Carta di credito Rai, Augusto Minzolini condannato definitivamente a 2 anni e mezzo per peculato
Carte di credito Rai, la Cassazione conferma la condanna di Minzolini
Sono allibito. In appello sono stato condannato da un giudice che è stato sottosegretario con i governi Prodi e D’Alema. È come se Prodi o D’Alema dopo aver militato in politica per anni giudicassero Berlusconi. Questo è il sistema giudiziario italiano. Sono stato assolto in primo grado e condannato in appello a una pena maggiore di quella che chiedeva l’accusa. Evidentemente c’è qualcuno che mi vuole vedere fuori dal Parlamento.
Questo è il primo commento di Augusto Minzolini alla condanna definitiva a 2 anni e mezzo di reclusione. Il giornalista e parlamentare di Forza Italia ha commesso il reato di peculato in relazione all’utilizzo della carta di credito che gli venne assegnata dalla Rai quando era direttore del Tg1.
La VI Sezione Penale della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’ex “direttorissimo” contro la sentenza pronunciata dalla corte d’appello di Roma il 27 ottobre dello scorso anno che disponeva anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena inflitta. Che è stata confermata e dunque Minzolini dovrà lasciare il Senato.
Minzolini, che era stato assolto in primo grado con la formula “il fatto non costituisce reato” (cioè non aveva consapevolezza di stare spendendo impropriamente denaro pubblico in quanto la stessa Rai gli aveva messo a disposizione la carta di credito che Minzolini credeva una compensazione per l’esclusiva inserita nel contratto con la Rai), ha restituito circa 65 mila euro alla Rai (di tanto aveva superato in 14 mesi il budget messo a disposizione dall’azienda pubblica).
Per la cronaca, meno di due mesi fa il pubblico ministero Sergio Colaiocco ha chiesto 4 anni di reclusione per Minzolini, accusato dalla procura di Roma di abuso d’ufficio: quando era direttore del Tg1 rimosse dal video la conduttrice Tiziana Ferrario.