Home Serie Tv 2 di noi, Ivan Cotroneo a Blogo: “Format innovativo per mettersi al passo con le produzioni internazionali. E’ arrivata la felicità? Aspettatevi delle rivoluzioni”

2 di noi, Ivan Cotroneo a Blogo: “Format innovativo per mettersi al passo con le produzioni internazionali. E’ arrivata la felicità? Aspettatevi delle rivoluzioni”

Ivan Cotroneo a Blogo ha parlato di 2 di noi, nuovo progetto di cui ha realizzato un pilot, ma anche di E’ arrivata la felicità e della docufiction Chiedi a papà

pubblicato 9 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:36

Alla Festa del Cinema di Roma, il mese scorso, è stato anche presentato il pilot di un curioso progetto televisivo, che non ha ancora trovato un rete di messa in onda ma che ha le potenzialità per poter diventare un successo non solo italiano. Stiamo parlando di 2 di noi, comedy scritta e diretta da Ivan Cotroneo, che torna così alla regia di una commedia in tv dopo Una mamma imperfetta.

2 di noi vuole parlare delle insicurezze di ognuno di noi e di come, ogni giorno, siamo costretti a mascherare il nostro vero aspetto per cercare l’approvazione degli altri. I personaggi, infatti, sono interpretati da due attori, molto diversi tra di loro per fisicità, che rispecchiano il lato più intimo del personaggio e quello che, invece, appare quando si trova in mezzo agli altri.

Giulia Michelini e Carolina Crescentini

I protagonisti sono Anna e Giorgio: la prima, quando è al lavoro, assume le fattezze (e l’atteggiamento della donna in carriera sicura di sè) di Carolina Crescentini, mentre quando si reca dal suo psicoterapueta (Pietro Ragusa) e chiude la porta di casa, cambia aspetto e, mostrando tutte le sue paure, diventa Giulia Michelini. Il secondo, invece, quando lavora ha il fascino di Alessandro Roja, mentre a casa, lontano dalla necessità di dover apparire bello e spietato, diventa più onesto ed assume l’aspetto di Stefano Fresi.

I due, quando vestono le loro maschere esteriori, non sembrano riuscire ad andare d’accordo, ma solo quando s’incontrano -con le loro fattezze reali- in un supermercato aperto anche di notte, danno sfogo alla loro passione. Un format pensato per episodi da 25 minuti e che, per ora, non ha ancora trovato un canale di messa in onda. Blogo ha contattato Cotroneo per saperne qualcosa di più ed approfittato dell’occasione per parlare anche di E’ arrivata la felicità (di cui Cotroneo è co-creatore, con Monica Rametta e Stefano Bises) e del docureality Chiedi a papà, che andrà in onda l’anno prossimo su Raitre.

2 di noi è un interessante progetto di cui per ora è stato realizzato un pilot, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma: come le è venuta quest’idea?

“L’idea di 2 di noi nasce da un tema che mi interessa molto: quanta paura abbiamo di farci conoscere dagli altri per quello che veramente siamo? Quanto riusciamo a farci amare svelandoci davvero? Quanto di quello che presentiamo agli altri di noi è vero, o è invece una versione corretta, alterata, abbellita di quello che in fondo siamo? Quando andiamo a un primo appuntamento o a un colloquio di lavoro quale versione ‘migliorata’ mettiamo in scena di noi stessi? E le persone che ci amano, ci amano per quello che siamo o per quello che noi mostriamo loro di essere? Cercavo un modo di raccontare questa paura, questa incertezza e mi è venuta l’idea di mettere in scena uno stesso personaggio interpretato da due attori diversi, per enfatizzare questi elementi di distanza, questo gap fra chi siamo e come ci presentiamo. E da lì l’idea di costruire un mondo fatto di ‘doppi’ in cui ciascun personaggio ha una versione ‘sociale’ e una ‘intima’. Ne ho parlato con i produttori della Indigo Film, Nicola Giuliano e Francesca Cima, con cui avevamo costruito e messo su Una mamma imperfetta, e abbiamo deciso di realizzare e produrre insieme un pilota, per raccontare meglio come potesse essere visivamente questo mondo. La realizzazione del pilota, che è prodotto in maniera indipendente, è stata possibile grazie alla partecipazione di tutti, a cominciare dagli attori.”

Il format sembra intraprendere un percorso, quello della rappresentazione della psicologia umana attraverso immagini, che ha avuto fortuna al cinema con “Inside Out”: crede che per le serie tv il nuovo trend sarà questo?

“Quando ho visto ‘Inside Out’ ho riconosciuto un modo di raccontare e, uno schema di pensiero comune e ne sono stato divertito e soprattutto fiero. Specialmente nelle scene finali in cui la prospettiva si allarga a un mondo in cui tutti hanno diritto a questa rappresentazione ‘psicologica’, anche i cani e i gatti. Io avevo fatto diventare un gatto il mio labrador Marta, quando a settembre dell’anno scorso abbiamo girato in quattro giorni questo pilota. E ho sempre considerato le sceneggiature Pixar dei modelli (penso a ‘Up’ e ‘Wall-e’), quindi mi sono sentito lusingatissimo. Non so se possa essere un trend, mi è sembrata una coincidenza. E’ vero però che siamo sempre alla ricerca di modi visivi efficaci -e possibilmente nuovi- di raccontare moti dell’animo.”

Ci sono due scene, nel pilot, in cui i protagonisti parlano al telefono con le loro famiglie, trovandosi di colpo a confrontarsi con le loro insicurezze: dopo aver parlato tanto di famiglia come rifugio, ora se la vuole “prendere” con quelle famiglie che, invece, diventano un ostacolo per i giovani?

“No, volevo solo dire che con le famiglie è molto difficile – per fortuna o per sfortuna – fingere di essere diversi da quello che siamo. Quindi il gioco apparenza/realtà non può più funzionare: i due protagonisti quando parlano con la famiglia sono costretti a essere o a ritornare se stessi. La famiglia è un rifugio, certo, ma è anche il posto in cui ti confronti con chi ti conosce meglio per quello che sei, e che magari ha per te delle ambizioni che non ti corrispondono. E questo è impegnativo e faticoso. Che non sia solo un rifugio ma un posto in questo senso speciale, delicato, e unico, che può diventare anche claustrofobico, ed è comunque impegnativo, lo si vede penso anche in tutte le rappresentazioni narrative della famiglia a cui ho partecipato, dalla Mamma imperfetta e Una grande famiglia in tv, da Mine Vaganti e Viaggio sola al cinema.”

Con 2 di noi torna alla regia per la serialità, dopo Una mamma imperfetta: com’è stato dirigere due attori per ogni personaggio?

“E’ stato entusiasmante. Carolina Crescentini, Giulia Michelini, Alessandro Roja, Stefano Fresi, Claudia Potenza, Luca Calvani, hanno sposato con grande entusiasmo e divertimento questa idea di ‘condividere’ un personaggio. Io ho lavorato singolarmente con ciascuno di loro, e poi a coppie, in modo da potere ricreare una continuità di atteggiamenti e movimenti che si rimpallassero da una parte all’altra del personaggio. Vorrei dire anche che proprio per la sua natura di pilota destinato a espandersi ho chiesto a attori che stimo di interpretare i ruoli dei colleghi di ufficio: anche se in questo pilota non hanno molto spazio, per loro –e per i loro doppi- è previsto uno sviluppo, ed è per questo che ho chiesto loro di essere con me dal primo momento.”

Come sta andando la ricerca di un produttore e distributore per questa serie in Italia? Verrebbe da pensare che la Rai, con cui collabora già, potrebbe essere l’interlocutore primario… Non è che, forse, il formato da 25 minuti rende la realizzazione di questo progetto più complessa, almeno nel nostro Paese?

“Il formato da 25 minuti, che è poco usato nel nostro paese, è secondo me e secondo i produttori il più adatto a questo racconto, e all’estero è molto usato. E’ il formato di Girls, In treatment, Modern family, Looking, Dates, e tanti altri. 2 di noi si iscrive secondo noi in quel genere di serie televisiva. So bene che è un formato quasi per niente usato nel nostro paese, ma forse (almeno questo è il nostro pensiero) rinnovare un po’ significa anche esplorare formati inusuali almeno per noi, e mettersi al passo con le produzioni internazionali.”

Dove le piacerebbe che fosse realizzato 2 di noi? Senza per forza fare il nome di una rete: crede che questa serie sia più adatta alla tv generalista, alla pay tv o ad internet (come web-series o come Netflix)?

“Credo che il cuore del racconto, il tema di 2 di noi, sia molto ampio e che quindi possa prestarsi bene sia a un racconto su una rete generalista che a un racconto cable o su una piattaforma. Se il tema è riconoscibile, lo è sia per una rete generalista che per una paytv, magari è la forma che cambia. Peraltro oggi il pubblico è secondo me molto mobile, segue il contenuto più che il contenitore.”

Parliamo di E’ arrivata la felicità: la prima stagione è al giro di boa. Che feedback ha ricevuto dal pubblico in queste settimane?

“L’affetto del pubblico per Ealf –come io, Monica Rametta e Stefano Bises chiamiamo tra di noi E’ arrivata la felicità– è decisamente entusiasmante per noi autori, e lo dico fuori di retorica. Le persone che seguono la serie si sono affezionate ai personaggi, dai protagonisti ai comprimari, e ne abbiamo dimostrazioni di grande soddisfazione. Seguire le puntate su Twitter –cosa che io, Stefano e Monica facciamo sempre– è molto interessante e soprattutto molto caldo. Ci si sente parte di una piccola comunità. A me viene sempre da ringraziare tutti. Posso farlo anche da qui? Grazie a tutti quelli che ci seguono.”

Entriamo nella seconda parte della prima stagione: può anticiparci cosa succederà nei prossimi episodi, cosa succederà ad Angelica ed Orlando dopo che lei ha dichiarato i suoi sentimenti a lui, e se Giovanna accetterà finalmente l’omosessualità di Valeria?

“Beh, non ho nessuna intenzione di spoilerare il racconto, quindi non racconterò cosa sta per succedere… ma ci aspettano delle rivoluzioni, una fuga, un matrimonio, un ritorno a casa, un tradimento colossale, una buona dose di musica neomelodica napoletana, una nascita, la ribellione di un nonno… un bel po’ di cose…”

Avete già avuto qualche notizia a proposito di una possibile seconda stagione? Sappiamo che Santamaria e la Pandolfi sono disponibili, e gli ascolti non stanno andando male…

“Noi stiamo già lavorando agli scenari futuri, e immaginando e scrivendo cosa succederà ad Angelica e Orlando, ma anche a tutti gli altri personaggi nella seconda serie. Se si dovesse decidere di andare avanti, non ci faremo trovare impreparati…”

Per quanto riguarda Chiedi a papà, come proseguono i casting? Avete già un identikit di chi vi ha contattato per partecipare?

“Chiedi a papà, la docufiction che stiamo preparando, prodotta da Indigo Film e 21, da un’idea di Francesco Uccello, è arrivata alla quinta settimana di riprese, quindi abbiamo già girato con dieci famiglie diverse. Nelle prossime settimane, fino a dicembre, gireremo con le altre dieci. Siamo anche qui al giro di boa, ma delle riprese. Abbiamo avuto una massiccia richiesta di partecipazione. Le famiglie, scelte con gli altri autori del progetto –Francesco Uccello, Alessandro Rossi e Giulia Gianni– sono molto diverse tra di loro per composizione, provenienza, estrazione sociale, religione e soprattutto per il modo in cui affrontano la gestione famigliare. Credo che alla fine delle riprese avremo un bel quadro di venti diversi modi di intendere la famiglia, venti diverse modalità di affrontare il quotidiano. La messa in onda è prevista per gennaio 2016, in seconda serata su Raitre.”