasciatore della nostra fiction grazie alle sue grandi doti d’attore, Siamo alla seconda stagione di questa serie. Uno degli obiettivi della nostra fiction è quella di costruire serie che possano avere un seguito. Per avere successo, è necessario rinnovare il prodotto e non ripetersi. Con questa serie, è stato fatto un lavoro grande. Si è lavorato di più sull’attualità e sui sentimenti. E’ una serie originale per l’Italia perché si parla di cold case. Il nostro protagonista non si arrende al disordine causato dall’ingiustizia.E’ una serie che si rinnova anche nel gruppo di attori”.

Gigi Proietti: “Sì, ci saranno tanti colpi di scena. Mi sono chiesto se era il caso di rifare questa serie. Per fare questo mestiere, servono delle capacità che io non ho. Questo personaggio, quindi, mi piace ancora di più perché scopro un mestiere. Il mio personaggio indaga sui cold case non per cercare il colpevole ma solo per amore della verità, Sono d’accordo con la direttrice, è vero, sono molto bravo! Ci siamo trovati bene anche se è stato molto faticoso. Io ho gli orari molto teatrali. Prima che io sia efficiente, il regista deve aspettare un po’ di tempo! Non mi riguardo mai. Nel monitor, non mi piaccio. Quando il prodotto è completo, mi piace.E’ stato fatto un buon lavoro”.

Proietti: “E’ un personaggio che si sforza di cercare la verità e quindi esprime molta umanità. Nella sua professionalità è forte, nel suo privato è fragile. Gli succede di tutto. Lì mi somiglia un po’. Il cold case più antico per lui è quello che lo riguarda, ciò che è successo 30 anni prima, quando gli spararono. Lui scoprirà di avere una figlia e tirerà fuori delle cose che scoprirà anche lui di avere”.

Luca Manfredi: “L’intenzione iniziale era quello di fare un personaggio particolare che si muovesse con una cabrio francese anni ’70 in una Roma caotica. Mi sono subito affezionato a lui. Gigi riesce a rendere questo giornalista tenero e ironico. Con questa seconda serie, l’opportunità è cresciuta. Gigi Proietti indaga sui cold case ma anche sul cold case che lo riguarda più da vicino. E’ un’indagine trasversale che attraverserà le 4 puntate. Ci sarà anche la possibilità dell’intervento a causa della pallottola nel cuore che mina la sua salute. E’ una fiction che ha grandi potenzialità. C’è anche un cast molto interessante”:

Enzo Decaro: “Io sono la pallottola vagante di questa fiction. Oltre alla figlia, infatti, spunterà anche un rivale in amore. E si creerà anche un conflitto perché io sono il chirurgo che dovrà eseguire l’intervento per togliere la pallottola. E’ stato bello poter ritrovare in questo set miti e maestri. Proietti è stato sempre un punto di riferimento. Mi sono ritrovato anche con Licia Maglietta, con cui ho già recitato in L’amore molesto. Abbiamo portato un po’ di teatro in televisione. Sorprenderemo il pubblico con qualcosa che non si aspetta. Nel triangolo amoroso, io sarò quello che rompe ed è una bella nemesi per me”.

Francesca Inaudi: “Io mi sono così immedesimata nel ruolo di figlia che sono riuscita a litigare con Gigi Proietti a causa di un cellulare. Ho questo record, sono riuscita a farlo arrabbiare. Maddalena, quando scoprirà che Bruno è suo padre, affronterà un minestrone emotivo. Mi sono divertita a soffrire, noi attori siamo masochisti”.

Paola Minaccioni: “Mi sono divertita tantissimo con un capocomico come Proietti e con Luca Manfredi. Io recito nella parte di una stronza! Ho cercato di renderla più simpatica. Spero che il pubblico si affezioni a questa donna che non crede a se stessa. Potrei consigliarle il mio analista. E’ stata una sfida”.

Federico Scardamaglia: “E’ stata una scommessa, un onore e un privilegio aver lavorato con Gigi Proietti. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla produzione. Vorrei ringraziare anche il cast e la Rai che ci ha seguito passo passo”.

Basile: “Vorrei parlare dell’effetto Gigi. Quando si scrive per Gigi, c’è una discesa. E’ come se certe scene fossero già scritte. Lui genera un territorio di battute e di situazioni che c’è qualcosa di predefinito”. “Scrivere per la tv è un processo. In questa seconda stagione siamo riusciti ad esprimere una parte di potenziale in più di questa storia. C’è ancora tanto da esplorare”. “Francesco Scardamaglia ci ha regalato una bella idea. Nel paese come il nostro, questa fiction dà al pubblico una sorta di risarcimento. Trasmette un senso di speranza”.

Fine conferenza.