Come nasce la puntata di un telefilm: la Post-Production / 3
Eccoci giunti all’ultimo dei tre appuntamenti di questa micro-guida in tre puntate su come avviene la realizzazione di una puntata-tipo di un telefilm americano. Nei post precedenti abbiamo analizzato due fasi: la pre-produzione e la produzione. Oggi invece ci concentriamo sull’ultimo, affascinante, segmento del processo e cioe’ sulla post-produzione.Siamo rimasti al fatto che ogni giorno,
Eccoci giunti all’ultimo dei tre appuntamenti di questa micro-guida in tre puntate su come avviene la realizzazione di una puntata-tipo di un telefilm americano. Nei post precedenti abbiamo analizzato due fasi: la pre-produzione e la produzione. Oggi invece ci concentriamo sull’ultimo, affascinante, segmento del processo e cioe’ sulla post-produzione.
Siamo rimasti al fatto che ogni giorno, dal set, decine di bobine di pellicola vengono portati in appositi laboratori (pensate, ce ne sono solo tre in tutta Los Angeles). Il primo processo che la pellicola subisce e’ proprio quello di sviluppo e avviene attraverso complicati macchinari che trascinano la pellicola nelle fondamenta di un edificio dove si trovano vasche piene di diversi liquidi chimici. Tali laboratori lavorano giorno e notte, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. La pellicola sviluppata viene riavvolta in apposite bobine e passata al Telecine.
Tali laboratori infatti non ricevono infatti solo la pellicola, ma anche i file audio quotidiani, in modo tale che possano operare una serie di azioni che serviranno alla post-produzione. Il Telecine e’ la prima di queste. Attraverso sofisticatissimi macchinari e software, la pellicola viene scansita e digitalizzata (in alta definizione): un operatore in un’altra stanza si preoccupa di sincronizzare ogni singolo ciak video con la sua traccia audio. Il risultato (audio e video/sincronizzati) viene quindi riversato su nastri beta HD (i “beta” sono lo standard Sony dell’industria televisiva mondiale). La pellicola sviluppata e i nastri contenenti il video grezzo del girato associato all’audio vengono quindi riconsegnati alla produzione (Smallville, Heroes, Lost ecc.) entro le 24 ore successive: questi materiali tecnicamente si chiamano dailies.
I dailies vengono visionati dal regista (quando possibile), altrimenti finiscono direttamente agli editors del telefilm. Generalmente esiste piu’ di un gruppo di editors per ogni serie tv (per Grey’s Anatomy ce ne sono ben tre) per lavorare piu’ in fretta e contemporaneamente su piu’ episodi. I dailies vengono acquisiti in digitale (in bassa definizione) e giorno per giorno l’Editor e i suoi assistenti preparano lo scheletro dell’episodio, scena per scena, selezionando le inquadrature migliori (se la scena e’ stata girata da piu’ telecamere) su un sistema di editing non-lineare (es. AVID, Final Cut). Ovviamente l’ordine con cui riceveranno le scene non e’ sequenziale, dovranno essere loro a sistemare via via i blocchi, tenendo presenti le impaginazioni pubblicitarie e lasciando quindi brevi “neri” laddove serve. Inoltre in questa fase vengono sistemate e inserite le musiche. In sostanza in questa fase gli editor preparano SOLO la storia, cosi’ come poi la vedremo sullo schermo. Senza preoccuparsi di sporcature, di difetti dei colori e di altre anomalie tecniche. E’ qui che nasce la puntata. Una volta che l’Editor ha completato il suo taglio (Editor’s Cut), la regolamentazione sindacale americana prevede che il Regista visioni l’episodio e dia la sua approvazione o richieda modifiche (Director’s cut), quindi l’episodio passa nelle mani del Producer/creatore (Producer’s Cut), quindi in quelle dello studio che sta producendo il telefilm (che potrebbe essere diverso, lo ricordiamo, dal network di messa in onda – Studio’s Cut) e infine la puntata giunge al Network (Network’s Cut). Se per tutti va bene e non ci sono osservazioni (notes), la puntata si considera “chiusa” e passa alla fase successiva. Una puntata di 43 minuti netti richiede 2 settimane di montaggio + altri 7 giorni per l’approvazione.
La puntata chiusa (locked episode) ritorna nel laboratorio esterno per le fasi finali e ci torna nella forma di un EDL (edit decision list) ovvero un singolo file che non contiene fisicamente la puntata vera e propria ma una serie di istruzioni, di numeri, di parametri, tutti i riferimenti – precisi al frame – della sequenza finale, cosi’ come e’ stata montata. Con questo file, partendo dal materiale video grezzo in alta definizione, viene ricostruito in automatico l’intero episodio, cosi’ come e’ stato partorito dall’editor: “voglio 5 secondi di questo, seguiti da 1 secondo di quest’altra parte, poi 10 secondi di quello spezzone” e cosi’ via. Ci vogliono 10 ore per ricostruire una puntata da 43 minuti: questa fase si chiama On-Line. A questo punto l’audio viene inviato a un altro studio dedicato per pulire le sporcature, regolare i livelli delle musiche, inserire effetti speciali o far doppiare agli attori le parti che lo necessitano. Tale processo va avanti indipendentemente dai trattamenti che stara’ subendo il video.
Il video in alta definizione si sottopone ora a quella che e’ chiamata una color correction: un operatore, sulla base di determinati canoni prestabiliti all’inizio del telefilm dal direttore della fotografia, porta in digitale, quasi frame per frame, tutte le immagini alla stessa temperatura, pulisce i difetti video, cancella gli eventuali riflessi delle telecamere o errori tecnici e rende il video “bello” esteticamente. Ci sono telefilm dal mood piu’ scuro, altri piu’ brillanti: tutta la magia viene creata qui. Ciascun episodio di 43 minuti, richiede 2 o 3 giorni di lavoro solo per la color correction. E’ inoltre in questa fase che vengono completati gli effetti speciali visivi (chroma key, effetti speciali, numerosissimi in Smallville ad esempio). Se al regista non piace una particolare postura dell’attore o vuole cambiare una scena, in questa fase lo puo’ fare e vi assicuro che di correzioni in una singola puntata di un qualsiasi telefilm ce ne sono decine e decine (persone cancellate, automobili aggiunte, cartelloni rimossi…c’e’ di tutto!). Una volta terminata la color correction, alcune sequenze vengono inviate subito al network per i promo.
Vengono quindi aggiunti i titoli (credits, stando attenti a non sovrapporli sulla faccia di qualcuno o in sequenze dove non devono distrarre troppo): possono cambiare ogni settimana, per questo un operatore controlla meticolosamente il loro inserimento sulla base delle indicazioni del network o dello studio. Quindi, una volta riunita al proprio audio definitivo, la puntata finita viene visionata dal Producer/creatore e dal Network e una volta avuto l’ok viene esportata in tutti i formati necessari: in primis quello per la messa in onda. I network infatti inviano sempre una copia fisica della puntata alle affiliate dei principali mercati del paese: New York per primo (ricordate che a New York tutto va in onda tre ore prima che in California, dove praticamente quasi tutti i telefilm nascono). In seguito devono essere prodotte tutte le altre versioni: a 30 frame per secondo (per gli Stati Uniti e il Giappone), a 25 frame per secondo (per l’Europa), versioni in 16:9 e in 4:3, versioni senza i titoli, versioni con le tracce audio separate per consentire il doppiaggio, versioni per i DVD multilingua (tutti i telefilm vengono doppiati subito in spagnolo qui a Los Angeles), versioni in digitale in alta e bassa definizione. In media ogni puntata viene rilasciata in almeno 20 formati diversi che serviranno alla distribuzione per fare in modo che i telefilm riescano ad andare in onda anche da noi in Italia, per consentire ad iTunes di venderli, per pubblicarli sul sito internet dei network e cosi’ via.
In media, per ogni puntata, occorrono:
– 2 settimane per il copione
– 1 settimana di pre-produzione
– 2 settimane di shooting
– 2 settimane di editing
– 1 settimana di approvazione
– 1 settimana di color correction e finalizzazione
– 1 settimana di pulizia, titolazione e rilascio nel formato finale
Ebbene si, una puntata completa ci mette circa 2 mesi e mezzo a nascere e costa circa 2 milioni di dollari. E le fasi si ripetono tutte, continuamente, per ogni episodio !
Spero di avervi fatto apprezzare ancora di piu’ con questo mini-speciale il lavoro e la cura maniacali che stanno dietro a quell’ora di House che vi gustate ogni settimana. Niente (ma proprio niente) e’ lasciato al caso ma anzi tutto e’ pianificato con meticolosita’ e realizzato da numerosi professionisti che lavorano sodo per portare nelle vostre case intrattenimento di alta qualita’. Spero anche che ora capiate meglio l’impatto catastrofico che ebbe nel 2008 lo sciopero degli sceneggiatori, fermando di fatto il lavoro di centinaia di persone.