Amiche mie – la recensione: un moderno prodotto per donne (e non solo)
Amiche mie (gallery) è finalmente andato in onda, dopo un battage pubblicitario notevole. Chi si aspettava una fiction come tante altre, passibile di critiche dal primo all’ultimo minuto, si sarà probabilmente ricreduto vedendone gli episodi iniziali, trasmessi questa sera da Canale5. Non si tratta di un capolavoro, questo no, ma di un prodotto che riesce
Amiche mie (gallery) è finalmente andato in onda, dopo un battage pubblicitario notevole. Chi si aspettava una fiction come tante altre, passibile di critiche dal primo all’ultimo minuto, si sarà probabilmente ricreduto vedendone gli episodi iniziali, trasmessi questa sera da Canale5. Non si tratta di un capolavoro, questo no, ma di un prodotto che riesce comunque ad alzare qualitativamente la media dei prodotti nostrani. E non di poco. Su queste pagine è apparsa proprio oggi un’intervista al produttore creativo della serie, Cristiana Farina, e qualche maligno potrebbe pensare ad un giudizio positivo “pilotato”. Non si tratta però di piaggeria, ma di una valutazione oggettiva sulla realizzazione del telefilm e soggettiva sul prodotto finale, che per il gusto di chi scrive è sicuramente valido.
Ci sono note di modernità in questa serie tv. Scenografie di alto livello, sia negli interni, ben confezionati, ariosi, solari, che negli esterni, con quei bellissimi scorci di Milano e le inquadrature dall’alto che da sole valgono almeno un’occhiata alla fiction. E le storie, con donne mature – psicologicamente parlando – che non cercano il principe azzurro, ma la realizzazione di se stesse dopo una vita passata al servizio degli altri, o accanto a uomini che non le hanno apprezzate. Forse in alcuni punti si poteva osare con un pizzico di originalità in più, non ricorrendo così spesso al tradimento come causa di separazione, ma si apprezza comunque lo sforzo di unire temi importanti a parentesi divertenti. E come non citare positivamente la recitazione.
Uno dei problemi principali delle fiction di casa nostra è proprio la recitazione, che è forse l’elemento che differenzia nell’immediato Amiche mie dalla maggior parte delle altre italiche produzioni: un cast di qualità, che anche nelle parti minori offre esempi di buona interpretazione – simpatici e azzeccati sia Lillo che Franco Neri, sui quali si potevano avere le maggiori perplessità iniziali – e che come protagoniste ha attrici di alto livello, che non peccano di “caricaturizzazione”, ma piuttosto cercano di apparire più naturali possibile, riuscendoci per buona parte del tempo.
Una Cecilia Dazzi romantica e sognatrice, dolce e attaccata alla famiglia; una Margherita Buy schiacciata dai propri cari, che scappa lontano da loro, a Milano, riuscendo a dimostrare di potersela cavare anche da sola; una Elena Sofia Ricci decisa e innamorata, pronta a prendere decisioni difficili; una Luisa Ranieri esaurita dal “troppo amare”, che non riesce a lasciarsi alle spalle una storia chiusa. Tutte e quattro riescono a mostrare alla perfezione pregi, difetti e sentimenti dei personaggi che portano sul piccolo schermo. Se dovessimo cercare una pecca, la troveremmo nel personaggio della Ranieri, troppo “estremizzato” rispetto al resto del gruppo.
In tutto ciò, non si può dire che il telefilm sia perfetto. Le storie, come dicevamo, potevano osare un po’ di più e qualche “svista”, come il telefonino di Margherita Buy gettato in un bidone della spazzatura in una delle scene iniziali e riapparso magicamente qualche scena più tardi, non è mancata, ma rimaniamo comunque convinti che Amiche mie sia molto buono. Forse un prodotto scritto da donne e pensato per un pubblico più che altro femminile, che si può rispecchiare nel vissuto delle protagoniste, mentre il pubblico maschile potrebbe trovare le avventure delle quattro milanesi (veraci o d’adozione) poco interessante e noioso. Ma si sa, film e telefilm che abbiano convinto a 360° non sono ancora stati prodotti.
Prima di lasciarvi, non possiamo non citare una battuta di Anna (Margherita Buy) che racchiude in sé tutta l’essenza di Amiche mie e che funge da risposta a quanti in questi mesi hanno paragonato il telefilm a Sex and the city:
Anna: “Un Cosmopolitan. Il cocktail, quello di Sex and the city…la serie tv”
Cameriere: “Ah quella delle quatto mignottelle…”