Home Deejay Tv, da sabato 30 maggio il nuovo corso Discovery (che apre allo sport)

Deejay Tv, da sabato 30 maggio il nuovo corso Discovery (che apre allo sport)

Deejay tv cambia ufficialmente pelle a settembre, ma con un primo assaggio in questi ultimi scampoli primaverili. Il canale musicale, acquistato a gennaio per 17 milioni di euro dal Gruppo Espresso, è la nuova sfida di Marinella Soldi, boss italiano ed europeo del gruppo. In occasione dell’evento Linkontro, organizzato da Nielsen, ha parlato di sfida

22 Maggio 2015 23:51

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Deejay tv cambia ufficialmente pelle a settembre, ma con un primo assaggio in questi ultimi scampoli primaverili. Il canale musicale, acquistato a gennaio per 17 milioni di euro dal Gruppo Espresso, è la nuova sfida di Marinella Soldi, boss italiano ed europeo del gruppo. In occasione dell’evento Linkontro, organizzato da Nielsen, ha parlato di sfida necessaria per il gruppo di Real Time e DMax che, con l’acquisto di Deejay Tv, si è assicurato il ‘preziosissimo’ tasto 9 del telecomando: “Sono in molti a non andare oltre quel tasto”.

La ‘nuova’ Deejay Tv guarderà a un pubblico più adulto, rispetto a quello che mediamente segue RealTime o Dmax e si aprirà alla sperimentazione. A segnare lo scarto è soprattutto l’investimento sullo sport: sabato 30 maggio alle 21.15 Deejay tv trasmetterà in esclusiva la finale della Coppa del Re. Lo sport, le news e i film sono i campi rimasti ancora in gran parte inesplorati da Discovery Italia e a cui dovrà avvicinarsi nella sua svolta generalista.

Marinella Soldi ha ricordato come la straordinaria crescita del gruppo in Italia – terzo editore nazionale passato dai 60 dipendenti del 2009 agli attuali 260 – dipenda da un merito su tutti:

“Non abbiamo paura di mostrare l’Italia che cambia, come abbiamo fatto di recente con il programma ‘Il colore dell’amore’ che racconta storie di coppie miste o come ‘Italiani made in China’ che partirà settimana prossima su Real Time. Sveleremo il mondo delle seconde generazioni, i ragazzi italiani di origine cinese che si sentono, come dicono loro, ‘bananas’ cioè gialli fuori e bianchi dentro”.

Secondo la Soldi le nostra autoproduzioni sono esportabili all’estero ma la lingua italiana ne frena le potenzialità di mercato perchè, spiega Soldi, “nel mondo il doppiaggio non è molto apprezzato, per cui abbiamo cominciato a far girare alcuni nostri talent in inglese”.

“Per crescere serve coraggio e innovazione ma anche un mercato aperto”, dice il boss di Discovery Italia, “quando siamo sbarcati sul digitale terrestre nel 2010 si poteva lavorare solo con un paio di case di produzione. Pian piano abbiamo creato e alimentato un mercato che oggi coinvolge una ventina di realtà, molte piccole ma estremamente creative”.

Non resta che attendere questo nuovo corso, sperando anche in una qualche autoproduzione veramente sperimentale.

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