Caso Loris, parenti in tv per soldi: “Ci stiamo facendo uno stipendio”
L’omicidio di Loris Stival oggetto di trattative economiche tra i parenti del bambino e programmi tv: è quanto dichiarano gli investigatori che hanno chiuso le indagini sulla morte del piccolo di Santa Croce Camerina.
Update: stando a quanto pubblicato dall’edizione online di Repubblica Palermo ci sarebbero programmi Mediaset direttamente coinvolti nella contrattazione economica per ospitate e interviste con alcuni parenti di Veronica Stival.
“Tremilacinquecento euro ad intervista, duemila euro per la presenza a Domenica Live, “regalini” di vario genere. E persino il pagamento di cure mediche. C’è di tutto nel prezziario che soprattutto le reti Mediaset avevano approntato per assicurarsi la presenza dei familiari di Veronica Panarello in tutte le trasmissioni del gruppo. Polizia e carabinieri che intercettano i familiari della giovane donna accusata di aver ucciso il figlio Loris, il bambino di otto anni trovato strangolato in fondo ad un canalone alla periferia di Santa Croce Camerina il 29 novembre dell’anno scorso, ascoltano anche le conversazioni tra la mamma e la sorella di Veronica e la conduttrice Barbara D’Urso, ed altri redattori dei programmi”
si legge nell’articolo datato 15 ottobre dell’edizione locale de la Repubblica, che aggiunge anche che nelle 250 pagine depositate dalla Procura di Ragusa,
“magistrati ricostruiscono un vero e proprio tariffario delle comparsate tv dei familiari di Veronica e intercettano anche Barbara D’Urso mentre, per convincere la mamma di Veronica a tornare in trasmissione per sostenere la tesi innocentista, dice: “Dobbiamo rimanere sul pezzo, perché altrimenti l’opinione pubblica si convince che Veronica è davvero colpevole”.
Abbiamo quindi contattato l’ufficio stampa di Barbara d’Urso per avere una dichiarazione ufficiale sul caso, ma per ora la parola d’ordine è ‘no comment‘. Siamo ovviamente, e come sempre, a disposizione per qualsiasi replica e dichiarazione in merito al caso sollevato dalla Procura di Ragusa.
__________
“E’ come se ci dessero uno stipendio”
A parlare sarebbero i parenti di Veronica Panarello, la mamma di Loris Stival, indagata per l’omicidio del bambino e attualmente in carcere, in attesa di giudizio; lo ‘stipendio’ sarebbe, invece, il compenso contrattato per ospitate televisive, per lo più in qualche contenitore pomeridiano e domenicale.
Questo avrebbe intercettato la Polizia di Ragusa nello svolgimento delle indagini sulla morte di Loris, il bambino di 8 anni, strangolato e ritrovato in un canalone il 29 novembre 2104 a Santa Croce Camerina (RG). Stando a quanto riportato nell’informativa della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Ragusa – agli atti dell’avviso di conclusione indagini della Procura depositati qualche giorno fa e riportati dalle agenzie Ansa e Agi -, i parenti di Veronica Panarello avrebbero partecipato volentieri a programmi tv per soldi, oltre che per cercare di convincere l’opinione pubblica dell’innocenza della loro congiunta.
Ogni ospitata/intervista sarebbe valsa tra i 2.000 e i 3.500 euro, oltre al pagamento di spese mediche e altre ‘facilities, almeno stando alle indiscrezioni circolate circa le intercettazioni registrate dalla Polizia tra le parenti più strette della donna che coinvolgerebbero anche conduttori e redattori di programmi tv. Cifre certo non irrisorie, considerata peraltro anche la frequenza con cui il caso ha occupato i pomeriggi tv, tanto da far parlare gli investigatori di un “business economico”. Ci sarebbe stato addirittura una sorta di ‘tariffario’ per le presenze tv.
Il fatto, che di per sé non è oggetto di indagine, getta però ombre sull’affidabilità dei parenti della Panarello come testimoni: è proprio la Polizia di Ragusa a sottolineare, nella sua informativa, come le dichiarazioni rese agli inquirenti e quelle rilasciate in tv siano divergenti.
“L’autenticità delle dichiarazioni rese sia dalla madre” di Veronica che dalla sorella Antonella negli uffici di Polizia, in sede di escussione, trova un inconfutabile suffragio nei mesi susseguenti al fermo di pg operato nei confronti di Veronica. Le due donne, infatti hanno trovato un’ottima risorsa economica nei proventi derivanti dalle loro partecipazioni ai programmi televisivi (la stessa Anguzza riferisce che il compenso percepito è di 3.500 euro), nei giorni a seguire, mutando totalmente il contenuto delle loro dichiarazioni rese innanzi agli organi inquirenti, in presenza delle telecamere, fanno dichiarazioni totalmente contrastanti rispetto a quanto riferito”.
L’ipotesi è, dunque, che i parenti della donna, in primis la madre Carmela Anguzza e la sorella Antonella, abbiano ‘aggiustato’ qualche versione per ‘compiacere’ la tv (“anche su sollecitazione dei giornalisti di turno” scrivono gli investigatori) e per far passare la linea dell’innocenza di Veronica:
“Appare evidente, anche su sollecitazione dei giornalisti di turno, l’obiettivo era quello di convincere l’opinione pubblica dell’innocenza della congiunta senza alcun fondamento di verità o utile spunto per un approfondimento investigativo”.
Vittime di “un presenzialismo marcato”, aggiunge la Polizia nell’informativa, i parenti della Panarello “appaiono più interessati a conquistare il giudizio popolare attraverso i media che, piuttosto, proporre al giudice competente le tanto asserite prove tramite le quali Veronica potrebbe essere scagionata”.
Un documento pesante, un’informativa che ha avuto certo un ruolo centrale nelle conclusioni cui è giunta la Procura di Ragusa e raccolte nelle 250 pagine depositate dalla Procura della Repubblica di Ragusa dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a Veronica Panarello, in vista della richiesta di rinvio a giudizio per omicidio aggravato.