Presidenziali Americane – La tv italiana
Naturalmente, anche la tv italiana si appresta a vivere la lunga notte (nostrana) delle elezioni americane – la diretta dei colleghi di Polisblog -, elezioni record per affluenza e che contrappongono il primo candidato di colore al candidato più vecchio di sempre.RaiUno propone uno speciale Porta a Porta, con un Vespa che ha già cantato
Naturalmente, anche la tv italiana si appresta a vivere la lunga notte (nostrana) delle elezioni americane – la diretta dei colleghi di Polisblog -, elezioni record per affluenza e che contrappongono il primo candidato di colore al candidato più vecchio di sempre.
RaiUno propone uno speciale Porta a Porta, con un Vespa che ha già cantato i vespri di Bush e che presto tesserà le lodi del vincitore, chiunque sia. Il clima è il solito, quel salottino piccoloborghese che è diventato Porta a Porta, che non riesce a rinunciare a toni aprioristicamente celebrativi.
La7 – così, per rompere gli schemi – festeggia anticipatamente l’uscita di scena di George W. Bush mandando in onda Farenheit 911 e poi propone uno speciale-approfondimento certo meno curato dal punto di vista estetico, ma comunque più sobrio, con le vignette di Stefano Disegni a corollario.
Canale5 ha ovviamente in serbo la contromisura per Vespa: tocca a Mentana sobbarcarsi lo special che propone, fra gli altri, un inviato dall’America di quelli veri, un vero addetto ai lavori. Mike Bongiorno, che dichiara il suo voto per Obama e poi ne tesse le lodi dicendo che piace ai giovani perché è giovane (sic), atletico e elastico (…) e sa parlare.
Canale5, tuttavia, mostra un bel montage in cui si evidenzia quanto siano distanti la realtà italiana e quella americana: McCain e Obama appaiono in tutta la loro potenzialità di intrattenitori, il giovane ballando, il vecchio vedendo coltelli. Vengono mostrati imitatori e sosia e comici che fanno i loro sketch alla presenza dei due candidati, i quali non possono mancare all’appuntamento televisivo. Anche quello che va al di là dei confronti, regolamentati in maniera svizzera.
McCain, per esempio, rifiutò l’invito di David Letterman, il quale lo massacrò a dovere nelle puntate successive, finché il candidato repubblicano non si presentò ospite in studio. Per ammettere ho fatto una cazzata.
Quant’è diversa la realtà americana, quanto intrattenimento palese c’è nella politica; quanta capacità c’è, da parte della televisione, di scimmiottare i difetti dei politici e di affondare il dito nella piaga.
Quanto entertainment. Ecco perché l’immagine a corredo di questo post mostra, davanti alla Stars And Stripes due icone dell’intrattenimento all’americana: Paris Hilton e Nicole Ritchie.
Da noi, c’è fame di exit poll, mentre i siti di informazione americana restano sobri e di basso profilo onde evitare la riproposizione di certe magre figure del passato. E quindi, forse, il modo migliore per seguire questa elezione presidenziale americana comunque storica, resta la rete che, a un occhio attento, supera per qualità, puntualità e contenuti la televisione.
Come? Sul New York Times, per esempio.