Il Boss delle Cerimonie 4 si farà? Raffaele Brunetti a Blogo: “Ci stiamo lavorando…”
Il regista del programma ormai cult di Real Time parla del successo della terza stagione e rincuora i ‘fanz’ del Boss (in attesa delle decisioni di Real Time). E balla con Cerasella…
Il Boss delle Cerimonie chiude stasera, venerdì 11 dicembre, la sua terza stagione: 10 puntate più lo speciale da 50′ minuti (live su TvBlog) che celebra il primo viaggio di Don Antonio Polese a New York, tra matrimoni americani e figli di immigrati che hanno fatto successo, come quel Buddy Valastro conosciuto in mezzo mondo come Il Boss delle Torte.
Come ormai accade da tre anni, più si avvicina la fine del Boss più si avvertono i morsi della crisi di astinenza: l’idea che la serie possa concludersi lascia i ‘fanz’ di Don Antonio nello sconforto. E dire che questi ‘fanz’, come li chiama il Boss, sono aumentati nel corso del tempo: giusto per citare i dati dell’ultima puntata regular della stagione, in onda la scorsa settimana, il programma ha registrato, nella seconda serata di Real Time 596.000 telespettatori con il 3,6% di share (che sale al 6,2% sul target donne 20-49 anni). Non male per una serie investito al debutto da critiche feroci da parte, in primis, dei conterranei, con tanto di scudi levati per la pessima immagine che dava di Napoli e la minaccia di un’interrogazione parlamentare per ‘lavare l’onta’ della ‘vergogna’. Tutto rientrato, ovviamente, dopo poco. Appena, cioè, si son resi conto che il Grand Hotel la Sonrisa, per tutti ormai Il Castello, lavora da circa 30 anni sul territorio e con successo, ben prima, cioè, che Lorenzo e Raffaele Brunetti proponessero a Real Time un programma italiano sui matrimoni – visto anche il successo de Il mio grasso, grosso, matrimonio Gypsy – e scegliessero come location una delle realtà più note del napoletano.
Se alla fine della seconda stagione Lorenzo Brunetti, ideatore della serie, aveva promesso una terza ancora più sorprendente – e devo dire che tra le nozze in rosso della prima coppia e la celebrazione civile dell’ultima c’è stato di che strabuzzare gli occhi -, al termine della terza abbiamo (re)incontrato il regista Raffaele Brunetti proprio lì dove tutto è nato, tra il Salone Imperiale della Sonrisa e lo studio del Boss, tra un trenino con Cerasella (star dell’ultima puntata) e una foto ricordo con cast e crew.
Partiamo dall’ultima domanda, la più attesa: Il Boss delle Cerimonie continua, vero? Sai com’è, l’anno scorso di questi tempi il Boss già accarezzava il sogno di un viaggio a New York, segno che della terza stagione si stava già parlando… La quarta stagione si farà?
Guarda, non lo so. Non c’è niente di deciso, né di definito. Ma visto il successo del programma, impennatosi peraltro proprio nelle ultime settimane, ho fatto presente a Real Time che se non si dovesse fare una quarta stagione si rischiano crisi depressive, proteste e atti terroristici (e la risata scatta inevitabile, ndr).
Gli ascolti in effetti sono notevoli per un programma di seconda serata.
Direi proprio di sì, anche se misurare il valore di questo programma solo con i dati d’ascolto della prima tv è limitativo. Per fare un esempio, venerdì scorso #IlBossdelleCerimonie è stato primo tra i TT, superando anche #LazioJuve. Bisogna poi considerare le repliche, che vanno benissimo, anche più della prima visione. In più vanno aggiunte le visualizzazioni su DPlay. I dati di ascolto della première televisiva sono molto relativi e sono, credo, una porzione molto piccola degli ascolti che muove il programma. Ricordo che la prima stagione non era ancora finita e sul web c’erano oltre 1 milione di visualizzazioni per le puntate, con quattro interruzioni pubblicitarie. Un valore per il gruppo Discovery notevole, anche se non so farti una stima precisa di quante persone vedono il Boss, e non solo in Italia. Ormai il programma va in onda in oltre 20 Paesi, dalla Gran Bretagna alla Germania, ma anche Russia, Ucraina, Polonia, Argentina, Germania. I fans ci mandano delle clip registrate del programma e devo dire che vedere Matteo Giordano che parla tedesco non ha prezzo (e ride).
Anche quest’anno ci sono stati matrimoni di altissimo pregio. Ma uno dei più carini è stato, per me, quello di Rosa e Kijan, tra emigranti italo-tedeschi e di origini irachene, andato in onda per caso proprio la sera degli attentati a Parigi. Come siete arrivati a loro?
La dinamica di selezione è sempre la stessa. Matteo Giordano ci fornisce una lista di papabili tra quelli che prenotano le cerimonie e facciamo un casting su più livelli. Il primo è telefonico: delle nostre collaboratrici saggiano il terreno. In base alle date, alla ‘simpatia’ delle persone, ma anche del numero degli invitati e dell’intrattenimento previsto facciamo una prima scrematura: quindi andiamo a fare un sopralluogo a casa delle persone potenzialmente interessanti. Si riunisce tutta la famiglia, in modo da dare un’occhiata anche ad altri potenziali personaggi oltre alla coppia di sposi, tra amici, parenti e consanguinei, si fa una lunga intervista video, si riprendono gli ambienti e anche gli esterni. Quindi si passa alla scelta.
Quest’anno però le cose si son complicate…
Eh sì, perché la scelta è diventata ancora più ampia e ha incluso coppie che venivano da fuori, come Rosa e Kijan ma anche la coppia di Sassuolo. Devo dire che quelli che vivono fuori zona hanno una passione ancora più forte e un desiderio ancora più forte di festeggiare qui.
Vi è mai capitata qualche coppia ‘stalker’?
Beh, questa è la parte più spiacevole del nostro lavoro. Intendo ‘deludere’ le aspettative. Noi possiamo scegliere tutti, ovviamente, ma ti dispiace dover mettere da parte qualcuno. Soprattutto per le Prime Comunioni: ci sono bambini che ci tengono molto – spesso ci sono genitori che ci tengono più dei bambini – e l’idea che ci abbiano sperato, ma che vengano delusi ci spiace. Le puntate sono quelle, il tempo a disposizione è poco, ma cerchiamo di fare il possibile, magari ‘infilandoli’ come side-story in qualche episodio. Ma a qualcuno bisogna dire di no.
Nella terza stagione i matrimoni son tornati protagonisti: solo un diciottesimo e una comunione. Una scelta?
No, un caso. Noi privilegiamo la simpatia dei personaggi, la passionalità, la voglia di divertirsi più che il tipo di cerimonia. Va anche detto che La Sonrisa non è tra le location preferite per i Diciottesimi, non quanto i matrimoni. Sta diventando, invece, sempre più una location da Prima Comunione.
E in effetti i bambini impazziscono per il Boss: l’ho visto accerchiato dagli invitati di una Comunione e dai rispettivi genitori. Ma il successo porta anche polemiche. Mi riferisco a quella apparsa sul web in cui la parente di una sposa di questa stagione lamentava ‘l’imposizione’ da parte della produzione di un certo tipo di intrattenimento….
Guarda, noi non imponiamo niente a nessuno. Anche perché poi, fortunatamente, abbiamo sempre più scelta. Forse, invece, c’è qualcuno che ha capito come funziona il programma e che magari sceglie un certo tipo di intrattenimento per la propria festa pensando che possa far presa per essere scelti. Ad esempio tutti quelli che contattiamo ci dicono che hanno previsto una serenata: se tutti la fanno davvero a prescindere da noi non lo so … forse avendo visto che il programma ha sempre la serenata la includono per ‘farsi scegliere’. Questi, in fondo, sono meccanismi da reality. Anche se a prescindere da noi, il loro giorno è sempre pieno di telecamere, anzi ne hanno più di noi: tra riprese, fotografi, anteprime, servizi hanno più copertura di quanta ne prevediamo noi. E devo dire che noi incontriamo colleghi bravissimi, operatori e fotografi di cerimonie, che sono straordinari, con apparecchiature di livello, che sempre più spesso ci forniscono materiali.
In fondo il matrimonio è una messa in scena a prescindere…
Certo, tutto è costruito per mettersi in mostra, programma tv a parte.
… e non avete mai imposto nulla.
No. E’ capitato, invece, che le coppie o i festeggiati si siano rivolti a noi o ancor più spesso a Matteo per avere indicazioni o consigli. “Vorremmo prendere uno spogliarellista, un cantante, un ballerino… conoscete a qualcuno?” è una cosa che ci si sente chiedere. Ma se noi imponessimo qualcosa il programma stesso non avrebbe più senso: a noi piace lavorare sulla passione vera, sul desiderio di festeggiare dal boss, sul sogno che diventa realtà. E deve per forza nascere dai protagonisti.
Ma torniamo alla prossima stagione: Matteo vi ha già passato una lista di possibili matrimoni per Il Boss delle Cerimonie 4? State iniziando a lavorarci?
Assolutamente sì. Matteo mi ha già girato un paio di cose che sarebbero bellissime, di cui ovviamente non parlo.
Ormai Matteo è il vostro primo autore…
Eh sì, anche se con lui all’inizio è stato una battaglia. Lui voleva rimodernare l’immagine della Sonrisa, e all’inizio ci proponeva cose ‘serie’, tipo convegni o eventi di un certo tipo. Ora invece è entrato perfettamente nella logica del programma e ci propone cose sempre più belle.
E’ cambiato anche il suo ‘personaggio’ nell’arco delle tre stagioni: avete messo in evidenza il ‘conflitto’ tra il Boss e il suo braccio destro che quest’anno ormai arriva a dirgli persino ‘no’.
Sì, diciamo che lo abbiamo ‘stressed’, per usare un termine inglese. Diciamo che abbiamo un po’ ‘esasperato’ delle dinamiche che ci sono nella realtà: il segreto è sempre quello, raccontare aspetti reali. Nel reality se vuoi che funzioni devi sempre partire da cose che esistono. La ricerca è la cosa più importante: conoscere bene l’ambiente, i protagonisti, i personaggi secondari, le dinamiche è fondamentale. Dopo diventa tutto più facile. Confesso: noi a volte diciamo una cosa a Don Antonio e non la diciamo a Matteo, o viceversa, per vedere la reazione, proprio perché ormai li conosciamo. Più che scrivere spesso provochiamo. Tutto quel che vedete nel Boss, però, nasce da situazioni e dinamiche reali, esistenti a prescindere dalle telecamere.
Vabbè, ma del ‘pono’ pomellato – su cui Real Time ha costruito una vera e propria campagna virale, cosa non consueta a dire il vero – che mi dici? Tutta farina del Boss?
E certo! (Risata fragorosa) Chi altro avrebbe potuto pensarlo e dirlo? Saremmo dei geni se avessimo pensato e scritto una cosa del genere! Ci stai sopravvalutando, su! (E la risata di cuore è inevitabile all’immagine simbolo della terza stagione del Boss) In fondo noi ci stiamo prendendo i meriti, ma era già tutto qui. Intanto il Boss, che io reputo una persona geniale e colta, con un’apertura mentale che fa invidia a molti, una grande curiosità, una grande capacità di costruire e di sognare e una memoria di ferro. Colta al di là di tutto, che unisce alto e basso e mescola un modo di parlare tipico delle aree rurali con un ‘lucco’ stravagante che hanno fatto di lui un personaggio amato dai ‘fanzi’.
Insomma, il popolo lo acclama, voi state lavorando alle possibili idee per una quarta stagione ma Real Time non ha ancora sciolto la prognosi. Ma tu vedi possibile una festa per un’unione gay al Castello, magari nella prossima stagione?
(Silenzio. Sorriso. Fuochino…)
Beeeeeh, perché no. Il Boss ha fatto anche una dichiarazione a un settimanale in cui dice che è prontissimo a ospitare feste gay. Ma poi non sarebbe la prima volta: mi raccontavano di una coppia di fratelli diventati donna che si sono sposati proprio qui al Castello. E poi nella cultura napoletana la transessualità ha da sempre una grande importanza. Perché no, quindi. Io lo spero…
Nel frattempo con la B&B Film a cosa stai lavorando?
Stiamo portando ancora in giro un docufilm, Stato Interessante, andato anche in onda su Rai 3 per il ciclo Doc 3. In questo periodo, però, sto lavorando a un film sul rapporto tra Stato e Chiesa dal titolo La Via della Conciliazione, che trova come pretesto narrativo proprio la costruzione del viale che conduce a Piazza San Pietro: pochi sanno che questa strada non doveva esistere per come il Bernini e Michelangelo avevano immaginato la reazione che la magnificenza della Basilica doveva creare nel pellegrino, che se la sarebbe dovuta trovare all’improvviso di fronte tra i vicoli del borgo. Molti Papi avrebbero desiderato un accesso trionfale in Vaticano, ma ci riescono solo con Mussolini che nasce ateo e anticlericale, ma che capisce presto che per avere potere in Italia bisogna avere un contatto con le gerarchie vaticane. Era un momento particolare della storia dei rapporti tra Stato e Chiesa, inesistenti dopo la Breccia di Porta Pia. Per sancire la riconciliazione si abbatte un quartiere e insieme ad esso il filtro tra politica e Chiesa, che sono da allora diventati una cosa sola.
Beh, passi dai Papi al Boss con assoluta nonchalance. E visto che ormai ci sono due Papi, ti sei ritrovato anche ad avere a che fare con due Boss. Parlo dello speciale che vedremo stasera con l’incontro tra Don Antonio e il Boss delle Torte Buddy Valastro nell’ultima puntata della terza stagione. Due aggettivi per riassumerla.
Due non bastano! Per me è bellissima! (Ride) Ma è come sempre divertente, ma anche commovente, toccante, emozionante … in una parola sorprendente. L’incontro con Buddy è stato molto bello: vedere uno dei personaggi televisivi più noti della Terra così contento di incontrare Don Antonio in arrivo dall’Italia, e da Napoli in particolare, è stato davvero coinvolgente. Ma ci sono incontri ancora più belli e più toccanti. Uno in particolare… Sai che don Antonio è molto sensibile al fascino femminile, ma si sa che l’amore per la famiglia trionfa sempre! E poi c’è un matrimonio qui alla Sonrisa che forse è il più bello di tutta la serie…
E se lo dice il regista! L’appuntamento con l’ultima puntata de Il Boss delle Cerimonie 3 è live su Blogo. E aspettiamo che Real Time sciolga la prognosi per la quarta stagione: Raffaele Brunetti, la produzione, La Sonrisa e il Boss sono già pronti e stanno già iniziando a ‘lavorarci’.