Prima o poi tutti amiamo Frank Sinatra
Riflessioni a voce bassa sulla televisione di ieri, oggi e domani
Spesso si disquisisce di televisione antica e di televisione moderna. Tutto quanto fa passato è vecchio, tutto quanto fa presente è nuovo, per non parlare di quelli che ci vendono il futuro, come se fosse qualcosa che possiamo toccare, mentre il più delle volte sono solo belle parole che ci vendono, per vendersi. Ecco che un brano nuovo del momento, sia che si chiami tormentone, sia che si chiami qualcos’altro, diventa il brand digitale da ascoltare con le cuffiette o le più -appunto moderne- cuffione. Quelle specie di orecchie da Dumbo ambulanti che circolano appoggiate di questi tempi sui padiglioni auricolari di giovani e meno giovani, in tutti i luoghi e in tutti i laghi.
Ma in verità, più passa il tempo, il tempo della vita e non necessariamente il tempo dai capelli canuti, e più l’ascolto di alcuni grandi brani del passato diventa un qualcosa di imprescindibile, quasi che il fascino retrò di ieri ci venga addosso, come l’estate 2015 di Jovanotti. Ecco quindi che un pezzo come “Meraviglioso” di Domenico Modugno, viene riletto e reinterpretato dai Negramaro, oppure, per tornare all’estate 2015 un brano scritto da Maurizio Costanzo e portato al successo da Mina, “Se telefonando” diventa una “hit”, un brano cioè fra i più ascoltati e più trasmessi dalle radio grazie all’interpretazione di Nek.
Anche nei talent ascoltiamo spesso i giovani protagonisti di questi programmi misurarsi con i grandi successi del passato, magari alcuni inconsapevolmente, quasi come quando al liceo ci facevano leggere i grandi classici della letteratura, gli stessi che anni dopo, molti di noi, avidamente, se li “sbranano” di notte, dopo una dura giornata di lavoro. La strada sarebbe dunque segnata e quasi inevitabilmente, si viene ad amare quello che un tempo non si amava per niente, è così almeno per molti di noi, ovviamente non per tutti.
Anche la televisione, ovviamente visto che fa parte del nostro universo, non è immune da questo processo chiamiamolo “evolutivo”. I grandi programmi del passato rivedendoli, sopratutto in questo periodo da “Techetechetè“, dimostrano ancora la loro grande forza ideativa, con il loro carico di grandi artisti e appunto di idee. La costruzione di uno spettacolo, sopratutto per quel che riguarda i grandi classici, da Studio Uno in poi, era di un rigore tale da rasentarne la perfezione e tutt’ora, rileggendo televisivamente quelle trasmissioni, appare evidente la qualità della loro confezione, che li rende dei classici, esattamente come è un classico senza tempo un pezzo come “My Way” di Frank Sinatra.
Così come vengono riletti dunque i grandi classici della canzone, potrebbero tranquillamente essere riletti i grandi programmi televisivi del passato, con gli opportuni “arrangiamenti”, senza per forza dover scomodare format provenienti dall’estero, magari affiancandoli a trasmissioni nuove, ma che siano nuove davvero. Fatte cioè da idee coltivate e scritte dai giovani autori, che non mancano nel nostro paese, prima che il rimpianto di quello che non c’è più prenda il sopravvento, con la voglia quindi di ascoltare il brano o vedere il programma televisivo nella versione originale. Insomma è vero che tutti prima o poi amiamo Frank Sinatra, ma ricordiamoci che insieme a arrangiarne le canzoni nei modi e nei tempi che viviamo, possiamo provare, almeno provare, a scriverne di nuove. E’ con questo augurio che ci accingiamo a guardare la nuova stagione televisiva, augurando a tutte le forze in campo in bocca al lupo!