Amarcord 2008 – Olimpiadi terminate e già dimenticate
Amarcord 2008. Olimpiadi, croce e delizia di milioni di spettatori in tutto il mondo, ma solo per poche settimane ogni quattro anni. E poi? Poi gli atleti che tanto hanno faticato per arrivare sul tetto del mondo, spariscono, come supereroi che si materializzano solo in caso di pericolo, per poi tornare a fare gli impiegatuncoli
Amarcord 2008. Olimpiadi, croce e delizia di milioni di spettatori in tutto il mondo, ma solo per poche settimane ogni quattro anni. E poi? Poi gli atleti che tanto hanno faticato per arrivare sul tetto del mondo, spariscono, come supereroi che si materializzano solo in caso di pericolo, per poi tornare a fare gli impiegatuncoli sotto mentite spoglie. Il 2008 ci ha regalato grandissime emozioni proprio grazie ai Giochi, ma sono bastati pochi giorni e quelle stesse reti che ci hanno fatto gioire o incavolare trasmettendone le immagini, hanno girato le spalle all’evento, mandandolo in pensione fino alla nuova edizione. Per fortuna arriva il periodo natalizio, con i suoi buchi di palinsesto da riempire con qualche speciale. Così da poter ricordare quanto siano stati intensi, seppure brevi, i giorni dei Giochi.
Debora
E’ passata all’incirca una settimana dalla fine delle Olimpiadi di Pechino 2008 e sembra quasi che dell’evento sportivo non ci sia più traccia. La cerimonia di chiusura ha fatto calare il sipario su una manifestazione splendida che non tornerà che tra quattro anni, mandando virtualmente in “pensione” tutti i suoi protagonisti. Sì, perché della maggior parte degli atleti visti ai Giochi non si riparlerà che in occasione di Londra 2012 (se avranno la fortuna di essere presenti). Loro continueranno la propria vita, sportiva e non, ma nella nostra tv non avranno spazio se non in qualche trasmissione a livello locale oppure in qualche evento importante che riuscirà a trovare un piccolissimo posto sulla tv di Stato.
Meno di una settimana dalla fine, dicevamo, e i campioni che ci hanno fatto appassionare, che hanno battuto record mondiali, che ci hanno lasciato senza fiato per imprese “titaniche”, hanno lasciato posto ai soliti noti, a Felipe Massa, a Valentino Rossi e agli onnipresenti calciatori. Cifrette ridicole – qualche migliaio di euro per una medaglia vinta, costata anni di preparazione – sono state sostituite da compensi astronomici per un singolo Gran Premio o per un anno di contratto calcistico. La gara ai diritti tv per il calcio ha monopolizzato per un’intera settimana i telegiornali di ogni rete, più di quanto l’abbiano fatto Michael Phelps o Usain Bolt.
Ma dopotutto in Italia è così, lo si sa e non ce la si può nemmeno prendere più di tanto. Un attimo prima sembra che il curling stia per diventare il nuovo sport nazionale, ma un secondo dopo tutti si sono dimenticati della sua esistenza, così come per il tiro a volo e il badminton. I grandi eventi sportivi arrivano ed entusiasmano, fanno palpitare il cuore, come amanti di passaggio che non possono però farsi illusioni, sapendo che in breve tempo verranno messe da parte per un ritrovato amore nei confronti della moglie. E gli italiani, si sa, sono sposati con il calcio e con la formula uno. Prima di cambiare la tv, bisognerebbe poter cambiare l’italica mentalità.