In Onda, Francesca Barra a Blogo: “Ma quale prezzemolina, sono versatile. Con la d’Urso nessuna rottura”
“Non dirò mai parole negative sulla d’Urso. Io non sputo mai nel piatto in cui ho mangiato. Ho un ottimo rapporto con Pardo, Novella e Telese ma sono felice di tornare a La7. Sembra che sia nata un anno fa a Mediaset, ma io da 14 anni sono giornalista professionista e lavoro in tv”
“Almeno tu non chiamarmi prezzemolina“. Inizia con questa battuta scherzosa la chiacchierata telefonica con Francesca Barra, la giornalista che da lunedì 29 giugno (per tutto il mese di luglio) su La7 alle ore 20.30 sarà alla conduzione di In Onda, con Gianluigi Paragone. Nel corso dell’intervista non solo riferimenti al suo nuovo impegno professionale, ma anche chiarimenti sulla sua collaborazione con Mediaset e Barbara d’Urso e sulla recente polemica con Maurizio Gasparri.
Sarai a In Onda fino a quando?
Dal lunedì al sabato, fino a venerdì 31 luglio. Il lunedì successivo dovrebbe partire l’altra coppia (che dovrebbe essere formata da David Parenzo e Tommaso Labate, Ndr).
La proposta è arrivata dalla rete o direttamente da Paragone?
In contemporanea. Con Gianluigi ci eravamo rodati a La Gabbia e in radio: avevamo capito di avere dei punti di forza insieme. Abbiamo posizioni opposte, ma siamo complementari. A livello umano lavorare con lui per me è lo stato ideale. È un professionista, è generoso e ha rispetto delle opinioni altrui.
Con Paragone avevi lavorato anche in teatro.
Sì, lui è in tour con la sua band e io ho letto dei brani tratti da un mio libro.
A proposito di libri, cosa succederà alle date di presentazione del tuo Verrà il vento e ti parlerà di me previste a luglio?
Ho rimandato tutte le date, il tour riprenderà ad agosto.
Come sarà strutturato In Onda? In passato Telese e Porro aprivano la puntata con editoriali nei quali presentavano le loro idee quasi sempre opposte, anche per favorire il gioco dialettico.
Io e Gianluigi andiamo molto a braccio. Ci saranno alternanze, ma saranno spontanee. Non abbiamo schematizzato nulla. Oggi (giovedì 26, Ndr) ci sarà la prima riunione per conoscere tutto il gruppo. Non c’è nulla di stabilito. Ci fidiamo del fatto che abbiamo lavorato già insieme. C’è empatia. Di sicuro i suoi editoriali sono stimolanti, speriamo ci siano.
Il fatto che a pochissimi giorni dalla prima diretta dobbiate ancora conoscere il gruppo di lavoro significa che siete un pelino in ritardo? O sono tempi normali in tv?
A me è sempre avvenuto così, non mi stupisce. Per la conduzione di Omnibus arrivai il giorno prima, per Matrix ero appena uscita dall’ospedale per il parto cesareo. Non ho mai avuto tempi di preparazione lunghi. Anche perché news e attualità presuppongono il fatto di essere abbastanza immediati. Noi giornalisti siamo abituati alle dirette, dipendiamo dalle notizie.
Nella prossima stagione ti ritroveremo a Matrix? Sempre ammesso che Matrix ci sia…
Per ora non lo so.
O non lo puoi dire?
No, no. È la verità: io navigo a vista e mi lascio trasportare dai progetti. Sono una che ragiona molto di pancia. Lì sono stata benissimo. Ho letto della polemica con la d’Urso, io sarei andata via perché non mi avrebbe dato la parola… Sono tutte polemiche che non c’entrano niente col mio lavoro, sono ricamate senza tener conto di rapporti professionali. In due anni a Mediaset ho lavorato a 4 programmi. Ho un ottimo rapporto con le persone con cui lavoro. Sono monogama sul lavoro. Adesso mi concentro su In Onda, non posso pensare a quello che sarà settembre. Spero ovviamente di rientrare il prima possibile. Agosto lo dedicherò alla mia famiglia, altrimenti i miei figli insisteranno per farmi cambiare lavoro.
Ti riferisci ad una vecchia indiscrezione di Dagospia secondo cui la d’Urso a Domenica Live non ti avrebbe dato la parola e tu avresti lasciato lo studio in lacrime.
Non era vero. L’hanno dovuto modificare perché non c’era un testimone che dicesse questa cosa. La verità è che dopo una stagione fortunata con la d’Urso sono entrata nella famiglia di Lucio Presta. E molto probabilmente ci sono stati equilibri venuti meno… ma non mi interessa e non mi riguarda. È avvenuto a poche puntate dalla fine. Ma tra me e la d’Urso non c’è stata alcuna rottura, da me non si sentirà mai una parola negativa su di lei. Non si sputa mai nel piatto in cui si è mangiato. Con lei ho lavorato 2 anni. Poi ci sono cose che sicuramente si chiariranno, ma la dietrologia non mi appartiene. Ho un ottimo rapporto con Pierluigi Pardo, con Federico Novella. Ma sono felice di tornare a La7, dove ho fatto tante cose: Sempre meglio che restare a casa con Vergassola, Omnibus, Niente di Personale, Cristina Parodi Live. Dicono che sono prezzemolina, come se fossi nata l’anno scorso con Mediaset. In realtà sono 14 anni che sono giornalista professionista e che lavoro in tv.
Forse l’accusa di essere “prezzemolina” ti viene rivolta non perché lavori a tanti programmi, ma perché ti occupi di attualità politica, ma anche di mafia, ma anche di calcio, ma anche di cucina…
Considero la cucina una delle più alte forme di comunicazione, è una cosa serissima. Siamo abituati a consideralo uno show e invece – l’ho scritto anche nel libro – attraverso il cibo si conoscono popoli e culture. È un arricchimento culturale. La casa, la famiglia e la cucina sono preziosissime per una donna. E non me ne vergogno. Per quanto riguarda il calcio: a Tiki Taka sono passati tanti direttori e giornalisti autorevoli, non capisco perché non ci potevo passare io. L’errore è nel pensare che il giornalista debba specializzarsi in un solo argomento. È un male italiano. Bisogna interessarsi di tutto, farlo in maniera onesta, rimanendo fedeli alla propria natura senza ingannare lo spettatore. La verità è che ad un collega maschio che fa le mie stesse cose nessuno lo definirebbe prezzemolino…
Beh, io David Parenzo, che ha il tuo stesso profilo in questo senso, prezzemolino lo direi.
Mi stupisce che per essere credibili oggi ci si debba presentare con una sola faccia. O con 20 anni di caschetto alla Carrà. Se siamo versatili e adattabili ad altre competenze – e le abbiamo – si banalizza tutto con “prezzemolina” invece di considerarlo un valore aggiunto.
Torniamo a In Onda. Luca Telese, che ha condotto il programma, ti ha dato consigli?
Mi ha fatto l’in bocca al lupo e mi ha detto che mi darà consigli. Luca mi ha voluta e mi ha tenuta con sé. Sarà felice dei miei risultati. È stato uno dei primi a congratularsi.
Hai letto l’indiscrezione del sito del quotidiano Libero secondo cui a La7 non tutti sarebbero felici del tuo arrivo in quanto esterna all’azienda?
No.
E non ti risulta?
Non mi risultava. A me risulta che In Onda è stato spesso condotto da esterni.
L’anno scorso c’erano due interni, Sottile e Sardoni.
Non ho letto niente. In tante trasmissioni ci sono esterni. Purtroppo o per fortuna la mobilità fa sì che saremo sempre esterni. È un privilegio essere dipendente. Io non sono mai stata assunta, mi dispiace. Sarò per sempre un esterna, non sono interna da nessuna parte.
Gianluigi Paragone, intervistato da Blogo, ha definito “Renzi cagasotto” perché ha paura de La Gabbia e sceglie solo interviste one-to-one.
Oddio.
Tu l’hai intervistato per Matrix questa stagione. Prima di tutto: c’è la possibilità di vedere Renzi in studio a In Onda, nonostante Paragone?
Ce lo auguriamo tutti.
La definizione “cagasotto” corrisponde al Renzi che hai intervistato?
No, sinceramente non corrisponde. È sempre stato disponibile. In questo caso non posso concordare con Gianluigi.
Invece sicuramente in studio ci sarà Maurizio Gasparri, tuo grande amico.
(ride, Ndr). Mi deve chiedere scusa. Oppure c’è un istituto di Vigilanza anche qui, non lo so.
Come si è evoluta quella vicenda?
Ha capito di aver fatto una gaffe. Non si può mettere il bavaglio ad una opinione personale. E io non lavoro in Rai. È una cosa fuori dalla grazia di Dio.
Quindi se non ti chiederà scusa Gasparri non potrà venire ospite a In Onda?
No, assolutamente. Tutti sono ben accetti. Io sono la conduttrice che deve raccontare e dare opinioni agli italiani. Per me Gasparri può venire quando vuole. Magari sarà l’occasione per un chiarimento. Non farò mai nessun tipo di censura, a differenza di qualcun altro.
La lasciamo in sospesa questa?
Sì. (ride, Ndr).