La Serata è D’Onore. E’ Baudo che non va più di Moda
Direbbe Walter Benjamin, Pippo Baudo rimpiange il modello di un’opera d’arte televisiva prima dell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Serata D’Onore è un pezzo unico, originale, autentico, non riproducibile in serie su Youtube, perché irripetibile e destinato a un godimento estetico esclusivo nel luogo in cui si trova. Diversamente la concorrenza defilippica è il perfetto esempio
Direbbe Walter Benjamin, Pippo Baudo rimpiange il modello di un’opera d’arte televisiva prima dell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Serata D’Onore è un pezzo unico, originale, autentico, non riproducibile in serie su Youtube, perché irripetibile e destinato a un godimento estetico esclusivo nel luogo in cui si trova. Diversamente la concorrenza defilippica è il perfetto esempio di decadenza dell’aura catodica: è esportabile multimedialmente, ha degli acquirenti trasversali ed è soggetta a tutte le degradazioni degne di una finalità commerciale.
Questa che vi sto per raccontare è una storia vera. Immaginate delle adorabili vecchiette, che dividono insieme gli ultimi anni della loro vita, darsi appuntamento nel salone per guardare insieme la tv, il loro sabato sera. Viene spontaneo domandar loro se guarderanno il grande Pippo Baudo e la sua rediviva Serata D’Onore. In fondo, il presentatore entra nelle loro case da sempre, le ha fatte innamorare della tv e il primo amore non si dovrebbe scordare mai. Peccato che queste stesse signore, che vanno regolarmente a messa e biasimano la volgarità, difendano a testa alta il loro bastone della vecchiaia: Maria De Filippi:
“Pippo Baudo? Ormai è passato. Prima era il numero uno. Ora ci piace C’è Posta per te perché ci fa divertire ed emozionare”.
Una sentenza che anticipa da sé qualsiasi dato Auditel. Queste vecchiette sono un campione del pubblico con cui ci confronteremo domani: il loro programma del sabato sera l’hanno già trovato ed è difficile che cambino idea. Nonostante questo Baudo è passato al contrattacco con un intento coraggiosissimo: restituire alla Rai un varietà all’altezza della sua storia. Può consolare se stesso di esserci riuscito, con la rispolverata di un marchio che è la quintessenza del suo stile.
Nel primo speciale dedicato alla moda – in tutto saranno cinque monografie salvo ripensamenti – il conduttore rifugge il concetto moderno di gara: niente talent show ma talenti e basta, esperti che si limitano a votare (non conosciamo neanche il voto singolo, ma quelle complessivo) anziché giurati in combutta, un format che ha il marchio di fabbrica del conduttore più che della Endemol.
L’impegno di far conoscere l’arte di quattro stilisti emergenti (Giovanni Laudicina, Margò Pulsoni, Massimiliano Latte, Valentina Donadel) sta talmente a cuore a Pippo da far passare in sordina la loro storia. Non c’è racconto e dunque non c’è vera sfida. In compenso si respira aria di compiacimento per la bella tv che si sta facendo, per la qualità della propria offerta, per il culto della nicchia che crei una cesura netta dal trash imperante.
Ma perché mai costringerci alla noia come ultima spiaggia di uno spettacolo senza radici? E soprattutto chi giurerebbe che Baudo è sempre stato il cerimoniere di un Festival mancato, quale dimostra di essere questa sera?
La sua forza mediatica del passato, con le sue Domenica In, con programmi come Numero Uno, era racchiusa in un intrattenimento che non si è mai messo in cattedra come i Fazio di oggi, trovando il giusto mix tra successo e dignità. Peccato che questo equilibrio sia stato notevolmente sovvertito a favore di un’elitarietà radical-chic.
Baudo rinnega gran parte del suo vecchio pubblico che questa sera lo avrà tradito con Maria. E che fa? Invita un’icona imbolsita come Roberto Cavalli facendone il centro del suo show-evento. Si vanta di stare in buona compagnia con Marisa Laurito. E’ orgoglioso di far tornare in video Eva Herzigova lanciata in Italia qualche Sanremo fa. Tutto qua?
Poteva fare della gara tra stilisti la risposta Rai a Volere o Volare di Canale 5, che trasformò lo stesso Uomini e Donne in una location da sfilata acchiappascolti. E invece no: non gli importa il botto del programma in sè. Vuole semplicemente trovare un pretesto per confermarsi il volto d’onore che è sempre stato. Quello di un presentatore che, purtroppo, non è più all’ultima moda.