Downton Abbey, dopo la sesta stagione un film? “Non abbiamo ancora una sceneggiatura”
Il produttore di Downton Abbey Gareth Neame, al Television Critics Association press tour, ha spiegato che Downton Abbey potrebbe diventare un film, ma che ancora non ci sono idee a proposito, mentre il cast ha parlato della serie tv
I fan di Downton Abbey ormai sanno che la sesta stagione della serie tv sarà l’ultima. Eppure, al Television Critics Association press tour, il produttore esecutivo dello show Gareth Neame ha rivelato che ci sono delle possibilità che Downton Abbey possa diventare un film, non smentendo così le voci circolate a questo proposito:
“Credo che un film su Downton sia una cosa fantastica. Ma non abbiamo ancora una sceneggiatura o un piano”.
Se il telefilm dovesse diventare una pellicola, racconterà gli eventi successivi alla sesta stagione, che sarà ambientata nel 1925. Neame ha spiegato che la serie tv probabilmente sarebbe potuta andare avanti per altre due stagioni, ma che sia il creatore dello show Julian Fellowes che il cast hanno preferito fermarsi prima:
“Abbiamo preso una decisione di gruppo. Sono contento che i miei amici alla Pbs ed alla Itv non volessero cancellare lo show, ma tutti sono stati di supporto a Julian ed al cast, che sentivano fosse il momento giusto di finire la serie tv. Sono sicuro che avremmo potuto fare una settima stagione, ma si tratta di terminare prima di quanto il pubblico possa aspettarsi. Nessuno fa una serie tv pensando di ritrovarsi qui, dopo sei anni. Credo che se avessimo finito alla quinta stagione il pubblico l’avrebbe visto come un imbroglio, se finissimo all’ottava non avremmo più idee. Chiuderemo con una nota positiva”.
L’idea, però, inizialmente era quella di chiudere alla quinta stagione, ha detto Hugh Bonneville, interprete di Robert:
“Julian ha detto che avrebbe sentito la trama un po’ troncata se fosse finita alla quinta stagione. Voleva fare altri nove episodi per chiudere le storyline in modo appropriato”.
-Attenzione: spoiler-
Sono stati rivelati pochi dettagli sulla sesta stagione: Carson (Jim Carter) e la signorina Hughes (Phyllis Logan) inizieranno a pensare alle nozze, lady Mary (Michelle Dockery) sarà ancora fredda nei confronti della sorella, lady Edith (Laura Carmichael) che adesso è a capo del quotidiano in cui prima scriveva. Tom (Allen Leech), invece, se n’è andato in America, ma in una lettera a Mary esprimerà la sua nostalgia per Downton Abbey. Violet (Maggie Smith), infine, sarà ai ferri corti con Isobel (Penelope Wilton) per alcune idee contrastanti sull’ospedale e la sua gestione.
La Carmichael, parlando del suo personaggio, ha detto di essere contenta del fatto che sia molto cambiato:
“Mi piace il viaggio che ha fatto. Sarebbe potuta essere la più convenzionale delle tre figlie. Voleva una vita come quella dei suoi genitori e dei suoi nonni. A causa dell’amore, ha trovato la sua strada.”
Le riprese si stanno concludendo in queste settimane. La Dockery ha espresso la sua nostaglia per le ultime scene:
“Laura ed io abbiamo fatto un giro sul set… e ci siamo sedute sulla panchina di Matthew (interpretato da Dan Stevens, uscito di scena nella terza stagione, ndr). Ci siamo messe un po’ a piangere”.
Elizabeth McGovern, interprete di lady Cora, invece, ha detto di rimpiangere il clima di tranquillità che c’era ai tempi in cui è ambientata la serie tv:
“Mi manca questo mondo in cui chiunque conosce il suo posto e c’è calma. Nel mondo di oggi affrontiamo numerose informazioni che possiamo assorbire e gestire a livello emotivo e questo produce tutto il tempo una leggera ansia. Nel mondo di Downton Abbey conosciamo solo quel circolo che è davanti a noi, il nostro lavoro, il nostro posto e come comportarci. Ci sono dei limiti in quella vita, certo, ma è pacifica”.
Joanne Froggatt, interprete di Anna, ha proprio sottolineato come la serie abbia invece mostrato quanto le donne in quegli anni non fossero libere:
“[Ho capito quanto sono fortunata a vivere in questi tempi in confronto] alla mancanza di opportunità per le donne… A me che non si nasca nell’aristocrazia. La libertà che abbiamo oggi è qualcosa che mi ha colpita”.