La pornotax e le pay tv: si lamenta anche Mediaset
Della manovra fiscale del Ministro Tremonti – approvata in minuti 10 – potrete leggere ampiamente su Polisblog.it. Noi ci occupiamo di una delle misure di questa manovra, la pornotax, che ritorna dopo il tentativo del 2006 e ovviamente riguarda anche la trasmissione dei programmi tv a luci rosse. La tassa aggiuntiva sull’industria del porno, (un’addizionale
Della manovra fiscale del Ministro Tremonti – approvata in minuti 10 – potrete leggere ampiamente su Polisblog.it. Noi ci occupiamo di una delle misure di questa manovra, la pornotax, che ritorna dopo il tentativo del 2006 e ovviamente riguarda anche la trasmissione dei programmi tv a luci rosse.
La tassa aggiuntiva sull’industria del porno, (un’addizionale del 25% sui redditi che derivano dall’industria pornografica e un aumento degli acconti dovuti al Fisco, che salgono fino al 120%) non era mai stata applicata: questa sembra la volta buona. Un giro di vite commentato da vari personaggi che con la pornografia hanno avuto a che fare a vario titolo (via Corriere.it).
Tinto Brass la butta sul culturale:
Non vogliono che la gente si diverta, cosa c’è di più ottimista di un bel sedere, dico io? Ma no, ci mortificano, ci vogliono tristi, la carne è colpevole. Recuperano l’idea di Platone per cui nell’uomo c’è una parte nobile, dalla vita in su, e una ignobile, dalla vita in giù.
Eva Henger, che nel frattempo si è prima riciclata a Paperissima e poi mostrata in un calendario bollente, è molto lucida:
è una tassa ipocrita, il porno non si potrebbe nemmeno produrre.
Già. Il porno in Italia non si potrebbe nemmeno produrre, pensate un po’. Eppure, lo si tassa, meravigliosa contraddizione nostrana.
Ovviamente, dice la sua anche Rocco Siffredi, che la tv tradizionale ricorda per lo spot della Patatina Amica Chips, oltreché per i fuori-onda dell’intervista con Lucilla Agosti (dopo il salto, lo spot uncensored).
L’Italia si dimostra bigotta e moralista, non ci ricaveranno niente, l’unica cosa tassabile sarà l’oggettistica. Ormai i dvd non si vendono più, il sesso si trova su Internet, su You Porn possono entrarci anche i bambini, vergogna.
Dal canto suo, anche Mediaset lamenta la penalizzazione che deriverà alla parte hot delle sue trasmissioni in pay tv o pay-per-view.
Ma la verità è che la pornotax è un bel colpo – dato con eleganza, è ovvio, e in maniera assolutamente non diretta – al rivale Murdoch e alla sua SKY.