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OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015: un esperimento giovane e interessante, ma registrato e lungo come la tv old style

OpenSpace con Nadia Toffa suItalia1: diretta e recensione di Blogo.

pubblicato 12 Ottobre 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:38

OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015, la recensione di Blogo

Si è da poco conclusa (è quasi notte fonda) la prima puntata di OpenSpace, il nuovo talk generazionale di Italia1 condotto da Nadia Toffa. Partiamo subito col dire che si è trattato di un esperimento interessante, seppur non così estremamente innovativo come poteva sembrare nella premesse.

Il “social talk” ha avuto dalla sua senza dubbio la schiettezza e la mancanza di filtri tipici della rete. Ma non è un po’ un controsenso fare dell’immediatezza (intrinseca ai social e al web in generale) la propria bandiera e poi non andare in diretta? Il ritmo e la velocità, tra servizi e interviste, ci sono stati (soprattutto all’inizio), ma l’eccessiva durata della puntata ha finito per travolgere tutto e gli ultimi due talk (quello sull’omosessualità nella Chiesa e quello sulla ludopatia) saranno stati di difficile digestione per un telespettatore che domattina ha una sveglia implacabile.

La Toffa è apparsa a suo agio. Nella prima intervista, a Luigi Di Maio del M5S, aveva un tono di voce abbastanza alto, forse dovuto all’emozione. Col passare del tempo si è sciolta ed è diventata padrona della scena. Mentre l’abbiamo riconosciuta pienamente nel suo fervore con Massimiliano Pucci (nel blocco dedicato alle slot e alla ludopatia), sarebbe stato preferibile un atteggiamento meno morbido nell’intervista a Raffaele Sollecito. Un’intervista ‘promozionale’ (del libro) che sarà servita sicuramente a creare grossa attrattiva mediatica, ma che poteva essere lasciata alle trasmissioni che si nutrono di esclusive del genere e che non rende giustizia all’animo da Iena della Toffa. Fortunatamente a fare la parte del cattivo ci ha pensato sempre il pubblico della rete con le sue domande non politically correct.

Il blocco sugli haters, gli odiatori seriali da social, stava rischiando di annegare nell’ego di Paolo Ruffini (con frasi del tipo “Il successo non te lo perdonano“) e nel vittimismo di Miss Italia Alice Sabatini che ha trovato negli sfottò della rete “Maleducazione“. Per fortuna l’indole di inchiesta del programma ha virato su una storia di cronaca in cui l’uso distorto della rete stava per rovinare una giovane ragazza.

Con i giovani inviati si è rischiato un po’ l’effetto clonazione delle Iene: in questo avrei cercato una chiave più originale delle interviste carpite per strada (quando gli va bene). Ma in fondo OpenSpace, come lo fu XLove, sono “figli” de Le Iene e ne rispecchiano i tratti caratteristici.

Un esperimento, dunque, riuscito. Il linguaggio nuovo, il ritmo, la trasversalità dei temi e gli spunti interessanti sono stati i punti di forza e gli aspetti maggiormente apprezzabili (come fanno notare anche gli stessi commenti sui social). Ma si può ancora migliorare, specie sulla durata che fa tanto programma old style.

OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015, Diretta

  • 21.25

    Puntualissimo inizio. La Toffa entra e ci illustra le novità di OpenSpace. Poi clip sul M5S per introdurre Di Maio, primo ospite.

  • 21.30

    Di Maio elude la risposta sull’eventuale candidatura a sindaco di Roma: “Noi ci proponiamo come alternativa pèerché abbiamo imposto 3 regole: dimezzarsi gli stipendi, massimo 2 mandati e devi essere incensurati. Marino disonesto? Lo appurerà la magistratura. Sicuro è stato bugiardo”. Sul reddito di cittadinanza: “Misura solo per chi si impegna in corsi di formazione. Sono il 2% dell’intero bilancio dello Stato. Non si vuole fare perché combattuto dalla politica. Esiste in tutta Europa”.

  • 21.34

    L’inizio promette bene, la Toffa non è asservita all’ospite e c’è ritmo. Dovrebbe solo urlare un po’ meno, ci sentiamo bene.

  • 21.40

    “Gli stranieri vanno accolti se vengono dalla guerra. Con Orban non condividiamo nulla, solo sui temi economici” è la risposta alla domanda sull’immigrazione. Sui “ladri in Parlamento”: “Questa la legislatura con maggior numero di inquisiti”.

  • 21.45

    Su Berlusconi: “Ama possedere le persone, non avrà mai uno del M5S”. Sui matrimoni gay Di Maio si dice pienamente a favore. Domanda n. 3 sulla legalizzazione delle droghe leggere: “Io sono a favore per sottrarre al mercato delle organizzazioni. Io non mi sono mai fumato una canna. Ubriacato? Sì. Ma tipo un paio di birre, non reggo molto”. La domanda n.1 Politica “sangue e merda”? Per Di Maio è partecipazione.

  • 21.50

    Clip sugli esordi di Luca e Paolo che poi sono ospiti in studio. Lavorano insieme da più di ventanni. La Toffa indaga quanto si conoscono l’un l’altro.

  • 21.54

    Domanda fondamentale: “Ti segue su Twitter?”. Ma è solo un modo per parlare di Gasparri che con Luca ha litigato tramite cinguettii. Gasparri: “Come comici anche simpatici, sulla questione abbiamo idee diverse. La questione chiusa”. I due ammettono ironicamente di essere davvero antipatici fuori dalla tv. Paolo: “Se torneremmo a Le Iene? Siamo persone di principio, se ci offrissero tanti soldi sì”. Con la scusa dell’ironia non si risponde nel merito.

  • 22.00

    Interviene telefonicamente Ilary Blasi (amica e collega di tutti, della Toffa e del duo comico). “Entrambi mi hanno castigato? E’ una cagata” afferma la Blasi. “Ciao merd*ne” esordisce Francesco Totti.

  • 22.04

    La Toffa li porta nello studio di Colorado e si esibisce davanti ai due con battute da risate a denti stretti. Quindi era ospitata promozionale?

  • 22.10

    La Toffa introduce Carlo Gervasoni, ex calciatore che si è venduto molte partite. Entra anche “un amico” dice la Toffa, riferendosi ad Andrea Scanzi. “Ho truccato una dozzina di partite dove ero io in campo, poi ho cercato di combinarne altre dove non giocavo. Dare un numero esatto dei calciatori che ho contattato per le combine è complicato perché c’è ancora un processo, ma più o meno sono riuscito a contattarne una sessantina. Su questi sessanta solo due hanno detto no, un italiano e uno straniero. Mi sono accorto che era più complicato convincere lo straniero a truccare la partita. Gli italiani si ponevano problemi all’inizio, poi quando avevano la mazzetta prima della gara, era più facilitati”.

  • 22.14

    Non mi piace il fatto che per fare le domande pungenti si sia dovuto chiamare Scanzi. Ammissione di limite per la Toffa?

  • 22.16

    Gervasoni racconta come è stato contattato: “Il primo contatto con il clan è stato come un corteggiamento, siamo andati a cena 4-5 volte, ci hanno fatto capire fondamentalmente quello che dovevamo fare. Loro scommettevano su piattaforme particolari, asiatiche, così da evitare il tracciamento e dove non veniva identificato il flusso anomalo di soldi, anche perché loro scommettevano solamente live, durante la partita. Il clan era molto organizzato, ogni 20-30 giorni mi cambiavano la sim del telefono che usavamo solamente per dirci “ci sono”, poi principalmente ci sentivamo su Skype”.

  • 22.18

    Sul perché Gervasoni ammette: “Perché mi sono venduto le partite? Per soldi. Non so dirti una cifra totale che ho guadagnato, facevo un lavoro in cui guadagnavo bene, anche 10-15mila euro al mese. Ho giocato un anno senza prendere lo stipendio, ma questa non è assolutamente una scusante. Loro davano anche a me solo, personalmente, anche 80mila euro. Come si combina? La struttura portante di una squadra è fondamentale, ovviamente se si ha il portiere si parte avvantaggiati, poi se hai l’attaccante e un difensore è molto più facile”. Scanzi fa il suo mestiere e sulla reticenza degli intervistati a parlare sul tema calcioscommesse: “Il calcio ambiente tra i più omertosi”. Gervasoni ha vuotato il sacco per paura di fare il carcere: “Ho deciso di parlare per togliermi un peso non facile da tenere dentro e poi perché mi avevano beccato con le intercettazioni e avevo paura di fare il carcere. Se non avessero fatto le intercettazioni, starei giocando ancora, magari non in maniera propriamente pulita. Sono sincero, se non mi avessero beccato sarei andato avanti”.

  • 22.26

    Gervasoni risponde alle domande, “Mai comprato un arbitro” e “Sì, accade anche in altri sport. Sì c’è qualche venduto che gioca ancora”. Sulla partita simbolo delle combine dice: “Atalanta-Piacenza dell’aprile 2010 fu la madre di tutte le partite anche perché scoprì appena prima di iniziare, che non ero l’unico a sapere della combine. Durante il giro di ricognizione del campo Doni mi chiese se era tutto ok e quel “tutto ok” capì subito che era riferito al fatto che si trattava della combine,anche perché quella partita era molto chiacchierata anche prima che si giocasse. In quell’occasione inizialmente dovevamo perdere con due gol di scarto e successivamente perdere con un over, quindi 3-0, 3-1 e via dicendo. La difficoltà nell’accomodarla era che loro, scommettendo live, nei primi 10 minuti non dovevamo prendere gol, perché nel caso ne avessimo subìto uno non dovevamo tenerne conto. Il problema di quella partita era che loro, anche essendo più forti, non riuscivano a segnare. Per fortuna un mio compagno, non coinvolto della combine, con un intervento grossolano procurò un rigore ma eravamo a più della mezz’ora e dovevamo subire un altro gol. Il fatto particolare è stato che io riferì di Doni al mio portiere, anche lui coinvolto, che mi disse di far tirare a Doni il rigore centrale. E io durante il riscaldamento dissi a Doni di tirarlo centrale nel caso avessero avuto un rigore a favore. Il problema era che dovevamo subire un altro gol. Ero terrorizzato che pareggiassimo, a tal punto che ho dovuto creare questo scontro di gioco che portò al rigore. Se non fosse stata una partita combinata non avrei mai fatto un intervento del genere. Poi protestai con l’arbitro perché non potevi far capire ai compagni, all’allenatore che tu l’avessi fatto apposta. Era normale che si recitasse una parte. Quando poi si raggiunse il risultato, non contenti, subimmo anche il terzo gol, sempre con un errore mio che rivisto adesso è anche abbastanza imbarazzante. In questa partita, da parte nostra eravamo in tre: non voglio fare nomi perché non sono presenti qua, anche se i nomi sono scritti sulle carte. Dell’Atalanta non lo so, so di Doni perché è venuto prima della partita, degli altri non lo so”.

  • 22.29

    Scanzi enfatizza l’aspetto della recita che i calciatori coinvolti erano costretti a sostenere.: “Cristiano Doni che scappa in mutande… E al telefono con un compagno: Fantozzi è lei?. Cose tragi-comiche”.

  • 22.37

    Si parla della rete e del fenomeno degli haters. In un modo che non fa onore alla trasmissione social. Si annoverano tra gli insulti a Miss Italia alcune battute chiaramente ironiche. “Maleducazione e cattivo gusto” dice la Miss e sui fotomontaggi più estremi ci sta. Ma – ammette – mi hanno dato popolarità.

  • 22.44

    Entra Paolo Rufffini, altra “vittima” dell’odio sul web. SI ricorda la petizione in rete per chiedergli di togliersi la vita. “A me non mi perdonano l’hashtag #solocosebelle. La felicità sta sul ca**o a tutti. Il successo non si perdona a nessuno”. Anche meno Ruffini dai. Ruffini è diventato Francesco Sole.

  • 22.55

    Sasha “hater” ufficiale di Ruffini conferma: “I tuoi film fanno caga*e”. A seguire l’inviata Denise cerca di ascoltare l’autore di una frase terribile sulla morte del piccolo Aylan, ma naturalmente non si ferma. Poi intervista Aurora Ramazzotti che si esprime sulle critiche ricevute per XF: “E’ la naturale scrematura della vita, se non sono brava si vedrà. Mi hanno dato del cesso a pedali? Pura cattiveria. Ma anche tu che mi riprendi ora che non sono un cesso a pedali, ma proprio a pannelli solari”.

  • 23.00

    Ruffini: “Non ho rosicato che ora Colorado lo conducono Luca e Paolo. Anzi spero vada ancora meglio”.

  • 23.04

    Arriva anche Frank Matano che “assolve” Miss Italia. Poi su Facebook: “Se mandi a fan*ulo uno non lo vedi in faccia. Non vedendo le reazioni si pensa che offendere è una figata. Mai fare errori grammaticali che crolla la comunicazione. La critica è dietro l’angolo. Il video perfetto? Teniamoci sotto i 3 minuti”.

  • 23.11

    Fortunatamente si parla del fenomeno da un punto di vista più utile e cioè delle ripercussioni che l’uso distorto della rete sui giovani. E così la Toffa ascolta Giulia (nome fittizio). Lei e il fidanzato ripresi da una telecamera in un parcheggio e il video è stato diffuso in rete provocandole grossi problemi di depressione.

  • 23.22

    Ecco il momento tanto atteso: Raffaele Sollecito. La Toffa gli toglie la giacca per renderlo più 30enne. “Amanda la conoscevo da 5 giorni. Amanda è stata una parentesi della mia vita. E si è trasformata in un incubo. A livello mediatico hanno detto varie stupidaggini per vendere la notizia. Dietro questa soap opera c’erano persone vere”.

  • 23.30

    La Toffa gli chiede se segue in tv i casi di cronaca: “Non la guardo la tv. Bossetti? Sì sto seguendo il caso in tv. Sono estremamente garantista”. La classica intervista per piazzare il “caso televisivo” della settimana.

  • 23.37

    Sollecito racconta del periodo vissuto in isolamento in cui stava andando fuori di testa. Isolamento che gli era stato consigliato per timore di aggressioni da parte degli altri detenuti. Risponde alle domande arrivate sul sito. Scopriamo che ha perso la verginità a 22 anni ed è entrato in carcere a 23. “Rispetto al passato ho avuto più tempo”. Poi risponde su eventuali avances in carcere: “Sì, ci sono varie vicissitudini di attenzioni, non di violenze. […] Ci sono degli angoli molto particolari tipo le docce piuttosto che la tromba delle scale, punti pericolosi dove non ci sono telecamere e ci sono momenti di passaggio in cui le guardie non ti seguono. Quindi, è lì che i detenuti che vogliono rivalersi di qualcosa e fare un attentato nei confronti di un altro, fanno delle violenze. Io non sono mai stato oggetto di violenze […], parlavo di avances, attenzioni particolari ossia quando c’era qualche detenuto che aveva mancanze “affettive” abbastanza forti, indipendentemente dalla sua sessualità, tentava approcci. Ci hanno provato? Sì, anche quando non me lo aspettavo, qualche volta è successo. Questa cosa non mi ha fatto per niente piacere, ma ho dovuto realizzare anche questo in carcere”.

  • 23.42

    Sollecito ci spiega perché ha scritto un libro: “Voglio svelare tutto quello che c’è dietro, potrebbe succedere a chiunque”. Su un eventuale risarcimento dice: “Questa cosa è una cosa di cui si occupano i miei avvocati, quello che mi preme di più, in realtà, è portare all’attenzione di tutti quali sono gli errori e le responsabilità singole. Sarebbe giusto che le persone che hanno sbagliato si assumessero le loro responsabilità”. Avrei lasciato quest intervista più a Quarto Grado sinceramente.

  • 23.48

    Uno degli inviati intervista Monsignor Krzysztof Charamsa, il cui recente coming out ha scosso il Vaticano. Questo il contenuto:
    Domanda: Cosa l’ha spinta a dichiarare al mondo la sua omosessualità?
    Risposta: Il bene dell’omosessualità. Non si può vivere nella chiusura senza aria e senza luce
    D: Quando ha deciso di diventare prete ha fatto chiaramente un voto di castità e di celibato. Non si sente di aver tradito un po’ la sua missione due volte?
    R: No, adesso mi sento che ho compiuto la mia missione. Io dovrei essere nella chiesa invitato nella piena accettazione del mio orientamento sessuale e portato e formato ad essere sacerdote
    D: Lei è stato mai minacciato o ricattato per far sì che tenesse nascosta la sua omosessualità?
    R: No, però formato profondamente in un senso di colpa, di peccato, di malattia
    D: Lei conosce altri omosessuali negli ambienti ecclesiastici?
    R: Sì, li conosco
    D: Magari anche come lei che hanno un compagno?
    R: Non sono io a verificare le vite degli altri. Io ho fatto la mia apparizione della mia vita. Sono rimasto trasparente.
    D: Lei ha detto “aprano gli occhi” riferendosi alla Chiesa. Cosa voleva dire?
    R: Aprite gli occhi per una parte che disprezzate. Questo Sinodo è su tutte le famiglie. Questa realtà non può aspettare più guardando i ritardi della nostra Chiesa
    D: Vladimir Luxuria qualche giorno fa ha dichiarato che è in contatto con lei e che vi sentite. Ma è vero?
    R: Lasciamo da parte le mie…
    D: Luxuria lo ha scritto sul suo profilo twitter che è pubblico.
    R: Ah, sì?
    D: Addirittura vorrebbe proporle di diventare il testimone del Gay Village.
    R: Bene, sono onorato

  • 23.53

    Ospite Mario Bonfanti, ex prete che ha fatto coming out: “Promessa di celibato non significa non fare sess0, significa che non ti sposi. Il voto di castità ce l’hanno i frati. Se un prete fa sess0 non per questo non è più prete”. Sui gay nella Chiesa: “Certo che ci sono. Non li cacciano tutti perché c’è ipocrisia. Finché le cose le fai, ma non le dici o non fa scandalo in parrocchia, va bene.

  • 00.00

    Ospiti per un dibattito sul tema Gianluigi Nuzzi e Mario Adinolfi. A mezzanotte. Nuzzi: “E’ possibile che intervenga il ricatto quando si scopre un prete gay”.

  • 00.04

    “Il ricatto esiste da sempre rispetto alla sfera sessuale, non solo nell’ambiente del Vaticano” sostiene Adinolfi. Su Charasma sia Adinolfi che Nuzzi un po’ dubitano per le coincidenze del coming out.

  • 00.12

    Il torpore viene bruscamente interrotto dalle urla di Adinolfi e dell’ex prete, scontate come la pioggia in autunno.

  • 00.20

    Capitolo ludopatia dopo il servizio delle Iene sulle slot per ragazzini. Se ne parla con Massimiliano Pucci, Vicepresidente Confindustria Sistema Gioco Italia: “Non ne sapevamo nulla, è una vergogna. C’è un’industria parallela. Va chiamata la polizia, sono illegali quelle macchinette”. La Toffa fa la voce grossa. Che non abbiamo sentito in altre interviste.

  • 00.31

    Arriva la Meloni: “La febbre del gioco è una malattia e il fenomeno è sfuggito di mano. Il mercato legale non è indietreggiato, gli introiti sono stati del 500%. Lo Stato non ci guadagna affatto perché c’è il costo sociale. Bisogna trattarlo come con le sigarette. La politica ha altre responsabilità, specie quando queste società finanziano le fondazioni dei politici”.

  • 00.36

    Intervistata la Maionchi (che ha rischiato di perdere ingenti somme al gioco) dà sempre il meglio con tante parolacce: “Anche i bambini? Ma giocate ai soldatini, cosa ca**o giocate ai giochi dei vecchi! I vecchi non sanno cosa ca**o fare”. In studio viene raccontata la storia di Francesco, un uomo a cui il gioco ha tolto tutto.

  • 00.45

    E’ assurda la durata di questo programma. Non si può tirare avanti fino all’una di notte.

  • 00.54

    “Peccato sia già finita”. Ok Nadia, è registrato il programma. E’ l’una di notte. E la Toffa ci ricorda dell’esclusiva di Premium per la Champion’s. Puntata finita.

OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015, Anticipazioni e Ospiti

Questa sera alle 21.25 su Italia1 andrà in onda la prima puntata di OpenSpace, il nuovo programma definito “il primo social talk” a cura della redazione de Le Iene e condotto da Nadia Toffa. Si discuteranno e approfondiranno le notizie sulle prime pagine dei giornali, gli argomenti più discussi in TV, i trend su internet e sui social network.

Tramite il sito ufficiale della trasmissione www.openspace.it, sarà per la prima volta il pubblico da casa a scegliere le domande da rivolgere agli ospiti in studio. Noi di Blogo seguiremo la prima puntata in diretta per poi recensirla al termine.

La conduttrice, intervistata da Blogo ha parlato, del programma come di un’idea innovativa:

Tanti gli ospiti e i temi affrontati in questa prima puntata da Nadia Toffa e dalla sua squadra di giovani inviati (ragazzi che non hanno mai fatto televisione, “Sono delle Iene buone”).
toffa-openspace-sollecito.png
Raffaele Sollecito, assolto definitivamente dall’accusa di aver ucciso otto anni fa, a Perugia, la studentessa inglese Meredith Kercher. Ecco un estratto delle dichiarazioni e delle risposte alle domande della rete arrivate sul sito:

      Avances in carcere? Sì, ci sono varie vicissitudini di attenzioni, non di violenze. […] Ci sono degli angoli molto particolari tipo le docce piuttosto che la tromba delle scale, punti pericolosi dove non ci sono telecamere e ci sono momenti di passaggio in cui le guardie non ti seguono. Quindi, è lì che i detenuti che vogliono rivalersi di qualcosa e fare un attentato nei confronti di un altro, fanno delle violenze. Io non sono mai stato oggetto di violenze […], parlavo di avances, attenzioni particolari ossia quando c’era qualche detenuto che aveva mancanze “affettive” abbastanza forti, indipendentemente dalla sua sessualità, tentava approcci. Ci hanno provato? Sì, anche quando non me lo aspettavo, qualche volta è successo. Questa cosa non mi ha fatto per niente piacere, ma ho dovuto realizzare anche questo in carcere.

 

    Bossetti? Non riesco a esprimermi se definirlo innocente o colpevole ma per quello che mi raccontano i media, sono estremamente flebili come argomenti. Quel Dna di cui hanno parlato, almeno ai miei occhi, leggendo solo i giornali online, non è una prova così forte.

Luigi Di Maio, onorevole del Movimento 5 Stelle considerato un po’ “l’erede di Beppe Grillo”, risponde alle 10 domande più votate sul sito di “Openspace”:
Carlo Gervasoni, ex giocatore condannato per aver truccato molte partite, parlerà dell’ultimo grande scandalo calcioscommesse che ha travolto il calcio italiano. A fargli da contraddittorio il giornalista Andrea Scanzi.

– Ancora, si parlerà di ludopatia (la Toffa si è già occupata del problema a Le Iene). La conduttrice ne parlerà, tra gli altri, con l’onorevole Giorgia Meloni e Massimiliano Pucci, Vicepresidente Confindustria Sistema Gioco Italia.

– Miss Italia 2015 Alice Sabatini, Paolo Ruffini e Frank Matano saranno ospiti del blocco dedicato al tema degli haters, coloro che in Rete denigrano e insultano.

openspace-toffa-miss-italia-alice-sabatini.png

– Si parlerà anche di Chiesa e omosessualità con Mario Bonfanti, ex sacerdote allontanato dalla Chiesa in seguito al suo coming out e andrà in onda un’intervista esclusiva a Monsignor Krzysztof Charamsa, il cui recente coming out ha scosso il Vaticano alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, che tra le altre cose ha dichiarato:

Aprite gli occhi per una parte che disprezzate. Questo Sinodo è su tutte le famiglie. Questa realtà non può aspettare più guardando i ritardi della nostra Chiesa.

– Infine Vincenzo D’Anna, Senatore Ala, sospeso con il collega Lucio Barani da Palazzo Madama per i gesti rivolti alle senatrici Barbara Lezzi e Paola Taverna del Movimento 5 Stelle, intervistato da OpenSpace risponde: “Lei vuole che io chieda scusa a due donne che non si sono comportate né da gentildonne né da senatrici?“.

OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015, Come seguirlo in tv e in diretta streaming

OpenSpace andrà in onda alle 21.25 su Italia1. Ma è possibile seguirlo anche in diretta streaming sul portale Video Mediaset. Ancora potete seguire e commentare con la diretta di Blogo, qui su TvBlog.

OpenSpace, prima puntata 11 ottobre 2015, Come seguirlo sui social network

Un programma come OpenSpace che si preannuncia come social talk non può prescindere dalla rete. Su internet c’è innanzitutto il sito ufficiale www.openspace.it. Ma è possibile seguirlo anche traamite la pagina Facebook, il profilo Twitter e l’account Instagram L’hashtag ufficiale per commentare è #openspace