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E lasciatemi divertire, la lussuria di Paolo Poli frenata da un format ‘interruptus’

E lasciatemi divertire, nuova striscia dedicata al teatro in onda nell’access prime time, debutta stasera su Rai 3. La prima puntata live su Blogo.

pubblicato 20 Giugno 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:44

  • 19.45

    Ancora qualche minuto prima della prima puntata di E Lasciatemi Divertire.

  • 20.16

    Ok, l’ora giusta era 20.15, ma qua si ritarda un tantino…

  • 20.24

    Ma non si starà un po’ esagerando? Se inizia alle 20.30, in fondo, basta dirlo prima…

  • 20.25

    Si comincia. E si comincoa dalla Lussuria: anteprima con Strabioli che ricorda come Poli non conduca in tv da 40 anni. L’ultimo era Babau del 1976.

  • 20.27

    Il programma fu registrato nel 1970 ma la censura ne impedì la messa in onda fino al 1976. “Lui è l’alto e il basso, il sublime e il popolare” dice Strabioli.

  • 20.27

    A introdurre la Lussuria è l’amico Flavio Insinna che legge Il re fa rullare i tamburi, di Fabrizio De André.

  • 20.30

    Questo ‘Viaggio nella lussuria’, realizzato da Fabio Masi, continua con Corpo di Donna letto da Vinicio Marchioni.

  • 20.30

    Ma a spiegarci il ‘vizio’ interviene uno psicoterapeuta Recalcati: “Questo più che essere un vizio definisce il corpo pulsionale….”.

  • 20.31

    “La lussuria definisce la caratteristica dell’uomo, il sesso come piacere” il succo del ragionamento: il Moige apprezzerà.

  • 20.32

    “Gli esseri umani si accoppiano non per riprodursi ma per godere”: beh, con tutto il rispetto, non mi sembra proprio una notizia, eh…

  • 20.33

    La lussuria diventa vizio nella pornografia, dice lo psicoterapeuta, perché gli orifizi prendono il centro della scena e non ci sono più i volti. Il corpo come strumento di godimento… Il Moige sta col telefono in mano…

  • 20.34

    HO capito perché hanno iniziato con la Lussuria: così se la son tolta di mezzo e magari fa anche un po’ di rumore. Ma qui termina l’anteprima.

  • 20.35

    La sigla? Beh, ovviamente “Vieni, pesciolino mio diletto vieni, noi faremo l’amoretto insieme…”

  • 20.38

    C’è un ottavo vizio, la tristezza, introdotto dall’eremita Evagrio: “Bisogna essere lieti della vita, goderla, ma non solo perché uno magna e monta addosso a un’altra persona…” dice Poli.

  • 20,39

    Poli sceglie di raccontare i sette vizi capitali, più la tristezza, leggendo Boccaccio e non il più ‘banale’ Dante, che pur ama per superare la tristezza. La sua consolazione? Il Purgatorio.

  • 20.40

    Masetto da Lamporecchio è il racconto scelto da Poli per raccontare la Lussuria. Storia di una monaca, “ma non è che per fare una monaca basta mettere un cencio in testa a una ragazza”… Ecco, con l’introduzione delle monache ai piaceri della Terra si entra nel racconto del Boccaccio di Poli.

  • 20.44

    E Poli fa quello che il pubblico tv è più abituato a vedergli fare: leggere/narrare storie.

  • 20.48

    “Madonna, io ho inteso che un gallo basta assai bene a dieci galline, ma che dieci uomini possono male o con fatica una femina sodisfare, dove a me ne conviene servir nove, al che per cosa del mondo io non potrei durare; anzi son io, per quello che infino a qui ho fatto, a tal venuto che io non posso far né poco né molto; e perciò o voi mi lasciate andar con Dio, o voi a questa cosa trovate modo….”.

  • 20.48

    Terminata la lettura si passa all’analisi delle illustrazioni di Emanuele Luzzati, con cui Poli ha lavorato a lungo. Suoi i fondali di tutti i suoi spettacoli.

  • 20.50

    E si passa a un montaggio con alcuni degli spettacoli di Poli.

  • 20.51

    Da “Si fa ma non si dice” a “Viva la Biga”, per arrivare “Torna piccina mia!”: si torna alla commistione tra popolare e letterario.

  • 20.54

    Il gioco del doppio senso non interessa più? Forse no, oggi che è tutto esplicito.

  • 20.54

    La lussuria nella vita di Poli. Da bambino la mamma lo scoprì a leggere “un libro porcellone” e glielo fece leggere: mamma maestra montessoriana, laica, di larghe vedute, all’opposto della famiglia fascista, più libere anche sessualmente. Una zia, invece, lo portò a vedere King Kong “il mio primo amore”: “Mi pisciai addosso, mia zia mi portò a casa e mi comprò uno scimmione peloso che mi portai a letto e ho continuato per tutta la vita…”.

  • 20.57

    Ricorda anche di quando portò le sue studentesse, nel 1958, a intervistare le ‘signorine’ delle case chiuse poco prima della chiusura. Strabioli: “Pensa che fortuna ad avere Poli come professore”: Beh, nel Family Day e con la pruderie di oggi sarebbero scattate le interrogazioni parlamentari.

  • 20.58

    Dai racconti di vita vissuti all’amore per la letteratura francese, passando per l’analisi di alcuni quadri a tema lussuria. Mi sembra un coito interrotto, si cambia continuamente posizione senza trovare sintonia…

  • 21.01

    E si torna a un assaggio di teatro di Poli, mostrato mentre canta Donna, tutto si fa per te.

  • 21.02

    Poi si salta a Bellissima di Luchino Visconti, splendido film con Anna Magnani (perché i talent e le mamme ossessionate dal successo delle figlie non sono nate con il Grande Fratello o Amici…)

  • 21.04

    Soggetto di Zavattini, con Walter Chiari: se ne parla perché nel film c’era Blasetti, con cui Poli ha lavorato per la tv: “Era un fascista, ma faceva dei film russi…”. Lui frequentava casa Visconti e se ne raccontano degli aneddoti.

  • 21.05

    “Come so’ bravi ‘sti froci!”: così Anna Magnani applaudì Poli a teatro.

  • 21.07

    Prima di chiudere Poli recita E lasciatemi divertire, di Aldo Palazzeschi, da cui il programma prende nome.

  • 21.11

    Dopo un pensiero al Santo del Giorno si chiude annunciando che la prossima settimana si parlerà di gola. “Ti è piaciuto tornare in tv?” chiede Strabioli. “Non c’è male…”. E si chiude con “Ai romani piaceva la Biga”.

“E lasciatemi divertire”… già, lasciatemelo fare. E invece non ci riesco a causa di un format che definirei ‘interruptus’, in cerca di autore o di narratore. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un racconto che non decolla, spezzettato in tanti momenti diversi dettati (forse) dal voler dire e fare troppo in troppo poco tempo. Si vuole sottolineare la natura ‘alta e bassa’, ‘sublime e popolare’ di Paolo Poli, ma con una struttura fin troppo didascalica che diventa quasi un Blob montato male di Poli, della sua carriera, dei suoi aneddoti, dei suoi incontri, delle sue passioni, della sua disincantata visione del mondo.
Ma questo andamento singhiozzante, interrotto, non fa mai entrare in sintonia col racconto. E’ come se si cambiasse continuamente posizione e quando sembra che si stia per raggiungere un minimo di corrispondenza di amorosi sensi, arrivi qualcuno a spostarti, prendendo a pretesto una cosa qualunque.

Certo, raccontare Poli è difficile, soprattutto se non gli si lascia la parola, soprattutto se non lo si fa narratore ma intervistato. Ma devo dire che l’intervista con Fazio mi dette più emozioni, con tutta la stima che pur nutro per Strabioli, che ho sempre seguito con piacere.

Qui, invece, mi sembra di non avere nessun appiglio per dare un senso al programma: ogni puntata ‘ambisce a esplorare’ uno dei sette vizi capitali, cui viene aggiunto il vizio ‘apocrifo’ di Evagrio Pontico ovvero la tristezza, ma è normale che si tratti di una specie di chiave attraverso cui ‘convogliare’ vita e opere, passioni e aneddoti di Poli. Il vizio, invece, diventa una sorta di ‘guscio’ nel quale raccogliere l’omaggio di qualche amico e lo ‘spiegone’, davvero superfluo, dello psicoterapeuta. Su 45 minuti di programma, l’anteprima è tutto tempo perso. Cosa mi da Insinna che legge De André o Marchioni che recita Neruda? Nulla rispetto a Poli, che diventa quasi un ospite da talk, più che un protagonista della sua stessa vita.

Tra quadri, citazioni, aneddoti, l’anelito ‘étonnant’ e arguto di Poli si disperde: dire che questa è ‘la lussuria secondo Poli’ mi sembrerebbe quasi ‘blasfemo’. Anche a chi lo ama, come me, sembra di trovarsi di fronte a una sua sbiadita rappresentazione. Le parti migliori? Quelle che più gli appartengono, come gli estratti dai suoi spettacoli – seppur relegati alle ‘canzonette’ più popolari lasciate a mo’ di ‘segnalibro’ quasi a ricordare al pubblico il suo repertorio ‘comune’ – o la lettura della novella di Boccaccio, che permette al pubblico tv di ritrovarlo nel ruolo di narratore come un tempo fu nella tv anni ’60.

Così com’è, il programma mi sembra una giustapposizione di momenti che non riesce a trasferire l’emozione di un ritorno di Poli in tv, a 40 anni dal suo Babau. Strabioli in veste di pompiere, Poli ‘stretto’ in uno schema che mi sembra soffocarlo, un racconto che procede sporadicamente per momenti e ricordi, ma che non portano alla luce la vera forza dirompente dell’uomo e del personaggio, fuori e dentro il teatro. Chi lo ama potrebbe non riconoscerlo, chi non lo conosce rischia di averne una visione davvero sbiadita.

Ribadisco, raccontarlo in tv non è facile, forse neanche per Strabioli che pur ne ha curato la biografia. Talvolta fare le cose più semplici possibili aiuta, avendo già un mondo in 9 lettere. Non c’era forse bisogno di molti orpelli per ‘condire’ un artista che è tutto da svelare, che si propone ‘spogliato’, lui che per anni ha calcato la scena ‘en travestì’, che si racconta con la semplicità, difficilissima, tipica dell’innocenza e dell’infanzia, che racconta di come la mamma lo abbia educato alla libertà in epoca fascista e di come la zia gli abbia regalato uno scimmione peloso, “con cui sono andato a dormire. E non ho più smesso”. Quella verità, provocatoria e divertita, che rischia di perdersi in un format che pare voglia ‘assecondare’ la vulcanicità dell’artista, ma che finisce quasi per ‘tradirlo’.

Comunque sia, per quanto televisivamente ‘ostile’ al piacere e al godimento profondo – almeno in questa prima puntata – non posso che consigliare di proseguirne la visione. Poli in tv è un evento, anche se pare si faccia di tutto per ‘annientarlo’ in tanta roba. ‘Togliere’ è sempre un ottimo metodo in tv.

In conclusione, mi aspetto un rapido intervento del Moige e dell’Aiart, e non per Poli, bensì per l’introduzione psicanalitica su Lussuria, pornografia, sesso e accoppiamenti. Anche questo potrebbe essere un ‘affronto’ per Poli, che con la censura ha una lunga storia in Rai. Anche quella tutta da raccontare. Ho invece apprezzato la scelta del debutto nel Family Day. Ma ‘temo’ sia stato casuale.

A sabato prossimo, con la puntata dedicata alla Gola.

E lasciatemi divertire | 20 giugno 2015 | Diretta

E lasciatemi divertire | 20 giugno 2015 | Anticipazioni Prima puntata

E lasciatemi divertire: questo il ‘motto’ di Paolo Poli, vera e propria leggenda del teatro italiano, personaggio insostituibile dello spettacolo italiano, che si racconta in otto puntate all’amico Pino Strabioni nel programma che parte oggi, sabato 20 giugno, nell’access prime time di Rai 3.

Dalle 20.10 alle 21.15, otto settimane per ripercorrere la vita e la carriera di Poli, 86 anni vissuti per gran parte su un palcoscenico che ha sempre affrontato con serietà e disincanto, ironia ed affilata intelligenza. Nelle otto puntate realizzate, Paolo Poli ripercorrerà sì la sua carriera, ma riattraverserà di fatto il Novecento, fuori e dentro il teatro. Personaggio  eclettico, ma sempre contraddistinto dal piacere di épater les bourgeois, ovvero scandalizzare i benpensanti, è stato uno dei primissimi in Italia a dichiararsi omosessuale, dettaglio non secondario per chi ha conquistato la grande popolarità negli anni Sessanta leggendo favole per bambini in tv, dai classici di Esopo ai caposaldi della letteratura internazionale.
Ma vediamo cosa ci riserva questo nuovo programma.

E lasciatemi divertire |  Anticipazioni

A fare da filo conduttore in queste otto puntate i sette peccati capitali, introdotto dallo psicoanalista Massimo Recalcati e commentato per mezzo di opere letterarie. Uomo di sagace cultura, Poli non manca mai di accompagnare le sue ‘freddure’ con qualche citazione. E per il debutto non si poteva che partire dalla Lussuria.

“Abbiamo scelto i peccati capitali perché vogliamo fare l’elogio dei peccati. Grazie ai peccati, siamo qui su questo pianeta”

ha detto Poli in conferenza stampa. Ma non basta a definire il personaggio, per chi non lo conosce.

A proposito di ‘accompagnare’, al fianco di Poli troviamo Pino Strabioli, regista, attore e ‘volto’ tv del teatro, già noto in televisione per aver ideato e condotto programmi come Cominciamo Bene – Prima e Colpo di scena, oltre ad aver curato molte rubriche dedicate allo spettacolo e al palcoscenico in diversi programmi di Rai 3. A lui – che peraltro ha curato anche la biografia ufficiale di Poli Sempre fiori mai un fioraio, del 2013 -‘l’arduo compito’ di ‘dirigere’ Poli e arginarne le ‘intemperanze’. O meglio a convogliarle verso lo spettacolo.

E lasciatemi divertire | Come seguirlo in tv e in streaming

Il programma va in onda per otto sabato, dalle 20.10 alle 21.15 su Rai 3. E Lasciatemi Divertire va in live streaming sul portale Rai.tv ed è disponibile per una settimana dopo la prima visione sul portale Rai Replay.

E lasciatemi divertire | Second Screen

Per seguire il programma vi consigliamo, ovviamente, il nostro liveblogging, dalle 20.10 su Rai 3. Per seguirlo su Twitter  l’hashtag è , mentre l’account del programma è @strapoli. Non ci resta che divertirci e confidiamo di farlo stasera, dalle 20.10.