Rai, Luigi Gubitosi: “Sono preoccupato, ma ottimista. No tagli lineari, sì produzioni interne”
Il direttore generale di Viale Mazzini parla del futuro della tv pubblica, dalla direzione del Tg1 al canone, passando per la specializzazione dei centri di produzione di Torino, Napoli e Milano.
Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, in un’intervista a La Repubblica non nasconde cifre e preoccupazione parlando del futuro della televisione pubblica. Ma si affida anche all’ottimismo:
Quando sono arrivato a luglio è apparso subito evidente che il pareggio di bilancio previsto era assolutamente irrealizzabile. Perdermo qualcosa più di 200 milioni. Se dicessi di non essere preoccupato sarei un irresponsabile. Ma si può essere ottimisti.
L’ex manager di Fiat, Wind e Bank of America a Viale Mazzini deve far fronte ai 184,5 milioni di euro persi nei primi 9 mesi del 2012, al calo di 114 milioni di euro (rispetto all’anno scorso) del fatturato pubblicitario da gennaio a settembre e a dei ricavi di circa 2.039 milioni di euro, in calo di 137 milioni sul 2011:
La perdita è importante perché i trend del mercato pubblicitario hanno penalizzato tutti. Per la Rai pesa il fenomeno dell’anno pari cioè i costi per i diritti sportivi dei grandi eventi. Ma ho buoni riscontri sulle possibilità di ripresa dell’azienda.
Gubitosi assicura che “non ci saranno tagli lineari” perché “sono sbagliati concettualmente“:
Chiunque voglia fare un turn around non fa tagli lineari perché non avrebbe possibilità di selezione. Noi faremo investimenti. Ossia, taglieremo il superfluo ma investiremo in maniera importante. A partire dal processo di digitalizzazione dell’informazione. La Rai è indietro ma entro fine anno il Tg2 sarà digitale e partiranno subito dopo Tg1 e Tg3. Stiamo riaprendo le sedi estere e andremo per la prima volta in Brasile. La Rai deve fare da ponte tra l’Italia e il resto del mondo. Faremo più fiction nel 2013. Per quanto riguarda quindi gli aggiustamenti non riguarderanno il prodotto.
Se per quanto riguarda il canone non ci sono certezze (“Se ci sarà l’adeguamento sarà modesto. (…) Sicuramente, cercheremo di rendere la vita più difficile a chi non paga“), Gubitosi non ha dubbi sul destino dei 13 mila dipendenti della Rai:
Dobbiamo utilizzare primariamente risorse interne e sono su questo un po’ talebano. Abbiamo competenze dentro l’azienda e tanto talento tra i dipendenti. E occorre impegnarsi a garantirne l’occupazione.
Dunque niente licenziamenti, ma anzi spinta al massimo in favore della “produzione interna a scapito delle produzioni esterne“. Altro obiettivo della Rai guidata dalla coppia Tarantola-Gubitosi è quello di “specializzare i centri di produzione di Torino, Napoli, Milano“:
Spesso abbiamo una situazione di overbooking su Roma e finiamo per affittare studi esterni che hanno un costo.
Per quanto concerne la direzione del Tg1, quelli di “Maggioni, Orfeo, Sorgi sono ottimi nomi“, ma la decisione non è ancora stata presa (succederà entro il 28 novembre o il 12 dicembre). Quel che è certo è che non resterà Maccari:
Non rinnoviamo contratti scaduti a chi è andato in pensione. Vale per tutti. Con il massimo rispetto per il lavoro svolto da Maccari.
Infine, sul rischio di proseguire sulla linea di una Rai politicizzata ,Gubitosi chiarisce:
Tutte le nomine che abbiamo fatto finora sono state decise da me e dalla presidente. La sfido a trovare una nomina che abbiamo deciso perché me l’ha chiesto qualcuno.
Foto | Tm News