Questo è il mio paese, la trama si finge politica per lanciare il solito melodramma
Questo è il mio paese avrebbe potuto raccontare la gestione di un piccolo Comune italiano puntando di più sugli aspetti politici della fiction, ma preferisce inserire elementi più noti al pubblico, dimenticandosi gli elementi più originali
Poteva essere un modo originale per portare in prima serata su Raiuno un racconto in cui numerosi italiani lontani dalle metropoli si sarebbero potuti identificare. In effetti, Questo è il mio paese si sforza di rappresentare la situazione di difficoltà dei Comuni del nostro Paese, ma perde di vista il suo obiettivo lungo il percorso.
La fiction porta il pubblico all’interno del Comune di Calura, dove la protagonista Anna (Violante Placido) si ritrova prima ad essere vicesindaco ed assessore al Bilancio, e poi sindaco. In un paese del Sud Italia, dove due famiglie comandano e dove la precedente amministrazione ha governato favorendo alcuni e non preoccupandosi dell’uguaglianza tra le parti, essere sindaco diventa una sfida ancora più difficile.
Questa la trama della parte più interessante della serie tv, nonchè di quella più innovativa ma anche meno approfondita. Il motivo è ovvio: impensabile costruire una fiction solo sulle difficoltà di un sindaco di un paese nel riuscire a gestire la cosa pubblica. Per rendere il tutto più facilmente digeribile, sono state inserite due storyline, più assimilabili dal pubblico e riconducibili ad una serialità già nota.
La prima è quella del melodramma: la protagonista è nata e cresciuta a Calura, dove reincontra le sue amiche d’infanzia ed anche l’ex fidanzato. Tra sguardi, frecciatine e flashback (anche troppi), ecco che la trama principale inizia a alleggerirsi. A questo si aggiunge il mistero della scomparsa di una delle amiche di Anna, avvenuta anni prima e dalle circostanze misteriose: anche qui, qualche flashback di troppo (che sembra adattare Pretty Little Liars alla fiction italiana) e molte banalità.
Il vero punto debole di Questo è il mio paese è proprio la banalità e le scene che non aggiungono altro se non la necessità di riempire una trama che, altrimenti, rischierebbe di annoiare troppo. In realtà, è proprio la parte più inedita, quella relativa al processo di costruzione di una Giunta rispettosa delle regole, quella che avrebbe potuto dare alla serie tv un’ispirazione più contemporanea e vicina all’attualità invece che al melodramma familiare.
Questo è il mio paese non ha trovato il giusto equilibrio tra parte drama, quella romantica e quella più politica. A fronte della necessità di non far annoiare il pubblico, si è preferito usare dosi maggiori delle prime due, sbagliando nei contenuti, riservando alla terza parte una dose minore, che da predominante (almeno secondo la trama) diventa accessoria a sviluppare altri spunti narrativi già visti in altre occasioni.