Home Notizie Fiorello: “Non detesto i talent, ma non ne condurrei mai uno. Io sono il passato della tv”

Fiorello: “Non detesto i talent, ma non ne condurrei mai uno. Io sono il passato della tv”

“Io sono il passato, sono da proteggere insieme a quegli altri 3 o 4 che non cucinano in tv e non fanno talent, una razza in estinzione se non ci proteggete”

pubblicato 11 Maggio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 15:08

Una settimana fa aveva assicurato che “non presenterò mai un talent, ma non presenterò neppure il Festival di Sanremo, per quest’ultimo sarebbe come chiedere a un calciatore di serie A di giocare a basket“. Ieri Fiorello è tornato sull’argomento per precisare di non essere un detrattore di quel genere televisivo:

Non dite che li detesto, li guardo anche, la tv cambia tutti noi. Se uno oggi va in un ristorante e chiede delle trofie al pesto, il cameriere ti chiede ‘forse intende della pasta corta, scottata, su un letto verde in una nuvola bianca e profumo di erbe fresche.

Al Festival della Tv e dei Nuovi Media, accanto all’immancabile Aldo Grasso, lo showman siciliano, in queste settimane in giro per i teatri d’Italia con L’Ora del Rosario, si è definito “il passato della televisione“:

Io sono il passato, sono da proteggere insieme a quegli altri 3 o 4 che non cucinano in tv e non fanno talent, una razza in estinzione se non ci proteggete.

Non ha però escluso (come ormai fa da tempo) un suo ritorno nel piccolo schermo:

Chissà, magari con il materiale dello spettacolo che sto portando in giro che per me rappresenta anche un nuovo repertorio, non posso certo dire che a me la tv non piace anche se mi chiedo, come tutti, dove sta andando. Il fatto è che il varietà come lo faccio io costa, portare personaggi come Tony Bennett, Celine Dion o altri del genere, ha un costo sicuramente superiore rispetto ad altri tipo di spettacoli.

Fiorello, che ha dato vita ad un vero e proprio show telefonando in diretta al fratello Beppe (che ha cantato Cicoria di Domenico Modugno) e all’amico e collega Amadeus, ha raccontato così il suo nuovo impegno teatrale:

Racconto di me, faccio me stesso come al solito e cerco di far ridere con semplicità su qualsiasi cosa, così la gente si riconosce. E senza satira politica, perché in questo momento ce ne è già troppa sui social e poi perché non ce ne è bisogno, la politica fa già da sola, inoltre credo che la gente ne abbia le tasche piene e la sera, sul divano, cerchi qualcos’altro. Si sta perdendo il contatto con il pubblico, con le cose vere. Per questo faccio teatro e mi tuffo tra la gente.