11 settembre 2001, il racconto di una giornata televisiva banale. Fino alle 14.46
11 settembre 2001. Il primo annuncio di Fede, la Melevisione sospesa su Rai 3, la maratona di Mentana e il promo di Scotti con le torri alle spalle
Un palinsesto banale, tipico delle giornate di fine estate. Parlare così dell’11 settembre 2001 può risultare surreale, ma questa era l’esatta fotografia di quel martedì. Insignificante e trasparente, almeno fino alle 14.46. Un orario che rappresenta passaggio tra il prima e il dopo, tra la serenità e l’incubo, tra l’anonimato e la storia.
La tv si ritrovò catapultata in un altro mondo. Nessun preavviso, né la possibilità di prendere le contromisure. La metamorfosi fu immediata. Dal bianco al nero, senza tonalità di grigio.
I telegiornali del mattino e dell’ora di pranzo si erano soffermati sulla crisi dei mercati azionari e sugli avvisi di garanzia partiti per i fatti alla scuola Diaz, durante il G8 di Genova. Poi un accenno all’esordio della Roma in Champions League con il Real Madrid e la celebrazione della diciassettenne Daniela Ferolla, eletta Miss Italia poche ore prima, con tanto di incoronazione da parte di Sophia Loren.
Quel giorno la tv era parzialmente in ferie. In programmazione non figuravano ancora titoli come Ci vediamo in tv, Al posto tuo e Uomini e Donne, né tantomeno Il Fatto di Enzo Biagi e Striscia la notizia. Erano invece tornati in onda da pochi giorni Verissimo e i game-show Passaparola, Quiz Show e Sarabanda.
Se oggi le breaking news viaggiano alla velocità della luce, all’epoca ci si muoveva a ritmi decisamente più lenti. C’era internet, ma non esistevano i social e Youtube e le reti all-news si limitavano a RaiNews24, visibile solo ai possessori di antenna parabolica.
Ecco allora la centralità della tv generalista, delle cosiddette sette sorelle chiamate a lanciarsi in un racconto con un punto di avvio, privo però di data di scadenza.
Il primo ad intromettersi con una edizione straordinaria fu, alle 15.12, Emilio Fede, con addosso un improbabile giubbino color ocra, che avrebbe mantenuto per oltre due ore. Dal secondo attacco erano passati nove minuti: “Gravissima sciagura, forse un attentato, ancora non si sa. Due aerei si sono schiantati contro il World Trade Center nel cuore di New York”, esordì il direttore.
Su Rete 4 era da poco terminata la puntata quotidiana de La ruota della fortuna. Erano al contrario dedicate ai ragazzi le proposte di Rai 3 e Italia 1. Ad essere interrotte bruscamente furono infatti la Melevisione, con il Tg3 annunciato da Peppi Franzelin, e Sabrina vita da strega, che quel giorno avrebbe trasmesso un episodio intitolato ‘I sogni si avverano‘. Paradossi.
Studio Aperto si intromise con degli aggiornamenti forniti da Claudio Brachino, mentre il Tg3 – dopo un primissimo lancio affidato a Paola Sensini – schierò Bianca Berlinguer e Antonio Di Bella, aiutati da un corrispondente da New York di 33 anni che il grande pubblico avrebbe imparato a conoscere dodici mesi dopo: Giovanni Floris.
Rai 1 si liberò rapidamente del film Accadde in paradiso per dare spazio ad un primo flash che vide al timone Ludovico Di Meo. Di lì a breve sarebbero subentrati Tiziana Ferrario e Antonio Caprarica, ai quali si aggiunse Bruno Vespa, che varò un lungo speciale Tg1-Porta a Porta attorno alle 20.45.
Tra un Ally McBeal e Una bionda per papà, su Canale 5 si intrufolò quasi in contemporanea Enrico Mentana col Tg5 che andò avanti ad oltranza, mandando in soffitta Verissimo e, ovviamente, Passaparola:
Abbiamo cambiato completamente i nostri palinsesti. Non è certo il caso di mandare in onda giocose trasmissioni, né Verissimo. C’è qualcosa di più vero da mostrare oggi.
Gerry Scotti, ad ogni modo, apparve durante un nero pubblicitario, con alle spalle le immagini delle torri in fiamme:
Amici telespettatori, le terribili notizie che arrivano dall’America ci raggiungono mentre stavamo realizzando la puntata di Passaparola che come capirete non andrà in onda. Speriamo di tornare al più presto in una situazione di palinsesti perlomeno normale, anche se le immagini ci fanno pensare che i tempi saranno lunghi. Speriamo di rivederci presto nella nostra consueta forma.
Nel frattempo, la dirigenza Mediaset diramava un comunicato letto a reti unificate dai conduttori di turno: “L’azienda ha deciso di sospendere tutti i programmi previsti per dare spazio agli aggiornamenti in tempo reale sull’emergenza terrorismo negli Stati Uniti. Le tre reti trasmetteranno informazione no stop fino a quando sarà necessario”.
A saltare fu pure il Festivalbar. Per l’11 e il 12 settembre erano fissate le finali della 38esima edizione della manifestazione, rinviate alla settimana successiva. Stesso destino per l’avvio del Grande Fratello 2, in calendario il 13 settembre. Il kick-off fu posticipato al 20, con quell’edizione che durò 92 giorni anziché 99.
In una televisione rivoltata come un calzino, l’unico elemento di normalità – o incongruenza, dipende dai punti di vista – fu simboleggiato dai gol in Champions di Roma-Real e Galatasaray-Lazio, che si disputarono ugualmente. “Abbiamo passato il pomeriggio davanti alla tv – confidò Fabio Capello – qualche calciatore forse è rimasto condizionato, non si sarebbe dovuto giocare”. Lo stop giunse a scoppio ritardato e, a quel punto, interessò i match del mercoledì e della Coppa Uefa al giovedì.
Il calcio, a differenza della tv, non era stato al passo con la storia.