La vita in diretta, il Natale 2015 in tv si fa internazionale e solidale. Qualità e innovazione nelle strenne Rai
L’antivigilia alla Vita in diretta ha fatto il giro del mondo con Babbo Natale: Cristina Parodi ha condotto una puntata coi fiocchi
La vita in diretta ha aggiunto un altro tassello alla sua mission, quella di elevare il linguaggio del daytime. Lo ha fatto nel periodo delle Strenne, quando solitamente ci si accontenta di andare in onda, perché l’alternativa è lasciare il pubblico in balia dei soliti film.
Invece il gruppo del pomeriggio di Rai1 ha confezionato un racconto del Natale coi fiocchi, sperimentando un filone inedito per l’infotainment: il confronto tra tradizioni. Oltre a dedicare il giusto spazio alle usanze italiane, partendo dall’immancabile collegamento con i presepi di San Gregorio Armeno, La vita in diretta ha aperto uno squarcio sulle metropoli estere, ricordando che su questo momento storico incombe lo spettro del terrorismo.
Così la Rai ha valorizzato i corrispondenti dall’estero per rimettere in moto l’economia (visto il calo di partenze nelle grandi capitali europee), rassicurandoci ad esempio su una Londra e una Parigi senza paura e intervistando molti turisti italiani in vacanza in quelle mete.
Il racconto più bello è stato quello dei mercatini di Natale in Germania, dove i consumi sono ripartiti alla grande (lì una statuina del presepe, ha sottolineato la Parodi, costa 500 euro), con la viva voce in studio dell’autoctona Ela Weber:
“Quello che mi mancano sono i mercatini di Natale con le cose fatte a mano. La mia zona è la patria dei giocattoli. Non c’è nulla di confezionato, è tutto artigianale. Il presepe non si fa in casa, nei luoghi pubblici, nelle scuole e in chiesa, così i bambini non vedono l’ora di andare a messa. Si dedica molto tempo all’albero, a preparare le decorazioni a mano. Però si fa la casa di Babbo Natale con lo zucchero”.
Ma non sono mancati in studio racconti agrodolci e realisti, come quello del malinconico Giampiero Mughini che ha ricordato la povertà dei suoi Natali d’infanzia:
“Eravamo una famiglia di media borghesia che la guerra aveva buttato giù. Nella mia ritrosia a vivere il Natale in modo fastoso c’è la memoria dei tempi magri della mia famiglia, mancavano i soldi”.
Benedetta Rinaldi ha, invece, condiviso un simpatico aneddoto di quando era piccola:
“La cosa più triste è quando mi hanno detto che Babbo Natale non esiste. Sono stati bravi, sarò tonta io, perché avevo resistito fino a 12 anni. E’ stato il mio ingresso nella vita adulta. Si aspettava questo momento. Adesso sembra una perdita di tempo, ma per il bambino è una cosa bellissima la ritualità”.
Insomma, questo giro del mondo di Babbo Natale ha reso La vita in diretta dell’antivigilia più speciale che mai. La scaletta è stata davvero perfetta, perché ha dato spazio anche a storia di condivisione e solidarietà a sfondo sociale, oltre alle ricette in famiglia di Benedetta Parodi, protagonista di un simpatico siparietto con la sorella Cristina (che non sapeva neanche maneggiare una frusta da cucina).
Questo spiega la grande crescita negli ascolti e di gradimento de La vita in diretta, un programma che garantisce qualità e innovazione anche quando la tv va in ferie.